(Valentina Stella) Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, ha inviato una lettera aperta al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (oggi pubblicata anche sul Garantista) sul tema della fecondazione assistita e della assistenza ai disabili. Di seguito il testo integrale della lettera:
Gentile Ministra,
è con gioia che Le faccio i migliori auguri per la gravidanza gemellare che porta in grembo.
E mi fa particolarmente piacere rivolgermi oggi non solo alla sensibilità di una donna ma anche allo sguardo nuovo che questa esperienza dona non solo al Suo ruolo ma anche al desiderio di maternità che è qualcosa che nella vita non è opzionale ma profondamente radicato anche nella nostra umanità.
Ho letto una sua recente intervista in cui ha dichiarato “Un paese che non fa bambini muore”: a partire da questa comune convinzione per tanti anni insieme al partito radicale, all’Associazione Luca Coscioni e a tanti cittadini ho combattuto per eliminare i divieti della legge 40 e garantire così alle coppie italiane che non hanno la possibilità di avere una gravidanza in sicurezza la stessa gioia, la stessa pienezza che dà l’esperienza che Lei sta provando.
E questo non perché debba esistere un diritto ad “avere un figlio a tutti i costi”, come spesso sostengono i detrattori delle tecniche di riproduzione assistita, ma perché credo che tutti debbano essere posti nelle stesse condizioni di poter perseguire questa speranza senza subire discriminazioni né di censo né di età.
Sempre nella stessa intervista Lei ha confessato: «Ho 43 anni e questa gravidanza, cercata, voluta, è arrivata quasi fuori tempo massimo. Mi ero quasi rassegnata».
Proprio per questo, per scongiurare ogni tipo di rassegnazione nel desiderio genitoriale più che mai penso che Lei possa comprendere il senso di alcune richieste ancora oggi inevase nel nostro Paese a cui va posto un rimedio urgente.
Chiedo a Lei che sia rispettata la legge 40 con l’emanazione di nuove linee guida, che aboliscano il limite illegittimo dei 43 anni introdotto con le linee guida della conferenza stato regioni per l’accesso all’eterologa con pagamento di ticket nel pubblico e nel privato convenzionato: nessuno venga discriminato da un limite così arbitrario, non contemplato nella stessa legge 40, e costretto a rivolgersi a strutture private o a rinunciare in assenza di disponibilità economiche.
È fondamentale anche avviare una campagna ministeriale informativa, come previsto già da altri Stati, sulla donazione di gameti: un dono che tanti italiani sarebbero pronti a fare per consentire ad altre coppie di diventare madri e padri.
Non meno importante la questione del Registro nazionale dei donatori per la fecondazione eterologa: è necessario rispettare la loro privacy così anche per i nati. Questi registri se utilizzati diversamente costituirebbero un deterrente molto forte per la donazione stessa.
Come Associazione Luca Coscioni auspichiamo che anche gli ultimi divieti previsti dalla stessa legge 40 non cadano, come i precedenti, per merito della Corte Costituzionale, ma bensì per una volontà politica, e quindi nella sua sede più naturale, degna di una democrazia matura, attraverso una legge abrogativa che preveda anche l’accesso alle tecniche per le coppie fertili e l’utilizzo degli embrioni non idonei per una gravidanza ai fini della ricerca scientifica, come già avviene in altri Paesi. Significherebbe da un lato far tonare l’Italia e i suoi scienziati ad essere competitivi a livello internazionale e dall’altro potenziare la ricerca di cure a malattie fino ad ora inguaribili e invalidanti e dare risposte ai malati.
E a partire da quest’ultimo punto che concludo con un forte appello per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza – in cui inserire le tecniche di fecondazione medicalmente assistita sia omologhe che eterologhe – e del nomenclatore tariffario: termini forse complessi ma che equivalgono a fornire una dignitosa assistenza e una vita indipendente a migliaia di persone, troppo spesso tradite dalla burocrazia e dalla politica indifferente.
Filomena Gallo