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Maria Paola Forlani. Il viaggio oltre la vita 
Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale
11 Dicembre 2014
 

Fra le popolazioni preromane emerge, per quantità di reperti artististici, quella etrusca. Già gli antichi se ne chiedevano l’origine. Eròdoto (V secolo a.C.) riportava la tradizione, raccolta da storici precedenti, che gli etruschi, guidati da Tirreno, sarebbero trasmigrati in Italia dall’Asia Minore. Un altro storico, Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.), invece, ne sosteneva l’autoctonia e, quindi, l’origine locale. Queste tesi antiche sono state variamente discusse, accettate o confutate. Ad esse se ne è poi aggiunta un’altra, secondo la quale gli etruschi sarebbero scesi in Italia dal Nord, passando attraverso le Alpi.

Sono tesi, tutte che hanno un loro fondamento. Ma nessuna è completamente convincente. La discussione è, forse, oziosa, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Il problema si pone infatti per qualsiasi civiltà antica, né è possibile risolverlo, perché le origini di ogni popolo storico affondano le loro radici in un età, quella preistorica, che, perché tale, è priva di documentazione.

Al problema delle origini si aggiunge quello della lingua. Non è del tutto vero, come spesso si dice, che noi la ignoriamo totalmente. Ne conosciamo l’alfabeto e molte parole; ma non possediamo testi sufficientemente lunghi ed importanti da darci un’ampia informazione storica.

Gli Etruschi, qualunque sia la loro origine, erano stanziati nella regione che da essi prese il nome di Etruria, compresa fra l’Arno a nord e il corso del Tevere a oriente e a sud, in quella zona che oggi è formata dalla Toscana (il cui nome deriva da Tuscia, come i latini chiamavano l’Etruria), dall’Umbria occidentale e dal Lazio settentrionale fino alle soglie di Roma. Nel momento della loro massima potenza (VII-VI secolo a.C.), estesero il loro dominio a sud, oltre il Tevere, fino in Campania e a nord, al di là dell’Appennino, dove sono etrusche le città di Misa (Marzabotto), Fèlsina (Bologna), Spina e Adria. Più tardi, perduta l’influenza su Roma con la cacciata dell’ultimo re, l’etrusco Tarquinio il Superbo (fine del VI secolo a.C.), sconfitti dai greci nella battaglia navale di Cuma (474-473 a. C.), invasa dai Celti la valle padana, gli etruschi vedono ridotta la loro prevalenza in Italia; finchè caduta Veio nel 396 a.C., sconfitti dai romani un secolo dopo nella battaglia del Sentino (295 a. C.), anche essi entrano gradualmente nell’orbita della nuova grande civiltà di Roma in continua espansione, unificandosi e confondendosi con le altre genti italiche.

Politicamente, anche all’epoca della loro massima potenza, gli etruschi non costituiscono uno stato unitario. Anzi ognuna delle loro città forma un piccolo stato autonomo (simile alla polis greca), tutt’al più federato con le altre, come nella dodecàpoli («lega delle dodici città»). I centri abitati – come quelli micenei – sorgono per lo più, in cima a colli e sono protetti da mura. Basta ricordare alcuni esempi ancora esistenti: Fiesole, Cortona, Chiusi, Perugina, Volterra e così via. L’impianto urbanistico di queste città è condizionato dagli scoscendimenti naturali. Ma non privo di una regola ordinatrice, che più chiaramente è possibile conoscere in una città come Marzabotto, sorta in pianura sulle rive del Reno, in Emilia.

Nata da un’idea di Genus Bononiae Musei nella Città, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Museo Nazionale di Villa Giulia, implementata fortemente da Cineca con un progetto scientifico e tecnologico senza precedenti, ha inaugurato fino al 22 febbraio a Palazzo Pepoli Museo della storia di Bologna la mostra “Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale”.

Realizzata in collaborazione con l’Università di Bologna, la Soprintendenza per Beni archeologici dell’Emilia Romagna e dell’Etruria Meridionale, la grande mostra dedicata alla civiltà etrusca focalizza l’attenzione su un aspetto tanto affascinante quanto complesso: il ricco immaginario di questo antico popolo nei confronti dell’aldilà. Un tema senza tempo affrontato da molteplici punti di vista: accanto ad una rigorosa parte storico-scientifica che permette di ammirare una serie di incredibili reperti, alcuni dei quali visibili per la prima volta al di fuori di Villa Giulia, vi è una sezione basata sulle più evolute tecnologie in ambito di realtà virtuale e dei più avanzati aspetti della multimedialità che riescono a creare ambienti immersivi e situazioni interattive, coniugando scienza, arte ed effetti spettacolari in un perfetto equilibrio espressivo.

Il Museo di Villa Giulia di Roma, con questa mostra, si apre alle nuove tecnologie, accogliendo all’interno del suo percorso – primo Museo Nazionale d’Italia – un nuovo film d’animazione 3D con la partecipazione di Sabrina Ferilli. Accanto al cartoon, che racconta la storia dell’etrusca Veio, figura nella parte romana della mostra una riproduzione in ologramma della celebre Situla della Certosa e l’esposizione di una stele felsinea di particolare pregio.

Il tema centrale della mostra “Il viaggio oltre la vita”, costituisce l’aspetto più affascinante della civiltà etrusca, affrontato in mostra con l’obiettivo di svelare, attraverso immagini e oggetti, le concezioni sull’Aldilà.

La mostra presenta capolavori del Museo di Villa Giulia alcuni dei quali esposti per la prima volta fuori Roma: ceramiche figurate, sculture in pietra e l’emozionante trasposizione di una Tomba dipinta di Tarquinia (La Tomba della Nave), le cui pareti affrescate sono state “strappate” dalla camera originale e rimontate in pannelli in maniera tale da ricostruire interamente l’ambiente tombale all’interno del Museo della Storia di Bologna. Si possono inoltre ammirare raffinati vasi attici da tombe etrusche tra cui il celebre Cratere di Euphronios, trafugato e poi restituito all’Italia dagli Stati Uniti, e due Sculture in pietra da Vulci e da Cerveteri.

Il Sarcofago degli sposi è il monumento-simbolo della civiltà etrusca, diventa per la prima volta oggetto di una spettacolare ricostruzione virtuale nella sala della Cultura del Museo della Storia di Bologna, realizzata con le più avanzate tecnologie disponibili.

 

Maria Paola Forlani


Foto allegate

Palazzo Pepoli, Sala della cultura
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