Firenze – In occasione del congresso della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) sono stati diffusi i dati sulla contraccezione femminile ormonale e, per l'ennesima volta, appaiono molto limitati: solo il 16% delle donne si ritiene ben informato in materia.
Siccome il contraltare all'informazione sulla contraccezione è spesso l'aborto (legale e clandestino), la questione non è di poco conto, sia per la salute della donna che per i costi della sanità pubblica... lì dove medici non-obiettori impediscono che un semplice intervento non si trasformi in un dramma umano e sanitario.
Ma perché ci dobbiamo sempre ritrovare con questi numeri percentuali? Certo, l'Italia è un Paese dove vige il condizionamento della Chiesa romana cattolica, ma anche questa negli ultimi anni, a parte i discorsi più o meno ufficiali, non ha mai fatto ferro e fuoco contro l'informazione sui contraccettivi, salvo poi, la stessa Chiesa, ritrovarsi a combattere acerrimamente contro il ricorso all'aborto, come se questo non accadesse perché c'è carenza sul piano dell'informazione a monte.
Inoltre, non è che abbiamo avuto negli ultimi anni ministri dell'Istruzione e Governi particolarmente -in modo ufficiale- bacchettoni in materia; ma, nonostante questo, qualcuno ha mai sentito parlare o legiferare per l'informazione e l'educazione sessuale nelle scuole? Niente di niente. Solo qualche fugace discorso in qualche dotto convegno accademico.
Eppure non ci vuole chissà quale cultura libertina in materia di sesso per ritenere che certi comportamenti individuali -sul proprio corpo, nella fattispecie- sono frutto di una lenta e continua assunzione di consapevolezza e abitudine. E invece: nulla!! I bambini continuano ad apprendere le “cose del sesso” dal marasma della comunicazione globale, più attenta al lucro che non all'informazione/educazione dei propri utenti; i falsi miti -legati al sesso- di potenza, rispetto e primato continuano ad essere alimentati e restano sempre motivo di conflitti individuali. Non crediamo che una informazione/educazione possa radicalmente cambiare la situazione, ma sicuramente alimenterebbe meno danni, più serenità e più felicità che non come avviene oggi.
Il problema, quindi, è tutto in quello striminzito 16%, cui ci sono da aggiungere le altre percentuali che riguardano i maschi.
Chiediamo conforto in chi ha poteri legislativi ed esecutivi. Ci sembrava, per finire, che l'attuale ministra della Scuola, almeno ufficialmente, non sia proprio una bacchettona.... o non lo è solo a parole? O ci sbagliamo?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc