Le guerre sono spesso fondate sulle bugie, o mescolate a bugie a cominciare da quelle di Omero e la propaganda si alimenta di falsità, anche Virgilio ne sapeva qualcosa.
La manipolazione delle notize ha come capostipite Giulio Cesare, se non qualcuno prima di lui. Comunque egli occupa insieme al più antico Senofonte il posto di quasi primo corrispondente o giornalista di guerra, e narrando le sue imprese nel De bello gallico, trovò una formula divenuta celebre per indicare gli eventi, raccontandoli, a suo favore. Fatto sta che ci mise 9 anni a conquistare la Gallia, dandoci anche notizie geografiche (Gallia est omnis divisa in partes tres ecc.) e magnificando le opere che fece costruire dai suoi soldati (il ponte di legno sul Reno): ma soprattutto nel descrivere le sue insigni gesta trovò modo di far credere che gli andò sempre quasi tutto quasi bene. Ogni volta che le prendeva scriveva: Parvum incommodum accepimus, “ci è capitato un piccolo inconveniente”; ogni volta che le dava scriveva: Hostibus magnam cladem intulimus, “abbiamno inferto una strage ai nemici”. Si può arrivare attraverso racconti così manipolati fino ai giorni nostri, e a vicende nel Medio Oriente, in Africa ecc. Anche notizie del tutto infondate, ma utili per mettere in cattiva luice “il nemico” come disumano e barbaro non mancano: famosa rimase la notizia, inventata di sana pianta dagli organi di propaganda anglo-francese, quando nella prima guerra mondiale sostennero che i Tedeschi invadendo il Belgio tagliarono le mani ai bambini e bambine di quel paese.
Mi piacerebbe sapere che anche la notizia della decapitazione delle guerrigliere curde sia stata inventata, sarei contenta che queste eroiche combattenti non ci siano state e meno persone siano state decapitate. Qualsiasi notizia sia data per “dimostrare” che “gli altri” sono barbari e cattivissimi e “noi” invece portatori di democrazia e giustizia (a Gaza per esempio?) servono solo per incubare odio irrazionalità e razzismo, bisogna difendersene con l'intelligenza, la ragione, il ripudio della guerra.
Lidia Menapace