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EveryOne Group. Premio Makwan 2014 a Timothy Donald Cook
31 Dicembre 2014
 

Saint Paul's Bay, Bugibba (Malta) – La giuria di EveryOne Group, composta da difensori dei diritti umani, artisti e scrittori civili, ha deciso di assegnare il Premio “Makwan 2014 per i diritti umani” all’amministatore delegato della Apple Timothy Donald Cook, più conosciuto come Tim Cook.

«Negli ultimi anni», spiega nella motivazione la giuria, «Tim Cook si è dedicato a sostenere le istanze civili della comunità LGBT e i diritti umani quali basi della civiltà, contro ogni discriminazione e in particolare l’omofobia. La sensibilità e l’equilibrio con cui Tim Cook affronta gli argomenti non è solo degna di personaggi che in passato sono stati capaci di portare grandi cambiamenti ed evoluzioni delle società, ma dimostra un reale bisogno – come il dirigente esprime anche all’interno dell’azienda che dirige – di condurre l’umanità verso obiettivi universali, evolutivi, di uguaglianza e verso valori che uniscano l’umanità».

In un mondo dove l’immagine è alla base del successo, dove competitività e numeri sono i fattori chiave secondo i quali paesi e aziende costruiscono il futuro delle società, Tim Cook ha scelto, con la ragione e il pensiero, con la parola e il dialogo, di esporre se stesso e la sua azienda come un esempio di dignità e successo in favore delle minoranze, in particolare quella LGBT, che ancora oggi sono vittime di gravi atti di discriminazione sociale e istituzionale, violenza psicologica e fisica. In diversi paesi, di vere e proprie persecuzioni che spesso hanno epilogo in tragedie irreparabili.

La voce di Tim Cook riporta dignità e speranza attraverso azioni pubbliche che nobilitano la diversità attraverso la cultura e l’informazione per abbattere con la parola ogni forma di razzismo e discriminazione in favore di un’uguaglianza.

Tra le più recenti apparizioni, nel dicembre 2013, Tim Cook ha tenuto un discorso alle Nazioni Unite presso la Auburn University trattando temi fondamentali come la dignità umana e i diritti della comunità LGBT e per sostenere le riforme legislative per il rispetto dei diritti LGBT e degli immigrati. Un gesto importante quello di aver sottolineato che non esiste confine tra la sua visione dei diritti umani e l’impiego di risorse dell’azienda che dirige per sostenere le minoranze. Ecco alcuni passaggi del suo discorso:

«Sin da giovanissimo, ho visto e vissuto molti tipi di discriminazioni e ognuna di essa aveva radice nella paura verso le persone diverse dagli individui che appartengono alla maggioranza. Questi eventi hanno contribuito a delineare la mia personalità e i miei valori».

«La giustizia e l’uguaglianza sono valori necessari alla dignità umana. Questi valori ci hanno guidato alla creazione di programmi di educazione e consapevolezza dei diritti umani e ciivili che ho messo a disposizione di oltre 2 milioni di dipendenti, in tutto il mondo, dell’azienda che dirigo. Programmi che vanno ben oltre le leggi attualmente in vigore a protezione dei diritti umani. In Apple, centinaia di persone sono dedicate ogni giorno solo a svolgere questo compito. È un lavoro difficile che richiede onestà, dedizione e determinazione e che hanno come unico fine la dignità umana. Ed è un lavoro che portiamo avanti senza pensare al ritorno di investimento».

«Su queste basi poi abbiamo recentemente supportato la legislazione che impone uguaglianza e non discriminazione per tutti gli impiegati, a prescindere da chi amano. Tale legislazione, nota come Employment Non-Discrimination Act, proibisce la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. Ci ho sempre creduto, e Apple ha implementato protezioni per gli impiegati, anche quando la legge non lo prevedeva. Ora è tempo di riscrivere questi princìpi della dignità umana nel libro della legge. La sfida è quella di agire. I diritti umani e la dignità sono grandi principi filosofici, e l’applicazione di questi principi dipende dalle nostre azioni individuali, ogni giorno».

Cook, che con discrezione ha sempre sostenuto la causa LGBT anche partecipando ai Gay Pride con centinaia di dipendenti Apple e donando fondi alle organizzazioni che proteggono i diritti LGBT, ha continuato il discorso citando Kennedy, Mandela e King, per lui fonti di ispirazione e modelli di valore civile:

«Ogni generazione ha una grande opportunità di creare condizioni di uguaglianza e giustizia. Di rispettare i diritti umani e la dignità e il valore della persona. Questo lavoro non è mai finito ma è sempre possibile metterlo in opera». (J. F. Kennedy)

«Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, possono anche imparare ad amare». (Nelson Mandela)

«È sempre il momento giusto per fare quello che è giusto». (Martin Luther King)

«Oggi, qui, abbiamo l’opportunità di continuare il nostro progresso nel rispetto delle razze, abbracciare le riforme dell’immigrazione ed eliminare la discriminazione contro la comunità LGBT. È una sfida per tutti noi. Ma specialmente per i giovani che sono qui stasera. Molto spesso i diritti umani sono stati guidati da giovani che non sono sposati con i pregiudizi del passato. Pensate attentamente alle parole della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e se ci credete quanto me, spingete più che potete per far si che tutte le persone a voi vicine votino contro la discriminazione. Se ci credete quanto me, sostenete le riforme sull’immigrazione che rispettino i diritti umani basilari e la dignità umana. Entrambe sono scelte importanti per l’economica americana. Ma non sostenetele per l’economia, fatelo perché perché sono giuste e corrette. Non permette che la maggioranza limiti i diritti delle minoranze, non permettete che persone che sono spaventate da ciò che è diverso da loro neghino i diritti degli altri o la dignità di altri esseri umani».

Pochi mesi dopo, in risposta a diverse comunicazioni giornalistiche e popolari che speculavano sul suo orientamento sessuale, Cook ha dichiarato a BusinessWeek:

«Mentre non ho mai negato quale sia il mio orientamento sessuale, non l’ho nemmeno mai dichiarato pubblicamente fino a oggi. Quindi permettetemi di essere chiaro: sono orgoglioso di essere gay e considero l’esserlo uno dei più grandi doni che dio mi abbia dato. Essere gay mi ha permesso una profonda comprensione dell’appartenere a una minoranza e dato l’opportunità di affrontare sfide che ogni giorno sono vissute da altre minoranze. Mi ha reso più empatico, condizione che mi ha condotto a una vita più competa. A tratti è stato difficile, ma mi ha dato la forza di essere me stesso, seguendo il mio percorso, permettendomi di oppormi alle avversità e al bigottismo. Mi ha anche donato una ‘pelle da rinoceronte’, che in molti casi può tornarti utile quando sei il CEO di Apple».

«Non mi considero un attivista, ma mi rendo conto di quanto ho beneficiato dei sacrifici di altre persone. Se scoprire che il CEO di Apple è gay può aiutare persone che soffrono perché hanno difficoltà ad accettarsi o se può confortare coloro che si sentono soli, o ispirare persone che credono nell’uguaglianza, allora è un compromesso alla mia privacy che accetto molto volentieri».

Pochi giorni dopo Cook ha tenuto un discorso all’Alabama Academy of Honor dove ha criticato la sua terra d’origine per i fallimenti nell’avanzamento dei diritti LGBT, pari opportunità per le diverse razze ed educazione.

A Tim Cook è assegnato il premio Makwan, per l’impegno coraggioso e assiduo contro l’omofobia, il razzismo e ogni altra forma di discriminazione sociale. Grazie a tale impegno, l’amministratore delegato di Apple è divenuto agli occhi della società e in particolare delle nuove generazioni un modello di responsabilità personale e civile, indicando una strada virtuosa: di pari passo con la propria evoluzione professionale, si deve esercitare con orgoglio e integrità il dovere, in quanto persone, di contribuire alla crescita della società umana alla quale tutti noi apparteniamo.

 

 

Il Premio Makwan:

Il Premio Makwan per i Diritti Umani è dedicato alla memoria del ventunenne gay Makwan Moloudzadeh, impiccato il 5 dicembre 2007. Il riconoscimento è assegnato ogni anno, in base alla decisone di una giuria internazionale, a persone o associazioni che si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli individui, dei gruppi sociali e dei popoli.

 

 

Nomination 2014:

Rebecca Covaciu, Romania (per il suo impegno attraverso l'attivismo umanitario, l'arte e la cultura, a difesa del popolo Rom);
Frank Mugisha, Uganda (per il suo attivismo a protezione della comunità LGBT ugandese);
Kasha Nabagesera, Uganda (per il suo attivismo a protezione della comunità LGBT ugandese);
Santino Spinelli, Italia (per l'attivismo nonché l'impegno artistico e culturale a promozione dei diritti di Rom e Sinti nel mondo);
Timothy Donald Cook, U.S.A. (per il suo coraggio nel promuovere i diritti LGBT, contro ogni forma di omofobia);
Regina e Christofer Catrambone, Italia/U.S.A. (per la realizzazione del progetto MOAS - Migrant Offshore Aid Station - finalizzato al salvataggio dei profughi in mare).

 

EveryOne Group


 
 
 
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