Per fortuna per qualche settimana è a portata di mano, all’Osteria Sottovento di Pavia, dal 7 gennaio al 5 febbraio, in via Siro Comi l’eccentrica artista, in LITTLE POINTS, nella figura reale di Stella Venturo, che sembra lei stessa uscita dalle sue creazioni, che lei stessa sembra una figurina creata dalle sue folgorazioni. I suoi lavori stanno andando a ruba nelle ristampe, accessibili ai primi collezionisti d’arte. Ormai gli amici del Sottovento, PiaRita, Riccardo, Dario e Fabrizio ospitano via via artisti diversi nei temi, nelle tecniche, nelle loro essenze, accomunati tutti dal desiderio, e dal bisogno, di creare un mondo che corrisponda al loro sogno più bello. E noi fruitori ci riempiamo occhi e anima ad ogni mostra.
Chiedevo ad inizio anno, a Stella Venturo, di parlami del suo disegnare, in un messaggio privato mentre la stavo corteggiando, e la risposta spiazzante e illuminante venne così: Scrivere di quando disegno mi viene difficile, per questo forse disegno.
Giovane artista, degli anni ottanta, romana di nascita, sperimenta ed usa diverse tecniche: acquarello, incisioni su linoleum, serigrafie, inchiostri, e la pittura acrilica su tela e su legno. Nel locale ci sono i Capottini colorati, quello rosso del prelato che fa quasi paura e quelli indossati da G e B eleganti e più buoni, c’è la donna che diventa libro da leggere nel suo corpo Leggere ti cambia, c’è il gatto che piacerà a mia madre Lattepiù, c’è un amore di travasi tra il cielo dell’uomo e il mare della donna con un uccellino che si abbevera di quelle gocce, la tazza del tè che ha l’infuso di una donna Teatime, c’è il lupo con il cuore e il cuore con l’uomo lupo, c’è l’uomo pianta che diventa libro o che libro diventa pianta che piacerà al mio amico dei boschi Albero degli abbracci, il cane marinaio forse un po’ pesce Seadog, e qualche shops disegnata Buio, perché l’arte si porta anche in giro. E ci sono anche i tranelli delle parole, così come li fanno i bambini quando iniziano a parlare... Uno spazio di immagini libere, che liberano i nostri timori di osare nel colore, nelle associazioni improbabili, nel pensare quello che ancora non c’è, nell’inventarci un mondo parallelo... dove tornare a giocare a fare i bambini, perché quella parte a chi vogliamo dirlo che non l’abbiamo più?
Barbarah Guglielmana
»» Littlepoints
»» fb Little Points