Vienna 6 e 7 dicembre 2014. Il bando delle armi nucleari è urgente e a portata di mano: questa la conclusione del Forum della società civile organizzato da ICAN, la campagna internazionale per il disarmo che ha tenuto il suo incontro (600 partecipanti dai cinque continenti) a ridosso della conferenza internazionale degli Stati.
Questi ultimi, che in circa 140, si riuniranno oggi e domani (8 e 9 dicembre), chiamati dal governo austriaco a proseguire il percorso umanitario verso il disarmo nucleare, troveranno il coraggio di avviare l'abolizione giuridica delle armi nucleari?
La novità è la partecipazione della delegazione USA (che ha trascinato la Gran Bretagna): sarà un allargamento della coscienza dell'incompatibilità tra deterrenza nucleare e diritto umanitario espressa dal nuovo contesto disarmista degli Stati non nucleari autoconvocati oppure un modo sottile e furbo di boicottare lo stesso?
ICAN comunque premerà perché gli Stati consapevoli non aspettino più le potenze nucleari e comincino subito i negoziati per arrivare ad un trattato che, proibendo le armi nucleari, porti rapidamente alla loro eliminazione.
L'urgenza è ancor più sottolineata dalla coalizione disarmista perché, alle considerazioni sull'impatto catastrofico delle armi nucleari per la distruzione di vite, l'ambiente, la salute, il clima, si aggiungono ora quelle, seriamente documentate da Eric Schlosser (foto, il suo intervento è stato centrale), sulla alta probabilità che esplosioni e guerre nucleari possano scoppiare per caso o per errore.
Una nuova ipotesi strategica è stata avanzata dalla delegazione italiana facente riferimento all'appello “ESIGETE! il disarmo nucleare totale” di Stephane Hessel e Albert Jacquard: quella di impostare la proibizione delle armi come attuazione del diritto alla sopravvivenza, che esige il dovere di rimuovere gli ordigni che la mettono a rischio.
La carta per un mondo libero dalle armi nucleari che si sta elaborando (e che si vuole fare discutere e approvare dalla Rete di scuole che simulano le Nazioni Unite) costituisce un modo per sperimentare un nuovo approccio culturale che forse sblocca le trappole che hanno finora impantanato e rallentato i negoziati sul disarmo.
Alfonso Navarra