“Un patrimonio che va ben al di là del territorio. Una collezione che proietta in una dimensione oltre, per durare nel tempo”. Come non essere d'accordo con quest'affermazione concernente il Museo della Ceramica inaugurato lo scorso 16 dicembre nel quattrocentesco edificio del Monte di Pietà, la cui fondazione risale a Papa Sisto IV? Dei 1400 metri quadrati dello storico edificio ben 905 sono dedicati alla meravigliosa esposizione ricca di 900 pezzi, i quali peraltro possono essere uniti in un unico percorso con le opere dell'adiacente Pinacoteca Civica.
Davvero il savonese Museo della Ceramica è un unicum: dalla vaseria dell'Antico Ospedale di San Paolo alle varie donazioni e collezioni, dalle opere di grandi artisti della contemporaneità alle interpretazioni più varie di quest'arte applicata tanto ricca di suggestioni e fascino. Bellezza e utilità congiunte insieme. I pezzi ospitati dal Museo si dividono (più consono sarebbe dire... moltiplicano) e dispongono in un itinerario di quattro piani espositivi rispettando l'individualità delle diverse collezioni secondo un criterio tipologico/cronologico. L'allestimento, a cura di Cecilia Chilosi ed Eliana Mattiauda, è perfetto e quel che si riversa all'occhio è magnifico. Un museo che emoziona e, nel contempo, proiettato nel futuro con la sua Quadrisfera e la vetrina interattiva, ideati dal fisico Paco Lanciano.
«... una tradizione i cui frutti si sono manifestati ininterrottamente per più di sei secoli – dal Quattrocento ad oggi – a Savona e Albisola, storicamente tra i più importanti centri produttivi ceramici del Mediterraneo. Nel Museo trovano quindi spazio le raccolte di proprietà della Pinacoteca Civica [...] la prestigiosa donazione del Principe Boncompagni Ludovisi e i pezzi donati o in deposito alla Pinacoteca a partire dal 2011 (raccolte Folco e Figliolia) – a cui si aggiungono le ceramiche acquistate nel tempo dalla Fondazione A. De Mari di Savona, come il corredo della farmacia Cavanna, la collezione Bixio e importanti opere tratte dalle edizioni della Biennale della Ceramica, realizzate da noti artisti e designer contemporanei».
Lunga e splendida è stata la strada, dai laggioni quattro-cinquecenteschi, «piastrelle ispirate agli azulejos ispano-moreschi, destinate a rivestire muri e pavimenti delle abitazioni di nobili e ricchi mercanti», alle opere con decori e motivi animali e floreali di ispirazione orientale, in una straordinaria commistione con il repertorio occidentale. E poi lo stile istoriato barocco, le scene figurate mitologiche, letterarie, storiche o religiose, il gusto rococò e i modelli francesi, i vasellami e le piccole plastiche di Giacomo Boselli, la produzione popolare, la terraglia neoclassica, le terrecotte gialle, il déco, le influenze, addirittura, del futurismo se non l'informale e l'astrattismo.
Come non perdersi innanzi a Il ratto di Europa (1721), «un raro esempio datato e firmato dal pittore savonese Gio Agostino Ratti, tra i maggiori interpreti della maiolica ligure settecentesca. Il manufatto completa la trilogia di cui erano noti solo gli esemplari conservati rispettivamente al Kunstgewerbemuseum di Berlino e a Palazzo Madama di Torino»? E, via di seguito... le taches noires e nere; oltre 200 opere del Seicento e del Settecento del Principe Arimberto Boncompagni Ludovisi e della consorte Rosella, parate, sfilate e teorie di vasi, piatti, vassoi, sottocoppe e tulipaniere; vaserie, con idrie (stagnoni) per le acque, pillolieri per le pillole, fiaschette per i semi, albarelli, vasi da elettuari e vasi troncoconici per le miscele grasse; «esempi della declinazione razionalista progettati da Nicolaij Diulgheroff, in maiolica mat, la serie dei “piatti del pane” di Berzoini e un grandissimo piatto di Ongaro»; la Deposizione di Sassu, il Cinghiale di Fancello e la Clessidra di Lorenzini, e, fra Savona e Albisola le ceramiche di pittori e scultori come Jorn, Lam, Capogrossi, Dova, Treccani; l'Albero di kaki di Maria Galfré; il design, con esempi by Bertozzi e Casoni, Michelangelo Pistoletto, Adrian Paci, Yona Friedman, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Pekka Harni e Franco Raggi; Nena e la stupenda e commovente Maternità del 1931 di Arturo Martini, opere in terra refrattaria; i manufatti dedicati alla devozione popolare, come il «ricco Presepe del ceramista Antonio Tambuscio costituito da ventisei piccole plastiche in terracotta modellata a stampo e dipinte in vivace policromia con colori a freddo». E tanto, tanto altro ancora, fra sacro e profano, fra oggetti legati alle necessità della vita quotidiana e prodotti che pensano all'estetica, sovente in rara e preziosa coniugazione.
E, come già accennato, alla fine del percorso... «la quadrisfera, una struttura che permette di assistere a una multiproiezione di filmati sincronizzati in un caleidoscopio tecnologico, grazie a un complesso gioco di monitor e specchi. Attraverso suoni e immagini l'allestimento narra, in modo suggestivo, la storia e gli sviluppi della ceramica ligure. Una vetrina interattiva multimediale dà inoltre vita a racconti che ci introducono nei diversi percorsi della materia: le tecniche di lavorazione, i corredi delle farmacie, il vasellame da tavola e gli itinerari della sua diffusione».
Un Museo altamente istruttivo. Un Museo che tocca i sensi e il cuore.
Alberto Figliolia
Museo della Ceramica, ingresso e biglietteria Palazzo Gavotti, piazza Chabrol 1-2, Savona (anche con accesso disabili); e-mail: musei@comune.savona.it; sito web www.museodellaceramica.savona.it; biglietteria tel. 019 8310256019 8310256, Uffici Servizio Musei tel. 019 8310339/8310686. Orari: lunedì, martedì, mercoledì 10-13:30; giovedì, venerdì, sabato 10-13:30 e 15:30-18:30; domenica 10-13:30. Dalle ore 8:30 alle ore 10 (dal lunedì al venerdì) il museo è aperto a richiesta per gruppi e scolaresche. Biglietti: intero euro 6; ridotto gruppi-convenzioni euro 3; biglietto con visita guidata (per gruppi su prenotazione) euro 8; ingresso gratuito fino a 18 anni e oltre i 65 anni, studenti universitari, portatori di handicap.