a cura di Maria Lanciotti
Imprenditoria in crisi, aziende che chiudono i battenti, difficoltà insormontabili che fanno gettare la spugna a tanti professionisti di qualità. In tale quadro fallimentare si pone la figura di un imprenditore che si è fatto dal niente, deciso a non mollare la presa, che sul suo sogno di ragazzo ha saputo costruire quanto oggi difende con la consueta forza e volontà: la sua azienda, benché ridimensionata, sorretta dalla sua squadra di lavoro, coesa più che mai. Raccogliamo e riportiamo le sue parole, semplici e sostanziali:
Per operare nell’imprenditoria occorrono doti particolari: resistenza, ambizione, voglia di crescere scoprendo il più possibile attraverso il lavoro, soprattutto il più duro degli anni della gavetta. E non solo: serve intelligenza, volontà, spirito di sacrificio e molta educazione e rispetto per tutti. Occorre un’infinita umiltà nel cercare e ottenere la collaborazione di tutti, anche di quelle persone che apparentemente non presentano pregi e che la società tende a emarginare, e possono essere invece fonte di ricchezza e di suggerimenti.
Un buon datore di lavoro cerca e forma una sua squadra, dall’impiegato all’ultimo della produzione: la squadra è la forza aziendale.
Avendo le necessarie caratteristiche, va individuata la giusta direzione, il richiamo. Puoi fare tantissime cose ma ce n’è una che più di tutte ti attrae, ti accorgi che appena ti approssimi a quella tale attività aumenti il numero dei passi, vuoi arrivare il più presto possibile: quello è il bersaglio.
Vorrei riportare qui una mia fantasia di antica data. Da ragazzo immaginavo una strada alberata, molto larga e ben asfaltata, che percorrevo con una vettura di quelle che si potevano vedere nei film western, con il conducente seduto a cassetta. Stringevo nelle mani le briglie perché volevo che la vettura fosse trainata da otto cavalli, e la bellezza di vettura e cavalli era data soprattutto dalla velocità. Tutto questo mi commuove ancora oggi che non sono più un ragazzo.
Io però non avevo niente, solo un sogno. Un sogno che oggi però si può associare al mio percorso di imprenditore, compiuto attraverso l’acciaio. Un’attività lungamente progettata, realizzata dal 1991 al 1997 e portata a regime nel 2007, con sede in una zona industriale nel Centro Italia, dove si produce senza tema di concorrenza, essendo la nostra produzione specifica.
Tramite la ferma volontà e il totale impegno è stato costruito lo stradone, piantati gli alberi ai bordi giorno dopo giorno, progettato e costruito il veicolo, e con il giusto tempo messo a punto il sistema e la potenza di traino. Oggi mi trovo alla guida di quella vettura sognata da ragazzo, e sta funzionando come immaginavo.
L’impegno è tantissimo ma le soddisfazioni superano lo sforzo. Solo una cosa mi amareggia, di questo sogno/realtà: nel nostro Paese l’imprenditore non si sente curato e aiutato nello svolgimento della sua attività, e tantomeno elogiato per i risultati, anche economici, che riesce ad ottenere, pur essendo un distributore di ricchezza e di inventiva.
L’augurio, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, è di non lasciarsi scoraggiare e intristire perché la vita, seguendo giusti principi, offre ogni giorno la possibilità di crescita, potendo così sperare in un miglioramento della nostra società e del mondo, se saremo capaci di fare squadra.