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Barbarah Guglielmana. Paratissima 2014: c’ero
Roberto Puma, #0032, 2014 - Olio su tavola, 100x160 cm
Roberto Puma, #0032, 2014 - Olio su tavola, 100x160 cm  
15 Novembre 2014
 

Avevo un desiderio: partecipare a Paratissima, e l’ho realizzato in questa decima edizione (portando il lavoro Ometti Oliviani). La Manifestazione mi ha regalato altro: ad ogni opera esposta l’incontro di altri sogni realizzati. Sogni diversi, tutti belli e tanti, immergersi e perdersi in essi è stato naturale e travolgente.

Paratissima quest’anno è stata allestita all’interno del salone delle Esposizioni di Torino. Cinque giorni, dal 5 al 9 novembre, con la partecipazione di quasi 600 artisti, e innumerevoli visitatori: 82.814. Un flusso continuo ed energetico, dall’inaugurazione alla serata della chiusura.

Osservare ogni lavoro non è stato facile. Inizialmente si è attratti dalle opere più grandi, forse quelle a più alto effetto. Successivamente da quelle che ti rievocano appartenenze. Poi l'occhio riconosce cose ancora non focalizzate, stupendosi di se stesso, per aver tralasciato l'altro occhio. Ma i lavori erano quasi infiniti, ed ogni volta ne scoprivo dei nuovi, e ancora so che alcuni non li ho ancora scoperti. Fortunatamente con il sito online e il catalogo dei partecipanti posso riguastarmi certi lavori e certe biografie.

Un bagno di meraviglie. Sono ritornata piena di originalissimi biglietti da visita, di nuovi orizzonti nella fotografia, nella pittura, nella scultura, nell’installazione, nel cucito, nel video. Nel lavoro collettivo e nel singolo, nei temi sociali e nei temi di svago, nelle realtà nazionali e d’oltreoceano. Nella metafora e nella cruda realtà, nella vita delle fabbriche e in quella delle persone. Nei sempre affascinanti nudi e nelle sagome umane che rievocano il nostro inconscio. Nei lavori di fantasia per i bambini grandi ma anche nelle sezioni per i più piccini. Insomma nel modo di vedere lo stesso mondo svariate sfumature, diverse diottrie ed estremamente vere.

Insieme l’incontro con il pubblico incuriosito e veramente interessato ai lavori. Nel gruppo degli organizzatori una sublime gentilezza e disponibilità, dal primo all’ultimo giorno. Meravigliosi: ancora tante grazie!

 

A spasso con:

Lorenzo Confalonieri: radici morte che rivivono nei colori (le idee non le fermi, nemmeno con le multe, dichiara). Monika Pirrone: con il rosso passione e la sua lacerazione (un percorso sul disagio psichico, nel percorso all’interno della selva oscura). Marco Fragemoni: l’Atlantide argentina: con la morte delle strutture ne viene la nostra desolazione. Gosia Juszczak: tra banchi e cabine mare la sua storia centrale con conchiglie, e un quaderno. Cinquanta sfumature: collage di persone e di vita a formare un’umanità. Come metafore di uno smarrimento, un’estraneità dalla realtà fisica. Sinatra Giovanna: il movimento e lo sguardo, ma altrove. Mazzocca&Pony: le piante delle donne, e i propri gioielli, sono fatte con i pezzetti dei propri panni, della propria vita. Barbara Caricchi: spoglia l’uomo angelo, rendendolo buffo. The art side - Elena Mantello: con questi grandi occhiali cosa vogliamo vedere, a maggior grandezza? Lele De Bonis: non può rifarci il mondo nello stesso modo? (sin da piccolo avevo un grande amore verso tutto ciò che è assemblaggio, costruzione, manipolazione di ciò che esiste già). Marcella Savino: il nudo svestito dalla sua lente, lo riveste di mistero (la mia fotografia è ispirata da storie di vita quotidiana nella sua espressione più intima). Antonio Catollo: in ferro ricostruisce la Torre di Pisa, la Mole Antonelliana, il Partenone di Paestum, la Basilica di Superga, il Duomo di Milano. Ferroso come la storia. The art side - Gloria Romeo: a te quali sentimenti schiaccia? Marco Altavilla: visi raccolti in mani e mani che raccolgono visi, ci si cerca nello smarrimento. Jens Seidel: rompendo prima un quadro di città in mille pezzi, poi li riavvicina quasi del tutto. Concetta Curiello: spazi di favole terrene (si lascia tra-guardare. Il mare è confino). Groshgrup: parlano gli occhi e gli indumenti, sui migranti. Un’impresa epocale. Pier Tommaso Paglioni: quale America volevamo? Matteo Ferreri: lo ricostruiamo allora questo mondo? Fabiana Regis: in crescita elaborativa. Marake: inquadrati e ingabbiati, la donna sotto il lampadario, i volti non segnati sullo scaffale. Originalità angoscianti. Yasmine: e il suo naufragar i visi, disperdendoli. Simone Benedetto: sottovuoto, sott’acqua, con le mani giunte, chiusi e ammutoliti, sospensioni della tragicità dell’uomo. Per me il vincitore, quando ho scoperto che è stato il vincitore del Toro d’Acciaio a Paratissima 2013. The art side - Ludovica Guerrieri: sono rimasta a bocca aperta. Marta Ferro: volti maschili che hanno paura. Il tempo è cambiato. Daniel Jaulmes: nelle immagini urbane silenzi d’anima, cementificati. Alberto Antonio Foresta: scheletri senza ossa, anime fosforescenti. Cosa siamo diventati? Gerardo Rosato: riflettiamo con le nostre misure. Corrado Alderucci: ti porta nella sua camera d’infanzia, che magari ci ridimensiona le paure. Valerio Vada: nudi incrociati con statue, imbarazzo bello. Chiara Bianco: nuove dimensioni. Deva Nicoletta: collage che ti partecipano come un tassello. Querin: dove iniziamo noi? dove riprendono le scimmie? Luca Grossi: tratti corposi. Marzia Vetrano: donne che usano il colore della vita. Raul Amoros: dipinti sudamericani che ci trasportano altrove. Federica Zanella: maschere che vorremmo indossare, lasciando le nostre. Javier Scordato: libera il grigno tra la plastica, nascondendo le altre espressioni. Donato Barbaro: paludi mobili. Cedas: giochi di ombre. Luca Tiberio: il trittico della rabbia, che ti rimane addosso. Gianluca Pontalto: ci porta al mare, lasciandoci nella culla delle onde. Gero Sicurella: dove inizia e dove finisce un volto, e il corpo? Riccardo Elgi: il fantoccio impiccato sugli strappi dei giornali, il nostro destino futurizzabile. Anna Kratter: ci mette sottovuoto, ma il respiro si mostra nella carta appannata. Forse c’è ancora speranza. Alessandro Brunelli: l’uomo fatto di diversi tanti, a partire dai materiali. Sfasciacarrozze: sono usciti con Van Gogh, per andare al suo caffè. Ci veniamo anche noi. Barbara Perga: il nudo quasi in ogni prospettiva, seppur spoglie non lo siamo mai totalmente. Gabriele Nicola: abbiamo bisogno di un angelo, anche di lamiere. Francesca Malvaso: vestita di scuri, cerca l’introvabile nella borsa nera. Elegante e introspettiva. Isabella Indiesigh: primo secondo terzo sguardo mio, o della modella? Puntoacapo: la grande moda fatta in piccolo. Tullia Undovich: femminilità piena. Gianni Lopez: il Signore scende quasi dalla croce, destabilizzante. Gloria Romeo: si astiene. Ludovica Guerrieri: parole arrugginite, che necessitano di olio. Fabrizio Gavatorta: fa entrare le piante. Bold, B Order Line Design: eleganti ricicli. Forma e Materia: ingioielliamoci di racconti bambini. Alberto Branca: anime arrugginite. Guido Adaglio: splendido strappo. Raffaella Brusaglino: il sogno magico sul nero della notte. Cristina Cancellara: fantasia allo sbaraglio. Norb: animali che ci insegnano la simpatia, meravigliosi elefanti in pose infantili. Elena Vigiano: con le dive, a guardarci. Remo Trash: assemblaggi umani spezzettati. Gilberta Vita: con le sue farfalle, ricercate. Costanza Battaglini: incantevoli sagome, che ci fanno interrogare sulla nostra ritagliata. Giorgia Ghione: palloncini ingabbiati dentro di noi. Colorati ma qui l’aria li intrappola. Paideia: il paese che sono io, spazio per i bambini, lavoro artistico con bimbi disabili che aiutati da tre artisti hanno disegnato il loro mondo. Eliografia Rossi: giochi ottici incantatrici del pubblico all’arrivo, pubblico che spiegava al nuovo le prospettive. Nazareno Biondo: marmorizza la vacuità odierna, che può pesare molto di più. Paolo Lazzari: nella sua ricerca del materiale non da riposo ai cuscini, impressionandomi. Renato Sabatino: comprime sformando. Diego Baldoin: con la sua resina ci restituisce la confusione della sicurezza. Riccardo Erata: ti prende nel vortice dell’onirico o dell’acqua? Ma ti rapisce dal tuo spazio. Fabio Cupri: portatemi nei tempi dei suoi quadri, e lasciatemi lì. 3Puntini - Behoosh Taheri: ombre cementate nell’anima. A Mar Anto - Antonia Castrignano e Maria Coruzzi: femminili sentire che si intrecciano. Anna Maria Moretto: sguardi ingannevoli. Daniela Bianco: lo scontro del rosa di un maialino con una bomba atomica, e uno sgancio di missili da un aereo. Impariamo a guardare tutto quello che c’è in un quadro... Carlo Martello: sono religiose ombre o spiriti? luci o neri? Cosa cerchiamo? Adamvò: riflettiamoci sopra. Giuliana Bellini: schiume viventi o d’altro? Commestibili o rifiuti? Maldestra: scatti naturali. Marco Acutis: vivi attimi. Antonio Conte: con il recupero dei manifesti il recupero della tradizione religiosa. Alessandro Maggiorino: l’infinito buco nero dell’anima. Silvia Manazza: la voce bianca stroncata. Octavio Fluoreal: piccole magie leggere di peso. Francesco Marinaro: sculture classiche e animali sculturizzate in esse. Saro Puma: parlano. Hourinaz Sherkat: ti vedo. Giancarlo Zoja: moda lignea sinuosa. Edoardo Sorretti: il singolo in massa, la massa del singolo, prospettiva volutamente sfuocata in questa sua tecnica fotografica. Giuli: la donna impacchettata che cerca d’uscire. Asfissiante. Giorgio Dua: destruttura anche lo spettatore, a quale spazio corrispondiamo? Elena Soroldoni: la terra in cielo o il cielo che è caduto in terra? Mirko Sugliani: di uno schizzo ne fa un cosmo, uaoh! Giorgio Ceruti: Il bianco e il nero estremizzati e naturali. Christian Di Pietro: l’angoscia si riposa... Sebastiano Balbo: esce dal quadro un lenzuolo o un foglio bianco, a noi calpestarlo o usarlo. Franco Zanotto: i suoi biglietti da visita sono sul ritaglio di un suo disegno, la materia fa il suo giro nei suoi quadri, nella sua arte, nella sua vita intera. Mauro Fissore: con i suoi preziosi gatti, che ti chiedono di venire a casa tua. Fuzzi-Lu: cosa c’è di ancora vivo? Neanche l’istante più. Anna Lo Bello: le bambole con il tulle in metallo sanno regalare fiabe? E di che tipo? Miss Brown & M.lle Bouquet: siamo guardati dall’anima dei loro monumenti. Purezze proiettate dall’esterno. Mauro Corinti: Ci porta a spasso con la sua vespa, quando il prossimo viaggio? Gianluca Groppi: Interessante il prima e il dopo dell’uomo. Edgardo Bianco: macchie asciutte. Silvia Cutti: collage d’altri tempi, mi prende a farne parte? Antonio Parisi: statue vive, che parlano all’oggi. Sara Musolino: l’abbandono e i suoi sette momenti, per ricominciare poi con un altro lunedì. Luigi Rubino: i suoni dell’anima nell’atto I e II, l’ansia e il nero, con il colore. Così com’è. Cuen+D!da: i miei vicini di installazione, ingarbugliati di materiale sviluppano nuove creature. Guido Ruggeri e Giulia Barbieri: tristezza rossa. Antonella Avataneo: raccolto da terra, per tracciare nuove visioni. Teker: riacquisto luci sensoriali, seppur artificiali. Stella Romanucci: nella sua domanda ci sto comoda anch’io! Marina Di Marco: le ombre umane naturali, o nella natura? Michele Ambrosio: socialmente in mezzo. Paolo Mazzini: i suoi osservatori, ma è lui o lo siamo noi? Stefano Sgambati: trasformiamoci ancora e di più. Marco Mantello: Polifeno con i materiali di oggi. Francesco Sciacca: il legno che scalda. Marcel Pronat: il tempo che il video ci porta via. Giulia Barbero: i suoi saggi ritratti di vita li abbiamo incontrati tutti. Gruppo fotografico ex allievi Fiat e Gruppo fotografico La Mole: collage di artisti. Gruppo fotografico Diecicento: è Torino ma potrebbe essere... la realtà riconosciuta. Elvio Chiricozzi: formiche d’aria all’assalto del cielo. The dark side of Beauty (e il supporto musicale che ti addentra perfettamente nelle atmosfere) con Gianni Colosimo: l’artista senza patente che cerca l’autista... da brivido! con Nicola Bolla che fa a pezzi lo scheletro di diamanti, nascondendolo nella terra di un pianoforte; con Ixone Sabada che duella con l’altra di se stessa. Agelasta: voglio la casa con le sue cose. Cristina Mandelli: senza titolo, ma anche senza materia, senza confine. Titti Garelli: fantasie bambine sui tempi passati. Irene Bellucci: giovane e con la sua prospettiva. Agostino Berga e Monica Seksish: nudi aperti. Alessandro Salomone: l’ancestrale che ci mette allo specchio la nostra parte felina e quella umana, spaventandoci dei confini sconfinati. Elena Sellerio: la calda esposizione di tessili, dove rifugiare l’anima raffreddata. Suzanne Moxhay: atmosfere mozzafiato. Matilde: tutto ritrova un suo posto. Paolo Manfredi: abbiamo gli occhi e la bocca tappati, ma tolto il cucchiaio possiamo esprimerci? Emiliano Esposto: il Bambino Maori continua a guardarmi. Geraldo Colombo: la sua Anna piace ancora. Max’xx: lattine complessate ricreano una sostanza. Ernesto Norantonio: foto-modella. Mirto Lupo: lo sapevo, l’avevo dentro... la finestra di Mostar... ci avevo guardato anch’io. Madre-Marta Ferro: accarezza i volti con sincerità. Andrew: ci traghetta in spazi vuoti di orizzonti. Cataldo Gataleta: con la culla della vita sposa l’incontro della materia diversa. Daniele Miola (Dado): il gioco bambino acquista le dimensioni adulte, così lo scivolo dell’asilo crescerà con noi! Fred Bonora: dalla ruggine esce il sole. Gianbartista Ianni: regala bimbi di cemento, colorato! Kiril Hadzhiev: fragilità e forze a sfidare il mondo. Marimma: sfiora il cielo. Tinklab di Murzio Giuseppe: lo sento vicino. Tuan Dino: radici oscure. Ignazio Fresu: voglio tornare a scuola. Julien Cachki: ci porta sulla modella! Nicolas Reibel: a noi vedere quali strade calpestare. Luigi Vucci: voglio entrare in una sua fotografia. Alessandro Serra: ci aiuta nell’inconscio. Jenia: ingioielliamoci di modernità. Valerio Ferrero: stiamo scoppiando in questo nostro corpo? Arte creativa Carla Musolino: intrecci di colore navigano dentro di noi, confusi forse. Maria Cristina Milazzo: nel vortice entreremo od usciremo? Laboratorio creativo Silvia: indossami come vuoi, e dove vuoi! Franca Pessone: ceramiche secolari, come l’umanità? Cristiana Canducci: sono solo fiori? Elforneso: stracci d’arte da non buttare! Olivia Giarrusso: sogna per noi sulla tela, mangiamone la visione. Francesco Pellerano: il design ha la sua poesia. Octavio Floreal: sicuro nei suoi fragili disegni di ferro. Alessia Chirico: ti abbandona la materia? Elisabetta Tosatto: sa ritrovare il posto ancora incontaminato. O-Ring Art Studio: qui mi sospende. Gloria Recanatini: aiutami a capirmi. Matalier: impreziosisce i monili con la storia altrui. Artivamente: ci confonde. Studio Cube: posso entrare? Sefes: siamo fatti di tutto, confusamente se non uniti. Effebi Art: la sua forma è sportiva! Alessandro Sevà: aiutatemi! Zaira Chambers: saranno veri riposi? Across the glass: il vetro magico. Cristinapas: le molle regalano ondulazioni inscatolate, come i sentimenti che non vogliamo vivere. Neroblacknoir Giulia Paschetta: taglia la mia nuova maglia. Cristina Manara: tela confusa che dobbiamo ridipingere noi dentro. Daniele Fazio: curiamoci curiamole. Riccardo Bandiera: fotografie che sono racconti. Light the Lightness: nella grazia si trova una bellezza, chic. Zizzi’s: urliamo insieme. Sanpan artists design markers: voglio andare a vivere nel loro negozio. Anna Torre: ha la mano nella pietra, e ci accarezza. Imari: meduse predatrici che ci catturano. Marco Giva Magnetti: calamita la confusione. Carlo Cammarota: la caricatura dona dolcezza alla scena, stranamente. Non siamo perfetti. Materiali di scarto: perché niente si distrugge più. Gerardo Rosato: increduli. Mikael Helleux: istantanee senza tempo.

... e come si descrive il pittore Roberto Puma: «La propria arte trae dal profondo, da idee, fantasie e da impulsi puri e autentici. Le opere lasciano trasparire la sua personalità e interiorità derivante dal vissuto, dallo studio e dall’esperienza, trasmettendo ed esprimendo emozioni e messaggi secondo la propria percezione del mondo»...

 

Barbarah Guglielmana


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