Firenze, 6 gennaio 2014 – Senza entrare nel bisticcio politichese di pro e contro Berlusconi (che proprio ci interessa poco) della norma del 3% prevista dall'articolo 19bis presumibilmente infilata dalla mega-consigliera ex-vigile del presidente Matteo Renzi, nel decreto sul Fisco, cerchiamo di ragionare da sudditi comuni.
Quel che ci fa “strabuzzare” gli occhi (pur se, in linea di massima, è “solo” una conferma) è che tra governanti, rappresentanti del popolo, tecnici da tutti loro scelti e assoldati coi nostri contributi, ci siano persone che ragionino in questo modo:
- puoi evadere il fisco senza essere punito quando non lo fai oltre il 3% del tuo imponibile dichiarato;
- per essere considerato dichiarante infedele, e soggiacere ad una pena, non devi superare un'evasione di 150.000 euro;
- per essere considerato un dichiarante fraudolento non devi emettere fatture false che superino i 1.000 euro;
- se hai un'impresa e scarichi fiscalmente per la stessa il parrucchiere di tua moglie o i vestiti di tuo marito (quelli che non indossa durante le riunione del consiglio d'amministrazione o quando -come capo di impresa- va al seguito di un presidente del consiglio in visita in qualche Stato estero per la promozione del made in Italy), nonché l'auto per i 18 anni di tuo figlio... tutto questo è legittimo che sia lo Stato a pagarlo, per la parte di deduzione, come costo d'impresa.
Dall'altra parte, quella dei sudditi, continuano invece ad accadere cose del genere:
- paghi una multa il giorno dopo della scadenza, e l'importo raddoppia;
- hai un credito per aver fatto un lavoro ad una pubblica amministrazione, fallisci perché la PA dopo anni non ti paga;
- hai un credito Iva o qualcosa del genere verso lo Stato, e -forse- solo dopo una causa giudiziale riesci ad avere il tuo, senza nessuna forma di penale e spese sostenute per il risultato (il giudice, compensa le spese tra le parti...);
- etc. etc. Ognuno può prendere nel proprio vissuto un esempio, e continuare questa lista all'infinito.
Torna tutto? A noi no! Lo Stato un po' delinquente non ci piace, così come non ci piace lo Stato vessatore/canaglia. Siamo puristi? No, il purismo non esiste, ma esistono doveri e diritti, l'ordine e l'amministrazione: contesti in cui le leggi dovrebbero essere uguali per tutti, e coloro che le concepiscono, approvano e mettono in pratica dovrebbero essere più probi dei loro sudditi.
Ognuno faccia tesoro di questa semplice riflessione/confronto.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc