«Kampala, 30 ottobre 2014 – Caro Roberto, cari amici di EveryOne Group», scrive il grande attivista ugandese Patrick Leuben Mukajanga (foto), Premio Makwan 2013, «noi e voi, insieme, abbiamo combattuto una difficile battaglia per la dignità e la vita di N.S. e oggi possiamo dire che abbiamo vinto. Ho appena parlato con lei, che è felice, perché le è stato riconosciuto lo status di rifugiata nei Paesi Bassi. Ora la seguiremo finché riceverà asilo politico, ma un grande passo è stato compiuto, un grande rischio è stato scongiurato».
N.S. è una giovane lesbica ugandese, fuggita nei Paesi Bassi nel 2013 a causa della persecuzione cui era sottoposta da parte della famiglia, dei vicini di casa e delle autorità. Dopo una manifestazione per i diritti LGBT, cui N.S. aveva partecipato, chiedendo giustizia sociale e uguaglianza, è stata arrestata e accusata di “promozione dell'omosessualità”. Le leggi ugandesi sono molto severe nei confronti degli omosessuali, mentre sono tolleranti verso gli omofobi. N.S. ha subito minacce, insulti, abusi e torture. Quindi ha scelto di lasciare l'Uganda. In un primo momento l'ufficio immigrazione dei Paesi Bassi le ha negato protezione internazionale e l'ha destinata alla deportazione. In quel terribile frangente, N.S. si è rivolta al St. Paul's Voice Centre of Uganda e a EveryOne Group, che iniziavano a comunicare con le autorità dei Paesi Bassi, con l'Alto Commissario delle Nazioni Unite sui Rifugiati, con il Parlamento europeo, il Consiglio d'Europa e la Commissione europea. Lanciavano appelli e fornivano al governo dei Paesi Bassi testimonianze e prove della persecuzione contro N.S. Le autorità dei Paesi Bassi rivedevano la loro decisione e il caso si riapriva ed era soggetto a nuova valutazione, fino alla decisione di ieri, che rappresenta una grande vittoria dei diritti umani, della civiltà e di quell'Unione europea che nacque da un sogno di progresso morale, sociale e culturale.
Negli ultimi due anni, lavorando insieme, il St. Paul's Voice Centre of Uganda ed EveryOne Group hanno affrontato più di trenta casi di rifugiati gay destinati a deportazione dall'Unione europea, ottenendo sempre – a volte “all'ultimo secondo” – il rispetto del loro diritto all'accoglienza, alla protezione e all'asilo. Ricordiamo le parole che l'ex Commissario europeo per i diritti umani Thomas Hammarberg trasmise all'inizio del 2012 agli stessi difensori dei diritti umani che hanno salvato N.S. dalla deportazione: «Voi siete l'anima e il cuore dell'Unione europea, perché essa non avrebbe alcun senso se non rispettasse la propria Carta dei Diritti Fondamentali. La vostra missione è vitale per tutti noi, che vi siamo grati oggi e lo saremo per sempre».
Roberto Malini