“Chiuso per ripetute minacce”, il cartello affisso alla porta non lascia dubbi: a Locri, Reggio Calabria, la sede della Rete dei Comuni solidali –Recosol– ha momentaneamente sospeso le attività.
Qui, in terra di 'ndrangheta, è difficile operare e l'attività che stava portando avanti la Rete a favore dei migranti evidentemente ha dato fastidio. Per due mesi hanno lavorato a sostegno del progetto per l'inclusione sociale dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico attivo a Gioisa Jonica: front-office, attività scolastiche, educative, raccolta indumenti usati e assistenza. Ma adesso gli operatori hanno deciso di fermarsi e denunciare, pubblicamente e alle forze dell'ordine, l'accaduto.
Un fatto grave, questo, che segna ancora una volta questa terra martoriata dagli affari sporchi e dalle logiche del malaffare della 'ndrangheta.
Così ecco che Giovanni Maiolo, referente della Rete per la Calabria, si è recato dai Carabinieri a sporgere regolare denuncia. Le indagini, dunque, sono state avviate, ma una cosa è certa occorre non lasciare soli gli operatori della Recosol, occorre far quadrato attorno a questa realtà che sta portando avanti con successo progetti interessanti e che non può e non deve fermarsi per colpa dei soliti noti.
Paola Suraci
(da immezcla, 10 gennaio 2015)