Pasturo, 7 settembre 1928
Cara Nena,
rubo alla mamma un po’ di spazio per farti anch’io tanti tanti auguri, che si riassumono tutti in un augurio solo: che tu ritorni contenta, che tu lasci in disparte i pensieri neri e che ti consoli nel gran bene che ti vogliamo noi tutti. Tu hai vissuto e sofferto tanto più di me, eppure anche a me pare di non essere più una bambina, dopo il gran pensare che mi ha fatto fare il dolore. Ebbene, studiando e riflettendo, ho imparato che il bene e il male si equivalgono in questa gran macchina che ci fa ballare e che ad ogni dispiacere non può mancare di tener dietro una nuova gioia più duratura. Quindi su allegra! Da’ retta alla tua Antonia, che l’ha sperimentato in questi giorni, poiché ha riveduto, lieto e in ottima salute, il suo Professore, poiché ha la sicurezza di rivederlo ancora spesso e l’appoggio incomparabile della sua guida assidua e del suo affetto fraterno. Su animo dunque! Oggi ci stringiamo tutti intorno a te, ti facciamo un mondo di auguri, ti colmiamo di baci e di carezze.
Io ti abbraccio con tanta tenerezza.
La tua Antonia
Antonia Pozzi, Ti scrivo dal mio vecchio tavolo. Lettere 1919-1938
A cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino
Con un saggio di Marco Dalla Torre e postfazione di Tiziana Altea
Ancora, 2014, pp. 392, € 26,00
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