I toni dell’amore – Love is strange del regista “indipendente” americano Ira Sachs, descrive uno spaccato di vita a New York. È la vita perlopiù degli artisti e degli intellettuali, o comunque della componente più libertaria degli abitanti di quella città.
Campeggiano come protagonisti due uomini più che maturi i quali, dopo trent’anni di convivenza, decidono di sposarsi. Alla cerimonia partecipano parenti e amici, tutti ben disposti a festeggiare quell’unione così duratura e serena.
Ma proprio all’indomani della festa, sulla vita dei due sposi cade una tegola. Uno dei due, insegnante di musica in una scuola cattolica, viene licenziato sui due piedi proprio a causa di quel matrimonio. E, privati di uno stipendio, i due sono costretti ad abbandonare il confortevole appartamento dove avevano tanto a lungo convissuto, e a separarsi. Uno è ospitato a casa di un nipote, sposato con un figlio; l’altro a casa di una giovane coppia di vicini poliziotti, anche loro gay.
I due protagonisti hanno i modi cortesi di due gentiluomini all’antica. Ma avvertono di procurare fastidio a chi li ospita e sono infastiditi loro stessi. Certo, soffrono della separazione. Ma inoltre, ecco che, ad esempio, nella famiglia “normale” del nipote quello zio un po’ bizzarro è sospettato – senza che si osi formulare apertamente quel sospetto – di esercitare una cattiva influenza sul figlio adolescente della coppia. Mentre a casa dei giovani poliziotti, che spesso ospitano feste frenetiche e rumorose, un uomo più maturo si sente inadeguato ed escluso.
Così quando i due trovano un appartamento con un affitto alla loro portata, dove possono tornare a convivere, festeggiano quell’opportunità come una liberazione.
Cosa ha voluto dirci Ira Sachs attraverso il racconto, assai fine, di questo aneddoto minimo di vita quotidiana?
Certamente ha voluto raccontare una storia d’amore; ma con questa particolarità: privandola dell’idealismo che abitualmente appartiene a questo genere di storie. Infatti anche, o soprattutto, nei film d’amore più grossolani, si suggerisce implicitamente che quell’amore non riguarda soltanto i due innamorati: ma che è uno spirito rinnovatore, una speranza, che almeno potenzialmente interessa l’umanità intera.
La storia d’amore raccontata da Sachs è invece come priva di forza espansiva. I due trovano conforto dalla freddezza del mondo dormendo abbracciati nel loro letto. Ma si suggerisce che quel mondo – costituito appunto da alcuni quartieri privilegiati di New York – di spirito almeno apparentemente libertario, ma a volte anche egoista o inconsapevolmente crudele, si manterrà inalterato, anche nei suoi tratti negativi, intorno a loro e dopo di loro. Così Sachs ottiene il singolare risultato di raccontare un amore in fondo riuscito e fortunato, insinuando un sentimento di sconforto e di pessimismo.
Si tratta di un film di qualità, che si avvale delle ottime interpretazioni di Alfred Molina e John Lithgow nei ruoli dei due protagonisti.
Gianfranco Cercone
(da Notizie Radicali, 25 novembre 2014)