Molto preoccupante, tragica ed allarmante la situazione del lavoro ma i cali così improvvisi, repentini, continui hanno trovato una chiave di lettura che domenica sera a “Report” ha chiarito a me, non esperta di economia, molti aspetti della questione. Non so ad altri.
Sempre più, e aiutati soprattutto dalla fama che accompagna il “made in Italy”, molti grandi imprenditori si sono serviti di manodopera a basso costo. Si parlava di Ungheria e di piuma d’oca per la Moncler. (premetto che l’imprenditore è stato elogiato da Renzi alla Leopolda)
Si pagano 30 centesimi per ogni oca spellata. Le oche ferite, violentate, legate nelle zampe diverse volte l’anno vengono straziate e gli animalisti hanno svelato il perché del perdurare di questa situazione. (sul Gazetin/Tellusfolio ne scrisse Michele Mottini nel 2010!!!)
La comunità europea, che sicuramente conosce questo scempio, si basa su un’autorizzazione ipoteca ed evidentemente non controllata che permette “piume pettinate” e così prosegue il massacro delle povere bestie (sono loro le bestie?) ed insieme e di conseguenza la perdita di lavoro a molti italiani. Il guadagno però sarebbe stato molto più basso e accumulare ed evadere sembrano essere l’obiettivo prioritario alla nostra “fantomatica civiltà”. Un piumino della Moncler costa più di 1.000 euro a Milano, quando in realtà costerebbe meno di 30 euro. Questo avviene chiaramente in molti altri settori del made in Italy e gli ex-lavoratori scendono in piazza. Non mi sento di non partecipare al dissenso e non posso non avvertirne il baratro. Nostro e delle oche. (Patrizia Garofalo)