Un vento fresco soffia in questi giorni da ovest. Contrariamente alla fredda brezza del nord che caratterizza febbraio, questo è una refolo mite e benevolo che arriva da Pinar del Río. La rivista indipendente Convivencia ci propone il suo numero 43, da poco apparso in Internet e che inizia in questi giorni a passare di mano in mano all’interno dell’isola. La nuova edizione di questa pubblicazione trasuda civismo, preoccupazione per la nazione e visioni propositive sulla nostra realtà. Una vera ventata di buone idee che ci arrivano proprio adesso che abbiamo così bisogno di sguardi pacati ma incisivi sul presente e sull’immediato futuro.
L’editoriale si ispira allo storico annuncio dello ristabilimento di relazioni tra i Governi di Cuba e degli Stati Uniti. Nel mezzo di questa forza di cambiamento e di aspettative dinnanzi a una nuova fase, il testo segnala il bisogno di “ristabilire le relazioni democratiche tra il popolo e il Governo cubani”. Uno sguardo che obbliga a focalizzare le speranze del percorso nazionale su ciò che accade all’interno del nostro territorio. Mentre gli analisti si domandano a quali accordi giungeranno la Casa Bianca e Piazza della Rivoluzione, questo gruppo di Pinar del Río si preoccupa del ruolo che giocheranno la società civile e il popolo cubano nell’evoluzione democratica del paese.
Dinanzi ai reclami dei più scettici, l’editoriale pone alcune domande demolitrici. “Chi ha detto o pensato che la cessazione della repressione interna e il rispetto dei diritti umani di tutti i cubani sarebbero arrivati il giorno seguente a una dichiarazione di intenzioni tra due Governi?”. Come un lungo processo, in cui l’annuncio dello scorso 17 dicembre “è solo l’inizio e non sarà facile né magico”, perché la convivenza tra paesi è un processo di continua negoziazione. Una buona parte dell’editoriale è dedicata anche alla necessità che i cubani si assumano la loro responsabilità.
La rivista include anche un ampio dossier che, con il titolo Ristabilimento delle relazioni diplomatiche Cuba-EE.UU., approfondisce l’argomento. Analisi di Virgilio Toledo López, Juan Carlos Fernández Hernández, Karina Gálvez Chiú e William Iván Rodríguez Torres, tra gli altri, affrontano la nuova tappa da diverse angolature, che siano diplomatiche, storiche o sociali. Un testo eccellente firmato dal direttore di Convivencia, Dagoberto Valdés, e intitolato E adesso… che cosa? partecipa al dibattito sullo scenario apertosi ai cubani.
Convivencia continua a puntare su un’estetica molto curata, dove gli artisti plastici trovano uno spazio per mostrare il loro lavoro. È il caso della mostra realizzata da Héctor Antón Castillo, dal suggestivo titolo Le spose profanate di altri paesaggi. Da parte sua, una cronaca di Henry Constantin analizza il film cubano Vestido de Novia (Abito da sposa, ndt) da una prospettiva artistica e sociale. La proposta visiva della rivista raggiunge un risultato eccellente con la sua copertina, sempre caratterizzata dal buon gusto.
I lettori concorderanno negli inevitabili approcci che l’ultimo numero di Convivencia sta avendo un esito che ha scosso la nazione. Leggere, valutare e riflettere su tali questioni aiuterà senza dubbio a commettere meno errori.
Zunilda Mata
(da 14Ymedio, 14 febbraio 2015)
Traduzione di Silvia Bertoli