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Alberto Figliolia. Bramantino a Lugano
Bramantino,
Bramantino, 'Cristo risorto', 1490 ca. 
14 Ottobre 2014
 

Straziante nella sua asciuttezza. Carnale, potente e, insieme, provvisto di una raffinata forma astratta. Il Cristo risorto (1490 circa, tecnica mista su tavola, 109 x 73 cm) dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid è un'opera d'impatto visivo formidabile. La carnagione livida, pur nella gloria e gioia che sarebbero rappresentate dalla Resurrezione, è il simbolo del dolore umano, ma anche trascendenza e luce ultraumana. Un capolavoro, quello di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, che continua nel corso dei secoli a stupire e meravigliare.

Il Cristo risorto sarà visibile sino all'11 gennaio 2015 al Museo Cantonale d'Arte di Lugano, nell'ambito della mostra L'arte nuova del Rinascimento Lombardo” (a cura di Mauro Natale, con la collaborazione di Edoardo Rossetti), e, con esso, una galleria di straordinarie opere di questo maestro così emblematico dello sviluppo della pittura nell'Italia settentrionale di quei decenni, in una temperie culturale e innovativa quanto mai ricca.

«La mostra ripercorre l'itinerario culturale ed espressivo dell’artista a partire dagli esordi, secondo una sequenza cronologica ragionata e nuova rispetto alle proposte fino ad ora formulate dagli studiosi: dalle prime opere (ad esempio la Madonna con il Bambino del Museum of Fine Arts di Boston) alla collaborazione con l’architetto e pittore Donato Bramante – da cui ha tratto il soprannome con il quale è noto ancora oggi – fino alle ultime opere conosciute tra le quali la Fuga in Egitto custodita in Ticino, nel Santuario della Madonna del Sasso a Orselina. Proprio in occasione della mostra, che vede riunirsi eccezionalmente diversi capolavori del Bramantino nella sede del Museo Cantonale d’Arte di Lugano, l’Ufficio dei beni culturali ha deciso di promuovere, in collaborazione con il museo, il restauro di questo dipinto, che costituisce una delle più importanti testimonianze di epoca rinascimentale presenti sul territorio ticinese. Oltre al dipinto di Orselina è possibile ammirare in mostra altri capolavori restaurati per l’occasione tra i quali spicca la Madonna in trono con il Bambino e santi della Galleria degli Uffizi, che si può adesso apprezzare nella sorprendente cromia originale, luminosa e cristallina, restituita dal restauro. In occasione della mostra il Museo Cantonale d’Arte ha inoltre promosso una campagna di analisi scientifiche sulle opere di Bramantino presenti in mostra, eseguite nell’ambito delle attività di ricerca del Centro Arti Visive dell'Università degli Studi di Bergamo».

Non solo Bramantino, tuttavia, dal momento che in dialogo con l'artista protagonista dell'esposizione saranno presenti, fra gli altri, dipinti e tele di Bernardo Zenale, Giovanni Agostino da Lodi, Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari, anch’essi giunti al Museo Cantonale d'Arte di Lugano grazie ai prestiti da grandi collezioni private, come la Borromeo, e musei quali lo Städel Museum di Francoforte o il Denver Art Museum. «Il progetto espositivo si propone infatti di evidenziare il ruolo centrale del Bramantino nell’evoluzione artistica dell’epoca, fra i maggiori protagonisti della crisi culturale e del rinnovamento figurativo che trasformarono radicalmente il linguaggio pittorico in Lombardia tra la fine del Quattrocento e i primi vent’anni del secolo seguente, al momento del crollo della dinastia sforzesca e dell’occupazione francese».

Un percorso, reso ancor più affascinante dalla preziosità dell'esposizione, che ci conduce dalla lineare monumentalità e dalla elegante essenzialità del Compianto su Cristo morto (1512-1515 circa, 102 x 80,5 cm, dal Muzeul National di Bucarest) alla già citata Fuga in Egitto (1515-1520 circa, tempera su tavola, 156,5 x 131,5 cm) – sobri e variegati panneggi in un panorama di rovine, la concitazione del precipitoso viaggio riassorbita in una soave sacralità, la ieratica fissità del dramma che muta, nonostante tutto, in domestica e lieve felicità; il tutto in una “semplificazione trionfante” –, dalla giovanile e stilizzata Madonna con il Bambino o Madonna che allatta il bambino del 1485 circa (olio e tempera su tavola, Boston, 46 x 35,2 cm, Museum of Fine Arts) all'apparentemente più tradizionale Madonna in trono con il Bambino e santi (1513-1518 (?), olio su tavola, 204,5 x 166,5 cm, Galleria degli Uffizi di Firenze) – con il geniale particolare del santo che indica il Salvatore e guarda a noi, umili spettatori del futuro: sfondamento di barriere, medium oltre il tempo.

In realtà è arduo collocare un artista come il Bramantino, così “sfuggente”, così diverso, anche eccentrico. «C'è sempre qualche elemento nei suoi dipinti che si discosta dalla norma del tempo. Lui vibra riflettendo i cambiamenti storici sulla propria pelle. La sua evoluzione stilistica è spettacolare. Non segue mode estemporanee, neppure è influenzato dagli astri della contemporaneità milanese». In breve, Bramantino può interpretare, ma mai copiare o essere un pedissequo imitatore (del resto, a parte qualche traccia nel primo Romanino, egli non avrà seguaci dichiarati, con ciò riaffermando il proprio marchio di originalità). «I suoi dipinti trasmettono, oltre ai dati formali, un'ansia di rinnovamento morale, una tensione sociale e religiosa».

Facciamo ritorno al Cristo risorto... «Immagine di una forza non solo visiva, ma sentimentale e intellettuale. Un unicum nella rappresentazione delle immagini devozionali. Realizzata a taglia d'uomo, un formato assolutamente inconsueto. Con il corpo riportato fedelissimamente, in uno strepitoso naturalismo». E pure in esso vibra luce più che umana, la purità, l'essenza. E ancora... «la struggente favola profana di Filemone e Bauci del Museo di Colonia dipinta su un grande foglio di pergamena […] uno Studio di torso maschile per un san Sebastiano a sanguigna da poco riscoperto e qui presentato al pubblico per la prima volta». Questa mostra è un “piccolo” e indimenticabile viaggio.

 

Alberto Figliolia

 

 

Informazioni

Sede: Museo Cantonale d’Arte, via Canova 10, 6900 Lugano; www.museo-cantonale-arte.ch; benedetta.giorgi@ti.ch. Prenotazioni: tel.: +41 (0)91 815 7971. Orari: martedì 14-18, mercoledì–domenica 10–18, 31 dicembre 10-16, 1° gennaio 14-18, chiuso lunedì, 24 e 25 dicembre. Ingresso: intero Fr. 12; ridotto AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni Fr. 8; entrata gratuita <16 anni, la prima domenica del mese.

Catalogo edito da Skira, a cura di Mauro Natale, con la collaborazione di Edoardo Rossetti e con testi di Laura Aldovini, Sophie Bonetti, Stefania Buganza, Carlo Cairati, Lara Calderari, Corinna Gallori, Mauro Natale, Cristina Passoni, Gianluca Poldi, Cristina Quattrini, Francesco Repishti, Edoardo Rossetti, Francesca Rossi, Edoardo Villata e Vito Zani.


Foto allegate

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