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TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus | | | | | | Simone Giusti. Guerre corporative | | 14 Dicembre 2014
Simone Giusti
Guerre corporative
Il Foglio Letterario, pp. 235, € 15,00
Simone Giusti (Pisa, 1977) è un regista - sceneggiatore e in questo libro dimostra tutta la sua capacità di confrontarsi con storie di ampio respiro, di gestire personaggi e trame complesse, di saper imbastire sottotrame credibili. Abbiamo conosciuto Giusti come autore di romanzi brevi e come regista della serie Evoc, un horror grottesco a puntate (siamo arrivati alla terza) pensato per il web, nel quale tre amici devono vedersela con una paradossale invasione aliena. Il problema è che gli extraterrestri assumono le forme di donne bellissime e sensuali che – tra l’altro – circuiscono il più sfigato del gruppo, un vero e proprio nerd deriso sin dai tempi della scuola. Black Figa è un altro racconto a metà strada tra il fantastico e il thriller, sempre ricco di comicità grottesca, che fa intuire interessanti doti narrative.
Guerre corporative è il suo lavoro più compiuto, un thriller cyberpunk pieno zeppo di ritmo e di suspense, ricco di eventi che si succedono a ritmo forsennato. Ci troviamo in un mondo del futuro dominato dalle multinazionali (ma è poi così lontano da noi?) ed è in gioco il destino della razza umana. Protagonisti principali: un’affascinante hacker maltese, un rozzo contrabbandiere e un freeman dandy con l’antigelo nelle vene. Ambientazione: il mondo intero, perché le guerre corporative – un vero e proprio intrigo internazionale – conducono i protagonisti a vagare persino nello spazio, oltre la Terra e in ogni luogo conosciuto. Molti dialoghi e una narrazione intensa, che non concede respiro al lettore, un thriller dal ritmo incalzante che è una via di mezzo tra il genere spionistico alla 007 e il romanzo d’azione stile cyberpunk. Un genere indefinibile, perché è commistione di generi, ma parlare di fantascienza che va a braccetto con il thriller non è un errore. Guerre corporative rispecchia anche l’amore dell’autore per i giochi di ruolo, perché molte soluzioni narrative rimandano a certe esperienze ludiche vissute in prima persona. Un romanzo adatto per il cinema, ma per realizzarlo servirebbero miliardi e un regista come George Lucas.
Gordiano Lupi | | Articoli correlati
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