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Simone De Andreis. The Anglosphere 
Alcune riflessioni generali
22 Gennaio 2015
 

Il concetto di Anglosphere, in italiano Anglosfera, venne elaborato dallo scrittore statunitense James C. Bennett agli inizi del terzo millennio e diffuso attraverso la United Press International. Nel 2004 Bennett pubblicò un volume che raccoglie le sue riflessioni dal titolo The Anglosphere Challenge: Why the English – Speaking Nations will lead the way in the Twenty-First Century e da quel momento altri Autori iniziarono ad occuparsi di questo ambito di ricerca.

Le intenzioni di questo scritto sono di ricostruire le linee geografiche, sociali e culturali alla base del concetto di Anglosphere, cercando anche di comprendere le sue origini storiche e la valenza contemporanea.

Per raggiungere tali obiettivi si farà ricorso al pensiero di James C. Bennett, ai contributi elaborati da ASPI (Australian Strategic Policy Institute) e alle riflessioni di Alexander E. Davis della University of Adelaide.

 

1. Che cosa è The Anglosphere

Con il termine Anglosphere si intende un insieme di Paesi i cui cittadini utilizzano l’inglese come prima lingua di comunicazione. The Oxford English dictionary1 definisce Anglosphere come «the group of countries where English is the main native language»; e Winston Churchill scrive nel suo testo A History of the English - Speaking Peoples:2 «English-speaking peoples were the inhabitants of the British Isles, their descendants in the colonies they settled (America, Canada, Australia, and New Zealand), and a limited number of those foreign immigrants to these colonies who had as». Tali definizioni, necessarie ma non sufficienti, risultano però essere superficiali ed è pertanto necessario delimitare più precisamente i confini geografici della Anglosfera. In caso contrario il rischio sarebbe la sovrapposizione del concetto di Anglosphere con quello di Commonwealth of Nations (cfr. illustrazione). Infatti questi due concetti sono bensì interconnessi da legami profondi, ma non possono essere considerati sinonimi. James C. Bennett,3 osserva a tal proposito, che le aree geografiche identificate con il concetto di Anglosphere sono propriamente il Regno Unito, gli Stati Uniti d’America, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda, i così detti Five Eyes.4 Altri Stati anglofoni quali il Sudafrica, l’India, i Caraibi e Singapore sono considerati da Bennett delle frontiere della Anglosphere, ma non propriamente Anglosphere. Le ragioni di tale precisazione sono di natura culturale e sono uno degli elementi di maggiore interesse per queste pagine. Infatti secondo l’Autore americano il legame storico che costituisce l’humus della Anglosfera è basato sulla Magna Carta,5 sulla Rivoluzione inglese, sulla Gloriosa Rivoluzione del 1688,6 sul Bill of Right inglese e americano7 e sui principi della Common Law.8 Pertanto la anglofonia è una condizione di partenza, ma non esaurisce l’intero concetto di Anglosphere. È necessario dunque andare maggiormente in profondità e raggiungere le radici della cultura e della civiltà anglosassone, e quindi i fondamenti della sua democrazia e della sua società civile. In questi si possono trovare i pilastri della Anglosphere. Merriam - Webster dictionary9 definisce The Anglosphere come «the countries of the world in which the English language and cultural values predominate». James C. Bennett pertanto elabora una riflessione culturale, che successivamente evolve anche in una dimensione più propriamente economica, che però elude dagli interessi di queste pagine. Le basi della Anglosfera vengono rafforzate con le due guerre mondiali e con la guerra fredda, quando tutte le Nazioni che la costituiscono lottano assieme per i valori della democrazia e della libertà. Valori che sono anche economici e alla base della rivoluzione industriale e dell’informazione, e alla costruzione dei quali hanno contribuito anche le svariate anime del protestantesimo anglosassone: i Quaccheri delle Pennsylvania e dell’Inghilterra del Nord, i Metodisti inglesi e americani e i Calvinisti della Nuova Inghilterra e della Scozia.

 

2. L'India e la Anglosfera

Emerge dunque molto chiaramente la dimensione culturale e di civiltà sottesa al concetto di Anglosphere e tornano di importanza le parole del Cancelliere tedesco Otto von Bismark, secondo il quale la più importante realtà del ventesimo secolo era il fatto che gli Stati Uniti parlavano inglese.10 Parafrasando le sue parole, potremmo oggi dire che il fatto più importante del ventunesimo secolo è che l’India parla inglese? È un interrogativo emerso fra le pagine di Bennett, ma sviluppato da Alexander E. Davis11 della University of Adelaide.

Davis riflette sulla natura ambigua dell'India: Paese anglofono,12 stato di diritto, grande democrazia multietnica (forse la più grande con i suoi 1.210.193.422 ab. secondo il censimento del 2011),13 impegnata nella difesa delle libertà individuali, ma nello stesso tempo con alcune zone d'ombra, prima fra tutte lo sviluppo della bomba atomica e le tensioni con il Pakistan.14 Tutto ciò rende non chiara la relazione fra il sub-continente asiatico e the Anglosphere. Lo studioso australiano pone in evidenza le ostilità indiane nei confronti di Lord Mountbatten,15 ultimo Vice-Governatore dell'India e il rifiuto, nel 1947, del neo indipendente Paese a riconoscere la cultura anglosassone e pertanto la orgogliosa affermazione di una propria civiltà, nonostante l'uso dell'inglese quale lingua ufficiale del Paese (assieme ad altre 21 lingue a livello regionale).16 L'India ha svolto comunque un lungo percorso dall'indipendenza ad oggi, percorso non semplice e alle volte caratterizzato da tensioni anche con gli Stati Uniti. Davis sottolinea a tal proposito la definizione che il Presidente USA Bill Clinton diede del Paese durante un suo viaggio nel Sud dell'Asia, avvenuto nel marzo del 2000:17 «[t]he most dangerous place in the world today».18 Questo per la tensione tra India e Pakistan a causa del Kashmir. Durante l'amministrazione di George Walker Bush19 la pericolosità dell'India viene percepita in maniera differente20 tanto che il Presidente americano arriva ad affermare che i due Paesi hanno: «common values... As two strong, diverse democracies, we share a commitment to the success of multi-ethnic democracy, individual liberty, and the rule of law».21 George Walker Bush pertanto enfatizza che entrambi gli Stati sono democrazie, diverse ma pur sempre democrazie, e sottolinea la condivisione di valori quali la libertà e lo stato di diritto che sono parti integranti del discorso sulla Anglosfera.

Christopher Hitchens arriva ad affermare che la lingua inglese legherà l'India e la Gran Bretagna assieme nel futuro, e in questo modo le riflessioni nate parafrasando le parole del cancelliere Bismarck sarebbero un po' più di semplici supposizioni.

 

3. Singaporisation22

Un'ultima area che resta da considerare è l'estremo oriente e in particolare i rapporti fra Anglosfera e Cina. Questo settore interessa tutta la Anglosfera, ma è stata fino ad ora affrontata in particolare in Australia, forse considerata anche la vicinanza geografica con la tigre asiatica. Nel Paese australe sono state condotte, e continuano ad esserlo, numerose riflessioni in materia e sta emergendo il possibile ruolo chiave di Singapore, una sorta di "Singaporisation", al fine di valorizzare e usufruire del mix culturale rappresentato dalla città-stato del sud-est asiatico. Anima cinese e malese intersecata alla lingua e cultura anglosassone.23

Il sistema educativo, politico e legislativo di Singapore24 è strutturato su di un modello anglosassone e questo è un elemento costitutivo della Anglosfera, e potrebbe rappresentare una chiave d'accesso per l'estremo oriente e in particolare per la Cina. Infatti studiando il sistema educativo25 dell'isola e in particolare i curricula di studio, è possibile osservare l'intersecarsi di cultura anglosassone e cinese. Nei programmi di studio della scuola primaria la lingua inglese si affianca alla lingua madre che può essere il cinese o il malese, e nella scuola secondaria, è previsto lo studio della lingua e della letteratura inglese, accanto sempre allo studio della lingua madre,così come lo studio della storia, della geografia e della matematica in lingua inglese. Un fenomeno interessante a riprova dello stretto legame fra cultura anglosassone e Singapore è anche la nascita e la diffusione della lingua Singlish,26 una sorta di variante regionale dell'inglese parlato proprio sull'isola del sud-est asiatico. Si tratta di una lingua creola, nata dalla fusione di vocaboli e di elementi inglesi, tamil, malesi, cantonesi, australiani e americani. Una miscellanea che rappresenta molto bene la natura interculturale di Singapore.

Per quanto concerne il sistema politico, Singapore si basa sull'English common law. Tutto ciò rafforza la tesi di una Singapore che gravita nell'ambito della Anglosfera, anche se non ancora pienamente Anglosfera, a causa di alcune zone d'ombra che permangono, come per esempio il rapporto potere-media.

 

Conclusioni

In queste pagine è stato delineato il concetto di Anglosphere, partendo dal pensiero di Bennett per poi arricchirsi delle riflessioni condotte dall'intellighenzia australiana. È importante sottolineare come l'idea di Anglosfera nasca sicuramente dal Britsh Empire e dal Commonwealth of Nations, ma non si ferma a queste Istituzioni, infatti prosegue oltre e prende in considerazione esclusivamente quei Paesi che si inseriscono nel solco della tradizione liberale e democratica anglosassone.

Queste pagine si concludono con una breve osservazione in merito alla principale differenza fra Unione Europea e Anglosfera. La prima cerca di unire popoli e civiltà differenti, con culture e lingue diverse, inserendoli all'interno di una struttura rigida e tendenzialmente centralizzata. Infatti a partire dal 1973, con l'ingresso della Danimarca, dell'Irlanda e della Gran Bretagna nella CEE, si è proceduto ad un progressivo allargamento prima della CEE e poi della UE.27 L'Anglosfera al contrario unisce popoli con una comune matrice culturale, ma cerca di farlo mantenendo autonomia e indipendenza e diversificando i centri del potere. Questa è una differenza sulla quale sarà importante meditare in futuro.

 

Simone De Andreis

 

 

1 www.oed.com

2 Winston Churchill, A History of the English - Speaking Peoples (London: Cassell and Company).

3 James C. Bennett, The Anglosphere Challenge: Why the English – Speaking Nations will lead the way in the Twenty-First Century, Rowman & Littlefield Publishers (April 3, 2007). Cfr. inoltre James C. Bennet, An Anglosphere Primer, Presented to the Foreign Policy Research Institute, 2001. James C. Bennet, Anglosphere Century. The English-Speaking World in an Era of Transition.

4 ASPI - Australian Strategic Policy Institute - Keep calm and carry on. Reflections on the Anglosphere. October 2013.

5 Leggiamo in treccani.it (19/01/2015): «Magna Charta: Carta di libertà rilasciata ai baroni da re Giovanni d’Inghilterra a Runnymede il 15 giugno 1215 (il nome originario era Charta libertatum). Pur presentandosi come un atto unilaterale di concessione da parte del re, era un contratto di riconoscimento dei reciproci diritti, come un qualsiasi atto che nel periodo feudale regolava i rapporti reciproci fra il re e i vassalli; non era quindi rivolta a sanzionare la libertà di tutti i sudditi, ma soltanto dei baroni. È ritenuta però fondamento delle libertà costituzionali inglesi poiché le istituzioni politiche feudali, quali erano consacrate anche nella M., si trasformarono nelle istituzioni politiche costituzionali moderne». Cfr. anche britannica.com

6 Leggiamo in treccani.it (19/01/2015): «Rivoluzióni inglési. Trasformazioni del sistema politico inglese, avvenute tra il 1628 e il 1660 e tra il 1688 e il 1689, che diedero origine alla monarchia costituzionale.

LA RIVOLUZIONE DI CROMWELL

Il primo scontro oppose la dinastia Stuart al Parlamento inglese. Le ragioni del conflitto risiedevano nella politica fiscale della Corona, nel suo tentativo di riaffermare l'autorità della Chiesa anglicana (indebolita dal sorgere delle sette protestanti) e di esautorare gli organismi rappresentativi a vantaggio dei suoi favoriti. Nel 1626 gli oppositori accusarono di dispotismo Carlo I, piegandolo nel 1628 prima a convocare il Parlamento e poi ad accogliere una Petizione dei diritti che sanciva una limitazione dei poteri della Corona. Nel 1629 Carlo riprese nelle proprie mani tutti i poteri ma, sconfitto nel 1639 dall'esercito scozzese, dovette convocare nell'aprile 1640 il Parlamento (cd. Corto Parlamento) per ottenere il concorso finanziario necessario a proseguire la guerra contro gli scozzesi. Decretato dopo due settimane il suo scioglimento, in novembre tornò a riconvocarlo (Lungo Parlamento) in seguito a una nuova sconfitta e dovette fronteggiare la richiesta di porre fine al regime assolutistico. Abbandonata Londra (1641), il sovrano cercò di riorganizzarsi militarmente e nel 1642 tentò un colpo di forza contro il Parlamento trasformando i contrasti politici in guerra civile. Il re era sostenuto dalla grande nobiltà e dalla Chiesa anglicana, i ribelli, guidati da O. Cromwell, dalla borghesia, dalla piccola nobiltà, dagli strati popolari, dai puritani e dalle altre sette protestanti.

LA REPUBBLICA

Le vittorie militari di Cromwell ebbero importanti conseguenze politiche, culminate nella condanna a morte del re (1649). Instaurata la Repubblica, Cromwell accentrò nelle sue mani enormi poteri stroncando sia l'opposizione degli elementi monarchici sia quella delle correnti sociali radicali (livellatori e zappatori) e, sciolto il Parlamento (1653), assunse il titolo di Lord protettore. Il successo della rivoluzione fu effimero: due anni dopo la morte di Cromwell si giunse alla restaurazione stuardista con Carlo II (1660).

LA GLORIOSA RIVOLUZIONE

Il Parlamento non era comunque disposto a perdere le sue prerogative e nel 1688-89 diede vita a una nuova rivoluzione, incruenta, che avrebbe dato origine alla monarchia costituzionale, la c.d. Glorious revolution. Aristocrazia terriera e grande borghesia urbana colsero l'occasione - alla nascita dell'erede al trono, battezzato con il rito cattolico - per offrire (1688) la Corona al protestante statholder d'Olanda Guglielmo III d'Orange (genero del re) e costrinsero Giacomo II (salito al trono nel 1685) alla fuga. Con la Dichiarazione dei diritti (1689), Guglielmo riconobbe le prerogative del Parlamento e i limiti posti all'autorità regia».

7 Leggiamo in britannica.com (19/01/2015): «BBill of Rights, in the United States, the first 10 amendments to the U.S. Constitution, which were adopted as a single unit on December 15, 1791, and which constitute a collection of mutually reinforcing guarantees of individual rights and of limitations on federal and state governments. The Bill of Rights derives from the Magna Carta (1215), the English Bill of Rights (1689), the colonial struggle against king and Parliament, and a gradually broadening concept of equality among the American people. Virginia’s 1776 Declaration of Rights, drafted chiefly by George Mason, was a notable forerunner. Besides being axioms of government, the guarantees in the Bill of Rights have binding legal force. Acts of Congress in conflict with them may be voided by the U.S. Supreme Court when the question of the constitutionality of such acts arises in litigation».

8 Leggiamo in britannica.com (20/01/2015): «Common law, also called Anglo-American law, the body of customary law, based upon judicial decisions and embodied in reports of decided cases, that has been administered by the common-law courts of England since the Middle Ages. From it has evolved the type of legal system now found also in the United States and in most of the member states of the Commonwealth (formerly the British Commonwealth of Nations)».

9 www.merriam-webster.com

10 Cfr. James C. Bennet, Anglosphere Century. The English-Speaking World in an Era of Transition.

11 Alexander E. Davis, India’s Ambivalent Anglosphere Identity and the Politics of International Uranium Sales, University of Adelaide.

12 «[...] pur con tutte le differenziazioni interne esiste anche, ed ha ormai una indiscussa tradizione e solidità, un'area indiana unitaria. Di essa furono padri gli Inglesi, unificando politicamente un enorme territorio che solo in tempi arcaici aveva conosciuto una simile unità [...]. L'unificazione "britannica" sussiste tuttora ed è legata a tre elementi principali: la modernizzazione (iniziata nel secolo scorso con la rete ferroviaria nazionale e proseguita poi in tutti i settori della vita economica); la regolamentazione della vita amministrativa e politica sul modello d'oltremanica; infine la lingua inglese, con la quale soltanto gli Indiani possono comunicare fra loro, al di là della babele di lingue e dialetti diversi, d'ogni regione dell'India». Giacomo Corna Pellegrini, Il mosaico del mondo, esperimento di geografia culturale. Carrocci, Roma 1998. Pag. 151.

13 Calendario Atlante De Agostini 2012, Istituto Geografico DeAgostini, Novara. Cfr. anche Central Intelligence Agency.

14 «I contrasti fra Pakistan e Unione Indiana si sono palesati già nel 1947-48 con la guerra del Kashmir, regione su cui entrambi rivendicano la sovranità: ne sono seguite altre guerre (1965-66, 1971) e una guerriglia separatista sostenuta dal Pakistan che ha alimentato anche l'attività terroristica del fondamentalismo islamico. Il rapporto tra i due paesi, che hanno sviluppato entrambi un arsenale atomico, ha quindi oscillato tra tentativi di dialogo e momenti di forte tensione». Calendario Atlante De Agoatini 2012, op. Cit.

15 Leggiamo in treccani.it (19/01/2015): « Mountbatten, Louis Francis lord (fino al 1917 noto come principe di Battenberg). - Ammiraglio inglese (Windsor 1900 - al largo di Mullaghmore, Irlanda, 1979); studioso di problemi di logistica, progettò (1935) l'allestimento completo di una divisione aerotrasportata. Comandante (1939) della portaerei Illustrious, fu nominato capo delle operazioni combinate (1942) e organizzò in tale qualità i "commandos". Sotto la sua direzione furono compiuti il raid di Saint-Nazaire e quello di Dieppe, azioni destinate a servire di prova per la condotta futura di operazioni anfibie. Dalla prima conferenza del Cairo (1943) fu affidato a M. il comando supremo alleato nell'Asia sud-orientale: erano ai suoi ordini l'armata cino-americana, la 14a armata anglo-indiana, truppe aerotrasportate alleate e la flotta britannica dell'Oceano Indiano. Con queste forze cacciò i Giapponesi dalla Birmania e dall'Oceano Indiano (1943-45). Creato visconte (1946), successe a lord Wavell come viceré delle Indie (1947), divenendo governatore generale dopo la proclamazione dell'indipendenza indiana (15 ag. 1947). Creato conte di Birmania, fu richiamato in patria (1948) e nominato grande ammiraglio; quindi gli fu affidato il comando della squadra britannica del Mediterraneo (1952-54) e nel 1953-54 resse il comando in capo delle forze NATO del Mediterraneo; primo lord del mare e capo di S. M. dal 1955 al 1959, e, infine (1959-65), presidente del Comitato dei capi di S. M. Morì in seguito a un attentato compiuto da militanti dell'ala Provisional dell'IRA».

16 Ethnic groups: Indo-Aryan 72%, Dravidian 25%, Mongoloid and other 3% (2000).

Languages: Hindi 41%, Bengali 8.1%, Telugu 7.2%, Marathi 7%, Tamil 5.9%, Urdu 5%, Gujarati 4.5%, Kannada 3.7%, Malayalam 3.2%, Oriya 3.2%, Punjabi 2.8%, Assamese 1.3%, Maithili 1.2%, other 5.9%

Note: English enjoys the status of subsidiary official language but is the most important language for national, political, and commercial communication; Hindi is the most widely spoken language and primary tongue of 41% of the people; there are 14 other official languages: Bengali, Telugu, Marathi, Tamil, Urdu, Gujarati, Malayalam, Kannada, Oriya, Punjabi, Assamese, Kashmiri, Sindhi, and Sanskrit; Hindustani is a popular variant of Hindi/Urdu spoken widely throughout northern India but is not an official language (2001 census).

Religions: Hindu 80.5%, Muslim 13.4%, Christian 2.3%, Sikh 1.9%, other 1.8%, unspecified 0.1% (2001 census).

Population: 1,236,344,631 (July 2014 est.).

Dati presi da Central Intelligence Agency, 19/01/2015.

17 Cfr. la Repubblica, 20 marzo 2000 su ricerca.repubblica.it

18 Idem.

19 In carica quale 43º Presidente degli Stati Uniti d'America dal 20 gennaio 2001 al 20 gennaio 2009.

20 Cfr. "Stati Uniti e India: nuovi ottimi amici?" di Immanuel Wallerstein (traduzione di Fabio Tarini), ScienzaePace, Rivista del Cisp - Università di Pisa, maggio 2006.

21 Idem.

22 Cfr. ASPI - Australian Strategic Policy Institute, Keep calm and carry on. Reflections on the Anglosphere, op. cit.

23 «L'isola di Raffle è diventata l'espressione più completa del capitalismo confuciano (Lim Chee Then 1992). L'apparente contraddizione tra società strettamente gerarchizzata e liberismo economico sembra essersi qui realizzata. [...] Per duecento anni gli Inglesi hanno controllato l'Asia orientale da Singapore. Quando se ne sono andati (nel 1959) hanno lasciato una città multietnica, ma della quale il gruppo cinese (con tutto lo stile di vita della etnia Han) aveva (ed ha) un controllo completo». Giacomo Corna Pellegrini, op. Cit.

24 SINGAPORE. Ethnic groups: Chinese 74.2%, Malay 13.3%, Indian 9.2%, other 3.3% (2013 est.).

Languages: Mandarin (official) 36.3%, English (official) 29.8%, Malay (official) 11.9%, Hokkien 8.1%, Tamil (official) 4.4%, Cantonese 4.1%, Teochew 3.2%, other Indian languages 1.2%, other Chinese dialects 1.1%, other 1.1% (2010 est.).

Religions: Buddhist 33.9%, Muslim 14.3%, Taoist 11.3%, Catholic 7.1%, Hindu 5.2%, other Christian 11%, other 0.7%, none 16.4% (2010 est.).

Population: 5,567,301 (July 2014 est.).

Dati presi da Central Intelligence Agency, 19/01/2015.

25 www.moe.gov.sg

26 Cfr. goodenglish.org.sg, talkingcock.com, singlishdictionary.com

27 Cfr. europa.eu (20/01/2015).

 

 

 

Illustrazione. I Paesi in blue fanno parte della Anglosfera. I Paesi in azzurro più quelli in blue compongono il Commonwealth of Nations


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