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Il senso della probabilità è innato nell’uomo. Ce lo insegnano i guatemaltechi
27 Novembre 2014
 

Il senso della probabilità è innato nell’essere umano, dunque agisce allo stesso modo in una persona acculturata e in una illetterata. Questo è quanto appurato dalla ricerca made in Italy curata da Vittorio Girotto e dai suoi colleghi dell'Università IUAV di Venezia che, per dimostrare l’uguaglianza di ogni uomo di fronte alla cognizione probabilistica innata, sono andati a fare ricerca in Guatemala.

Era noto alla Scienza che esistono capacità universali spontanee, indipendenti dall’istruzione, come quelle aritmetiche e geometriche di base, ma la recente ricerca universitaria pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences dimostra che all’elenco va aggiunta anche quella probabilistica.

Per provare quanto detto gli studiosi veneziani sono volati in Sud America, più precisamente in un’area remota del Guatemala in cui vivono persone che non hanno mai ricevuto un’istruzione. Girotto sottolinea, durante un’intervista, che è importante usare il termine illetterati invece che analfabeti dato che queste persone non hanno mai ricevuto un’istruzione formale; in questo caso viene in aiuto il termine inglese, prelitterate, più chiaro di quello italiano.

L’équipe universitaria ha sottoposto gli stessi test a un gruppo di guatemaltechi adulti illetterati e monolingue, a un gruppo di guatemaltechi adulti illetterati e bilingue, a un gruppo di bambini guatemaltechi bilingue frequentanti la scuola elementare e a un gruppo di italiani istruiti.

Il primo test consisteva nello scommettere quale colore sarebbe uscito da una scatola contenente tre gettoni di una cromia e uno di un’altra. Nel secondo test i gettoni di due colori hanno assunto due forme diverse ed è stato ripetuto l’esperimento sopra citato. Il terzo esperimento riguardava invece due scatole riempite con un numero diverso di gettoni colorati e i tester dovevano capire da quale scatola era più probabile estrarre il gettone di una data cromia.

In tutti gli esperimenti non sono state registrate differenze apprezzabili tra le risposte dei diversi gruppi ed è stata così verificata l’inesistente influenza dei fattori culturali ed educativi sulla capacità di prevedere in modo intuitivo la probabilità di un semplice evento. D’altra parte l’intuizione è qualcosa di antico e i giochi di scommesse basati sulla probabilità esistono da sempre. Prima c’erano i dadi, poi sono nati vari giochi che hanno trovato la dimora ideale nei casinò terrestri e infine è arrivato l’igaming. Le scommesse live William Hill ad esempio offrono la possibilità di puntare su qualsiasi sport e la room garantisce l’accesso a slot, roulette e blackjack, permettendo di mettere alla prova la capacità probabilistica innata di ognuno.

Prima abbiamo accennato a qualità matematiche di base pre-esistenti nell’uomo ed è necessario ampliare tale dato; uno studio condotto dagli psicologi della Johns Hopkins University e pubblicato su Nature ha infatti dimostrato che il senso dei numeri, in parte innato, viene condiviso dagli uomini e da alcuni animali. I predatori sono in grado di stimare la numerosità relativa di diversi branchi di prede e prediligono infatti attaccare i gruppi più ricchi. Lo stesso principio vale per quei pesci che, prede di animali più grandi, preferiscono nascondersi in mezzo a branchi più numerosi di altri e vale anche per gli uomini che, posti di fronte alla scelta del vagone di un treno, scelgono la carrozza meno affollata.

Negli uomini, in realtà, il senso numerico ha un qualche collegamento con la matematica formale che si impara a scuola e questo è stato testato su un gruppo di studenti quattordicenni. I ragazzi dovevano osservare un monitor su cui, per un breve tempo, comparivano un insieme di punti luminosi gialli e blu e dovevano stimarne la consistenza relativa. Quelli che si sono avvicinati di più al numero reale contavano su prestazioni scolastiche migliori. Il punto focale della ricerca consiste però nella scoperta che il senso dei numeri fondamentale è condiviso da uomini e animali.

 

Chiara Bellucci


 
 
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