Lo sapevo
nulla cambia
oggi è ieri
con me
sempre in ritardo
Mai in mezzo
alla storia
troppo avanti
da restare indietro
indietro ero avanti
Mi sono persa
nell'andirivieni
delle turbolenze
di una vita agitata
molto agìta
Sono una stanca
clandestina di me
Federica Bonzi
Scritta una settimana fa, sembra combaciare con i fatti di cronaca, il massacro della redazione di Charlie Hebdo a Parigi dove si tenne la prima dichiarazione dei diritti dell'uomo.
La poesia agita di Federica Bonzi, che si inserisce in tal contesto così barbaro, si potrebbe sintetizzare omnia mutantur, nihil interit. Un processo implicito all'inanità della Storia del progresso umano, dei diritti inalienabili, del diritto di proprietà che non deve esser inteso come proprietà acquistate ma di disporre di sé, della propria persona, del proprio lavoro, della propria libertà, di cui quella d'espressione è fondamentale. Questa sacrosanta autonomia di agire, di essere sé, è messa in seria discussione dall'imbarbarimento quotidiano. Da qui la chiosa superba e sincera, senza inutili orpelli... siamo tutti clandestini in un mondo siffatto. (Enrico Marco Cipollini)