All’inizio dello scorso settembre un insieme di edifici (vedi foto copertina) facenti parte di un “nucleo di antica formazione” (tutti quelli a monte del sentiero che lo attraversa), in loc. Ai Prai, Contrada Vassalini, nel Comune di Chiesa in Valmalenco, sono stati rasi al suolo (nella foto all. 2 è indicato ciò che è stato... conservato).
Vediamo qual è il contesto delle norme e le azioni degli attori di questa vicenda.
Un pgt per sognare.
«...La sommatoria dei “sistemi” interagenti che si articolano tra loro e che si compenetrano agli elementi “forti” e “strutturanti” della natura (boschi, emergenze geologiche, energie di rilievo ecc.) o che hanno dato vita a fenomeni di antropizzazione creando centri urbani, insediamenti rurali, alpeggi e maggenghi, costituisce i complessi “paesaggi” percepiti.
Agli elementi areali se ne aggiungono altri puntuali (chiese, torri, castelli, alberi monumentali, massi erratici) o lineari (strade, sentieri filari di alberi, muracche e confini, corsi d’acqua ecc.).
La loro unitarietà è solo apparente, in quanto si tratta di un sistema complesso di immagini frantumate in un mosaico nel quale ciascuna tessera è distinguibile dalle altre per caratteristiche proprie, ma che riunite tutte insieme, forniscono la percezione di una realtà unitaria.
Quindi, se la qualità dell’ambiente e del paesaggio dipende dalla coesistenza e dalla interazione di questi diversi elementi, l’obiettivo principale della normativa deve essere necessariamente la tutela dei singoli elementi e la contestuale valorizzazione di tali complessi sistemi in armonia con le opportunità di sviluppo sostenibile, sia sotto il profilo ambientale, sia sotto quello economico».
Sogno o son desto? Sei desto, e stai leggendo il PGT di Chiesa in Valmalenco; continuiamo:
I “nuclei di antica formazione”.
«Perciò la conservazione e la valorizzazione dei nuclei di antica formazione e delle baite che conservano tipologie costruttive tradizionali, è altrettanto importante del restauro di una antica chiesa o del recupero di un importante monumento dell’architettura civile».
«In modo analogo si deve operare nel tessuto urbano di antica formazione, affinchè gli interventi avvengano nel rispetto dei valori del passato e del presente rilievo paesaggistico ambientale, non ci si deve limitare alla trasformazione igienico funzionale degli edifici, pure importante, ma deve prevalere la sensibilità nella conservazione di quegli episodi, anche minuti, che nell’insieme definiscono l’atmosfera di una via, di un angolo, di una vista o anche di un singolo edificio: sono il susseguirsi delle facciate, l’andamento delle gronde, la tortuosità delle strade, l’irregolarità di slarghi e piazzette, le antiche scale in sasso, i passaggi pedonali coperti che uniscono edifici antistanti, le pavimentazioni stradali, ma anche gli elementi di arredo…»
Il Piano delle Regole.
Regole chiare, per una volta, pane al pane.
Nei nuclei di antica formazione, per gli edifici di categoria “TA”, “TB” e “TC” sono consentiti solo interventi di restauro e di risanamento conservativo «rivolti agli edifici per conservarne l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili».
(Titolo 1) «Tutti i progetti che incidono sull’aspetto esteriore dei luoghi e degli edifici ricadenti nei nuclei d’antica formazione [...] sono subordinati al parere obbligatorio e vincolante della Commissione per il Paesaggio».
(Art. 4.3) «Tutti gli edifici dei nuclei di antica formazione [...] sono stati censiti in schede informatiche ricognitive [...] che vengono riconfermate integralmente…»; «tutti gli elaborati hanno pertanto valenza prescrittiva».
(art. 3.7.1) Classe di sensibilità paesaggistica dei “nuclei di antica formazione” (la massima: classe 5 nella scala da 1 a 5).
(art. 2.3.2.) Sono previsti tre diversi tipi di intervento conservativo:
“TA”: restauro e risanamento conservativo che «non permette la sostituzione di parti strutturali dell’edificio, modifiche di sedime o la sostituzione di elementi tipologici. Murature lesionate dovranno pertanto essere “ricucite” ed i manufatti in genere recuperati con le tecniche del restauro».
“TB”: restauro e risanamento conservativo con aumento max 10% della SLP (superficie lorda di pavimento) «ovvero quegli interventi rivolti agli edifici per conservarne l’organismo edilizio [...] con aumento max 10% della SLP […] ma non deve comportare aumento della SC e/o modifica dei sedimi».
“TC”: intervento conservativo con aumento max 20 % della SLP «...è sicuramente consentito il ripristino e la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio [...] le eventuali demolizioni e ricostruzioni […] devono essere svolte con particolare oculatezza ed attenzione e sempre previo il parere vincolante della Commissione per il Paesaggio».
La demolizione realizzata “ai Prai”, loc. Vassalini, riguarda più edifici ricadenti su sette mappali:
edificio sul map. 977 (tipo “TA”) demoliti i 5 piani tranne un angolino di p.t.;
edifici sui mapp. 970, 971, 972 (tipo “TB”) rasi al suolo;
edifici sui mapp. 976, 978, 979 (tipo “TC”) polverizzati.
Il Piano (per aggirare) le Regole.
I tempi dell’intervento:
- il 17 aprile scorso la Società “Ai Prai srl” presenta richiesta di Piano di Recupero per la ristrutturazione urbanistica degli edifici;
- il 26 giugno il comune di Chiesa in Valmalenco approva il nuovo PGT;
- il 6 agosto la soc. “Ai Prai s.r.l.” presenta una D.I.A. per la demolizione dei fabbricati e la costruzione di una autorimessa interrata;
- il 26 agosto la Giunta Comunale delibera l’avvio della procedura di verifica di esclusione della Valutazione Ambientale Strategica del piano di recupero in variante al PGT approvato due mesi prima (vedi estratto delib. GC in foto all. 3);
- il 6 settembre, in assenza di prescrizioni da parte dell’Ufficio Tecnico, la Società può attuare l’intervento previsto, che inizia dopo alcuni giorni con l’abbattimento degli edifici.
Forse qualcosa non quadra.
Vi sarà, a breve, una girandola di riunioni, varianti di PGT, conferenza di servizi, disturbando Soprintendenze e Provincia, Asl e Arpa, con oggetto un intervento di recupero di edifici morti e sepolti tra le macerie perché, come si legge nella delibera di Giunta citata “l’intervento non è conforme all’art. 4.3.1 delle n.t.a. del Piano delle Regole del PGT in quanto con la completa demolizione non è possibile usufruire degli incrementi di Superficie Lorda di Pavimento previste dalle tipologie di interventi TB e TC”; quindi vanno adattate le regole alle violazioni attuate.
Ammettiamolo: siamo un popolo di comici. Come misurare la febbre ad un cadavere, aprire l’ombrello quando torna il sereno. Una burla per farci ridere, probabilmente.
Forse verrà acclarato che l’intervento ha seguito le più moderne linee guida di massima compatibilità ambientale: in effetti l’impresa (Schema Costruzioni Srl), in pieno accordo con la società committente (anche perché il proprietario dell’una è il legale rappresentante dell’altra), ha scelto la modalità d’intervento più dolce, la terza tra le possibili: 1) sganciare una bomba atomica di bassa potenza; 2) colpire i fabbricati mediante l’impatto con un drone riempito al 50% con esplosivo e al 50% con rifiuti tossici della Campania; 3) utilizzare escavatore e pale meccaniche.
Il risultato sarà un ambiente sereno, pulito come il nulla, sul quale erigere nuova bucolica vita.
Con tale filosofia sarà finalmente possibile affrontare qualsiasi problema ambientale: sterminare gli ultimi elefanti per commercializzare legalmente l’avorio nel pieno rispetto dell’integrità fisica e morale dei pachidermi, che tanto non ci saranno più; vendere, abbattere e ricostruire in plastica e metallo il Colosseo, alla rigorosa condizione di riservare qualche metro di area al pubblico transito (soluzione questa sempre apprezzata anche dalle nostre genti ogni qualvolta c’è da spostare un immobile in violazione delle norme: non c’è di meglio di qualche metro quadro di parcheggio pubblico per farci tutti felici come pasque); staccare affreschi dal fabbricato da abbattere e magnificare l’operazione con l’esposizione in qualche sala consigliare (ma no, questo proprio credo non possa accadere mai!).
O forse, chissà, autorimessa a parte, si converrà che le norme precludono la costruzione di nuovi edifici al posto di quelli, irripetibili ed unici distrutti benché sottoposti a tutela, per lo stesso motivo per cui al rapinatore catturato si toglie la refurtiva, al pedofilo incallito si vieta di assumere l’incarico di direttore dell’asilo, a Schettino non si affidano nuove “Concordia”.
Giusto per decenza e rispetto della legalità.
Giuliano Ghilotti
(da 'l Gazetin, 'Carta canta' – ottobre 2014)