Ti ricordo contadina
mentre passeggiavi tra i campi,
con lo sguardo pensieroso
venato di malinconia,
quando ti fermavi a chiacchierare
e parlavi di tua figlia,
di una figlia che non hai mai potuto
abbracciare, che ti avevano strappato
perché dicevano
che tu non saresti stata
una buona madre
e che era un disonore,
tua figlia che avevi cercato invano
di poter riavere accanto a te;
ah il tuo sogno d’amore
infranto!
E gli ultimi anni
quando la solitudine ti opprimeva
e cercavi un filo di conforto
nei discorsi o nel volto degli altri,
come ricordo la tua semplicità
che mai dimenticherò.
Diana Fanchi
(“Bottega letteraria”, n. 67 ne 'l Gazetin, ottobre 2014)