Carlo Troilo scrive un post molto critico, ma non tiene conto di ciò che è successo davvero, in questi mesi. Gli rispondo così:
Egregio Carlo Troilo,
ho letto con piacere il suo post, pubblicato sul blog de L’Espresso, intitolato «Eutanasia alla Camera: Cuperlo e Civati battano un colpo», nel quale vengo invitato, alla luce dell’impegno da me assunto in un’intervista a L’Espresso, a battere un colpo (appunto) per quel che riguarda la legge di iniziativa popolare della Associazione Luca Coscioni sulle scelte di fine vita.
Si tratta di «un tema» si legge nel post «che pure trova il consenso di una larga maggioranza di italiani». Ecco perciò che mi viene chiesto di assumere «alla Camera una iniziativa politica che certo troverebbe numerosi consensi anche al di fuori del loro partito di appartenenza».
Come la quasi totalità delle proposte di legge di iniziativa popolare, tale proposta è incagliata alla Camera, in attesa di essere calendarizzata. Una prassi che negli anni è andata consolidandosi, facendo sì che le proposte di legge di iniziativa popolare fossero sostanzialmente trascurate.
È per questo motivo – ed è questo il “colpo” che ho battuto alla Camera – che il 18 giugno 2014 ho depositato alla Camera una proposta di legge Costituzionale che, con la finalità di promuovere la partecipazione politica dei cittadini, si concentra, tra le altre cose, sulle leggi di iniziativa popolare.
Con la mia proposta (n° 2462) le leggi di iniziativa popolare non rimarranno più incagliate perché, dopo dodici mesi, se non avrà deciso il Parlamento, i cittadini decideranno da soli.
Per giungere a questo risultato, il testo muove dall’innalzamento delle sottoscrizioni necessarie alla presentazione (da cinquantamila a centomila), in linea con l’accresciuta dimensione del corpo elettorale, ma prevedendo, allo stesso tempo, una loro raccolta anche per via elettronica. Esclude inoltre dall’iniziativa popolare le proposte necessariamente riservate al Governo. L’istituto, però, risulta finalmente reso davvero effettivo dall’obbligo di approvazione entro dodici mesi, da parte di entrambe le Camere. Ove ciò non accada (o la legge approvata non sia in linea con i principi e i contenuti normativi previsti nella proposta), se le sottoscrizioni raccolte sono ottocentomila, la approvazione avviene tramite referendum, secondo le modalità previste dalla legge.
Questi sono, sinteticamente, i cardini sui quali si innesta la proposta di legge Costituzionale che ho elaborato. Il testo completo è comunque rintracciabile sul sito della Camera.
Nella speranza che, come lei auspica, la mia iniziativa trovi numerosi consensi all’interno del Parlamento, che si possa perciò arrivare a restituire alle leggi di iniziativa popolare il valore che meritano, e che il rumore del “colpo” abbia raggiunto i molti destinatari, porgo i miei più cordiali saluti.
Giuseppe Civati
(dal blog [ciwati], 1° novembre 2014)