Franca Olivo Fusco, nella sua nota di introduzione a questa silloge, ricorda alcuni versi del poeta spagnolo Miguel Hernandez (1910-1942): “ho scritto sulla sabbia/ i tre nomi della vita:/ vita, morte, amore”. Da qui il titolo.
A lettura finita abbiamo la certezza di aver fatto un bel percorso poetico. Eppure la Morte accompagna il lettore, è impastata ai versi, è trasversale, come del resto è attaccata alla nostra Vita dal primo istante che veniamo al mondo. Ma è come se l'autrice la prendesse per le spalle guardandola fissa negli occhi e la scuotesse dicendo: “Ehi, Morte, lo so che ci sei e che io non sono più giovane e tu mi aspetti al varco, ma intanto vivo, e mi dovrai trovare mentre vivo intensamente”.
C'è gusto per la vita: Sono attaccata/ alla vita/ come l'avaro/ al denaro, e se ne scopre la preziosità ogni mattina quando si apre la finestra: Quando al mattino apro/ la solita finestra/ sul giardino/ vado a pagina nuova. C'è il piacere delle cose buone: Il cibo per me/ è vita, godimento,/ eros. Colori/ profumi, aspetto/ anticipano il gusto. Mi mancherà/ all'altro mondo/ più del sesso.
La morte è “esilio dalla vita”, non offre ritorno, forse darà la consolazione di incontrare di nuovo in propri cari -ma per prenderli per mano e riportarli a casa-.
Si sa che dobbiamo vedercela con la Padrona del nostro tempo, ma ogni ora rubata al sonno, ogni 29 febbraio, sono una conquista, e il viaggio ultimo può aspettare.
Non prevale la nostalgia né si è rinunciato al piacere, anche se gli anni hanno lasciato il loro segno sul corpo. Orgogliosa delle proprie rughe ma ancora felice per il primo bacio della giornata: Il tuo mento/ carta vetrata/ sul mio volto, coccolata dalla tenerezza di lui ed ancora desta nei sensi. È ancora il tempo/ del desiderio./ Sensi appagati,/ minuti rubati/ all'eternità.
Partecipe del dolore di una umanità tormentata: In città/ di questi tempi/ la povertà è/ a chilometro zero; madre che condivide la sofferenza di altre madri: Non farei mai/ staccare la spina/a una mia creatura; capace di sentire la sofferenza di tutti e del creato: Bisognerebbe chiedere/ all'erba se fa male/ cadere sotto la falce.
Dove trova tutta questa positività Franca Olivo Fusco? Sicuramente nell'amore, uno dei tre nomi della vita: che vita sarebbe/ se rimanessi orfana/ del tuo amore? Un amore “ostinato”, quello che lei continua a provare per Renato, come lei stesso ammette, che potrebbe finire solo se arrivasse la fine del mondo, ma allora vorrei mi trovasse/ in tua compagnia./ Fine dell'amore./ E così sia.
Franca Olivo Fusco conosce l'uso della parola essenziale, non si mimetizza dietro a immagini metaforiche, chiama le cose col loro nome, diretta e concreta. E scuote il lettore. Solo così si può sperare che la poesia venga letta di più e apprezzata.
Marisa Cecchetti
Franca Olivo Fusco, I tre nomi della vita
Biblioteca dei Leoni (LCE edizioni), 2014, pag. 96, € 14,00