Dunque, adesso conosciamo il “limite” del sig. Bergoglio, Papa della chiesa cattolica: la mamma (sua). Non è un limite particolare o sorprendente, è molto condiviso dai maschi a qualsiasi latitudine ed è usato come giustificazione per un’infinità di reazioni violente. «(…) se il dottor Gasbarri, che è un amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, lo aspetta un pugno!» spiega il Papa in un’intervista pubblicata oggi, 15 gennaio 2015. «Ma è normale! Non si può provocare».
Considerata la posizione dell’uomo che dice quest’immane sciocchezza, i danni al lavoro delle attiviste e degli attivisti antiviolenza avranno un certo peso. La violenza è di nuovo presentata come inevitabile dal capo di una delle maggiori religioni mondiali. Le vittime di violenza se la sono attirata addosso, “provocandola”. E c’è una categoria di persone, sul nostro pianeta, investita da una quantità di violenza estrema a cui si ripete proprio questo, che provocano: le donne che muoiono per mano dei loro partner, le donne violate, le donne picchiate, le donne che subiscono abusi in famiglia. Molte di queste donne sono madri. Il rispetto per la loro integrità corporea e la loro volontà ammonta a zero, spesso, persino da parte di quei figli che però non permetteranno a nessuno di dir loro parolacce.
È seccante doversi ripetere, sia per chi parla sia per chi ascolta, ma non sono disposta a lasciarmi travolgere dalla stanchezza, perciò, tanto per ri/cominciare: NON C’È NIENTE DI NATURALE, DI INEVITABILE, DI PREDISPOSTO NELLA VIOLENZA.
I geni non producono individui inevitabilmente predisposti alla violenza.
La violenza non fa parte del nostro retaggio evolutivo né dei nostri geni.
Le nostre azioni sono modellate dal nostro condizionamento e dalla nostra socializzazione: nella nostra neurofisiologia non v’è nulla che ci obblighi a reagire con violenza.
Lo dico io? No, lo dice la “Dichiarazione sulla violenza” rilasciata il 16 maggio 1986, a Siviglia, al termine di un consesso dei maggiori esperti mondiali in etologia, psicologia, neurofisiologia, psichiatria, antropologia, comportamento animale, psicobiologia. «In essa sfidiamo alcune presunte scoperte biologiche che alcuni, anche nelle nostre stesse discipline, hanno usato per giustificare la guerra e la violenza. L’abuso di teorie e dati scientifici (…) non è nuovo, ma risale agli inizi della scienza moderna. Per esempio, la teoria dell’evoluzione è stata usata per giustificare non solo la guerra, ma anche il genocidio, il colonialismo e la soppressione dei deboli». E da allora non vi sono state eclatanti scoperte scientifiche che smentiscano tale analisi.
Cosa significa, questo? Che non c’è un responso fisiologico automatico e violento (il pugno) alla parolaccia detta alla mamma. Quindi no, Bergoglio, non è “normale”, è “normalizzato”, il che è tutt’altra faccenda.
Maria G. Di Rienzo
(da Lunanuvola's Blog, 15 gennaio 2015)
P.S. Dubbi? Ho già risposto qui.