L’incontro con Marco Bersani al museo civico di Morbegno tenutosi l’undici novembre scorso è stato davvero ricco di stimoli di riflessione.
M. Bersani è stto bravissimo a disegnarci lo scenario entro il quale si muove il TTIP con particolare riguardo alla situazione Italiana, ma anche a farci intravedere un percorso. Difficile sintetizzare in poche righe oltre due ore di conferenza ma proverò a fare sintesi almeno della parte relativa agli enti locali, che per me è stata illuminante.
Cosa c’entrano gli enti locali con il TTIP (Trattato Transatlantico USA-UE per il libero scambio)?
C’entrano, c’entrano. Le lobby finanziarie hanno bisogno di vendere, di trovare altre fonti di profitto, ma poiché il mercato dei beni materiali è quasi saturo, hanno necessità di trovare nuovi prodotti/asset sui quali investire. Ecco allora che, in accordo tra loro, decidono che anche l’acqua (ed altri servizi pubblici) devono essere messi a profitto, devono diventare “merci” vendibili.
Il primo tentativo (tutt’ora in corso) è stato quello di privatizzare il servizio di erogazione dell’acqua. 27 milioni di Italiani sono andati a votare per i referendum e a grandissima maggioranza hanno fatto capire che l’acqua non può essere considerata una merce. Il referendum, nonostante la vittoria, viene attaccato sistematicamente e gli attivisti devono difenderlo in continuazione, ma “non mollano, non vanno a casa”. Da questa base deve prendere avvio la campagna per fermare il TTIP, ma non solo.
È necessario che anche gli enti locali abbiano consapevolezza del disegno in atto e prendano parola per una nuova finanza pubblica. Con lo spauracchio del debito pubblico e della spending review, se prima del referendum volevano farci credere che “privato è bello” ora che hanno capito che gli Italiani non la bevono, cercano di farci credere che il privato “anche se non è bello, è obbligatorio e ineluttabile”. I poteri forti stanno finanziarizzando tutto, inglobando non solo i mercati ma le vite stesse delle persone…
“Indebolire e gradualmente far sparire gli enti locali è un modo per indebolire la democrazia diretta: se il potere viene centralizzato e allontanato è più facile che subentri la rassegnazione del cittadino”.
D’altra parte gli enti locali hanno in pancia molti prodotti da vendere, non solo l’acqua.
Sugli enti locali si sono abbattute una serie infinita di norme e limitazioni, mettendo definitivamente a rischio il loro funzionamento.
Classificati da ora in avanti in “virtuosi” e “non virtuosi”, per entrare nella prima categoria, saranno costretti ad aumentare le tasse locali e le tariffe, a ridurre ulteriormente l’occupazione, a dismettere il patrimonio pubblico e a privatizzare i servizi pubblici locali.
“L’insieme di draconiane misure nei confronti degli enti locali, ha un unico scopo: metterli con le spalle al muro dal punto di vista economico e persuaderli/obbligarli ad un gigantesco percorso di espropriazione e di privatizzazione, consegnandone beni e patrimonio alle lobby bancarie e finanziarie. Un processo che avviene attraverso diversi ma convergenti percorsi. Cosa posseggono infatti gli enti locali? Territorio, patrimonio e servizi”, ed è su questi, ma non solo, che si sta giocando per spianare la strada al TTIP…
La notizia buona è che stanno nascendo in tutta Europa movimenti contro il TTIP e se per ora se ne parla poco, presto se ne parlerà molto.
Conclude Bersani: I movimenti devono muoversi con una “lenta impazienza”. L’impazienza è necessaria, nel senso che non va dimenticata l’insopportabilità dello stato delle cose, ma allo stesso tempo bisogna accettare l’idea che il cambiamento è lento. Il modello liberista ci ha insegnato a porre l’attenzione sul prodotto, anziché sul processo. Invece l’attenzione va riposta al processo. I semi piano piano sedimentano e poi, all’improvviso arriva il frutto.
Anche a Sondrio abbiamo piantato un semino e ci “pre-occuperemo” di piantarne altri…
Questo e molto altro ancora troverete nella registrazione integrale dell’incontro con Marco Bersani a Morbegno, registrato da Luca Vitali e reso disponibile su youtube (qui sotto la condivisione, ndr).
Martina Simonini
(per 'l Gazetin, novembre 2014)