Firenze – Dopo l'eccidio dei giornalisti del giornale satirico Charlie-Hebdo e dopo la oceanica manifestazione di Parigi per affermare la libertà di espressione contro gli attacchi terroristici, cosa è cambiato? Sicuramente è cambiato il clima di insicurezza/sicurezza in Francia, in Europa e nel mondo. Ma per la libertà d'espressione, non solo la situazione è come prima, ma più di prima....
L'attore comico M'bala Dieudonné, dopo essere stato messo sotto indagine dalla Procura di Parigi per “apologia di terrorismo”, ieri è stato arrestato e rilasciato in giornata, con tanto di formalizzazione delle accuse della Procura, con udienza il prossimo 4 febbraio. È ovvio che, proprio come hanno fatto al giornale Charlie-Hebdo con la pubblicazione in tre milioni di copie e la riproposizione delle vignette sulla religione islamica, Dieudonné ieri sera ha mantenuto fede ai suoi impegni teatrali e sul palco ci è “andato giù pesante” con la sua satira essenzialmente anti-ebraica.
Perché avrebbe dovuto essere diverso per Dieudonné rispetto a Charlie-Hebdo? Invece è cosi! La libertà di espressione -lo dicono anche le loro leggi- non è la stessa se si deride una confessione religiosa (islamismo, cattolicesimo, etc.) piuttosto che un'altra (ebraismo).* Motivi? Di diversi tipi e origini (che qui non analizziamo), che traggono origine dai profondi sensi di colpa che alcuni ordinamenti statuali del cosiddetto Occidente hanno avuto e continuano ad avere nei confronti di un regime -quello nazista del secolo scorso- che era nato proprio dalla culla della cultura occidentale. Sensi di colpa e cultura che, per esempio, ha visto negli anni scorsi proprio il giornale Charlie-Hebdo farsi promotore di una petizione che -forte di centinaia di migliaia di firme- chiedeva la messa al bando del partito Front National di Le Pen. Alla faccia della libertà di espressione!
Come prima, più di prima... Quindi “prima” era cosi” ed oggi -punta di diamante il caso Dieudonné- più di prima. Ricordando che, in prima fila l'altro giorno alla manifestazione di Parigi, non è che ci fosse il fior fiore della libertà di espressione e di regimi formatisi dopo un'espressione democratica del popolo.
Un impazzimento generale? No, semplicemente: nulla di nuovo! I soliti metodi che proclamano fondamentali le proprie libertà ma non quelle degli altri, magari presentandole come forme estreme che le renderebbero per questo istigatrici di atti contro la civile convivenza.
Un impazzimento però è possibile. Lo rileviamo anche in onore e come esempio di una satira che oggi viene presentata come baluardo -in generale- della libertà. Visto che il giornale Charlie-Hebdo dopo il massacro ha avuto finanziamenti pubblici che prima si sognava, così come ha stampato 3 milioni di copie pare tutte vendute (la sua media era di 60.000), non vorremmo che i tanti editori in crisi ci facessero più che un pensierino per una qualche soluzione ai loro problemi.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
* Qui una nostra irriverente opinione già espressa in merito.