La “notizia arcobaleno” di oggi è relativa ad una borsa di studio a favore di un sacerdote di animo contadino, “non ha fatto carriera” ma ha avuto il merito di testimoniare con coerenza l’amore universale.
Monica Pio
Segreteria Arvangia
Una borsa di studio “arvangia” per raccontare Padre Aldo Bona, profeta dell’amore universale
Padre Aldo Bona missionario della Consolata, originario di San Donato di Mango dove nacque nel 1915, sacerdote da oltre sessantacinque anni, la maggior parte dei quali vissuti in Sud America dove ha svolto il suo apostolato presso il Centro Missionario di Bogotà, in Colombia è mancato all’età di 91 anni presso la Casa di Riposo di Alpignano dov’è stato tumulato nella mattinata di sabato 21 ottobre.
Dall’infanzia vissuta nelle Langhe, quando a sette anni già faceva da quarto nelle partite di carte ai tavoli del Bar Roma di San Donato di Mango, la sua vita si è dipanata lungo un percorso di apertura agli altri, in particolare i diseredati del Sud del Mondo. Ormai novantunenne, è stato per tutta la sua vita sacerdotale un messaggero d’amore universale e ha impiegato le sue migliori energie per spiegare alla gente che essere cristiani significa soprattutto combattere il proprio egoismo e trovare il modo di vivere in pace con se stessi e con gli altri.
L’Associazione Culturale Arvangia, dopo avergli conferito nel 2004 il premio reis ëncreuse con la motivazione che la sua era una vita che meritava di essere raccontata, ritiene doveroso ricordarne la figura e l’apostolato con una borsa di studio da destinare ad un giovane, preferibilmente studente universitario o neo laureato, interessato a proseguire la ricerca già intrapresa da Nuto Revelli, quando con l’appoggio dello scrittore albese Danilo Manera progettò di studiare il clero che nel corso del Novecento ha operato nelle campagne piemontesi, raccogliendo la preziosa testimonianza di padre Aldo Bona.
L’idea della borsa di studio nasce proprio dalla convinzione che una ricerca di ampio respiro sui sacerdoti che sono stati pastori d’anime nei centri rurali più marginali del mondo contadino creerebbe le condizioni per far risaltare in tutta la sua autorevolezza l’apostolato di padre Aldo Bona, figura di spicco insieme a padre Renato Cavallo, padre Luigi Sitia, padre Fogliati e tanti altri della presenza evangelizzatrice di sacerdoti piemontesi in quelle che ancora oggi vengono chiamate “terre di missione”. Mentre il bando della borsa di studio è in fase di preparazione, l’Associazione invita i giovani interessati a mettersi in contatto con la Segreteria organizzativa, meditando il profetico testamento spirituale che lo stesso padre Aldo consegnò in occasione del conferimento del premio che gli venne assegnato nel luglio del 2004.
Carissimi parenti, amiche e amici:
Sono Aldo Vittorino Bona, di Felice e Maria Caterina Bona.
Nato il 10 aprile del 1915.
Sacerdote missionario della Consolata.
88 anni di cui:
39 vissuti in Italia.
49 in Colombia.
64 in sacerdozio.
76 di vita religiosa nella comunità Missioni Consolata.
Terminata la mia missione in questo magnifico e meraviglioso mondo.
Sto camminando gli ultimi passi sul ponte che ci unisce all’altro mondo, più misterioso e favoloso ancora: lì Dio mi aspetta.
Mentre sono ancora in pieno possesso delle mie facoltà mentali e del cuore, sento il bisogno non solo di salutarvi tutti ma di manifestarvi i miei più profondi sentimenti di gratitudine per avermi accompagnato e sostenuto nella mia preziosa missione, non solamente con parole, incontri e aiuti finanziari, ma soprattutto con l’affetto e la vostra profonda amicizia.
Conservo sempre un grato ricordo della vostra generosità e vicinanza che avete sempre dimostrato e comunicato in tutte le nostre relazioni.
Mentre sto ringraziandovi, vi invito ancora una volta con me per ringraziare Dio per tutto quello che ha fatto per me e la mia missione, specialmente con il dono della Vita e il prezioso tesoro della vocazione universale dell’amore “a Dio e al prossimo”, e sostenendomi istante con il suo amore infinito.
Io che ritorno alla casa del Padre da dove sono venuto, in piena festa ad entrare nella nuova dimora, non vi do nessun “addio” ma molti “arrivederci” aspettandovi per riabbracciarvi e baciarvi nella pienezza della vita e dell’amore pere tutta l’eternità.
Affettuosissimo ALDO BONA