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Maria Paola Forlani. Picasso e la modernità spagnola
26 Settembre 2014
 

A Palazzo Strozzi a Firenze fino al 25 gennaio 2015 si è aperta una importante mostra dedicata a uno dei maggiori maestri della pittura del XX secolo: Pablo Picasso.

Pablo Picasso e la modernità spagnola” (catalogo Mandragora) presenta un’ampia selezione di opere del sommo artista, provenienti dalla collezione del Museo National Centro de Arte Reina Sofia, che permettono di riflettere sulla influenza su tutta l’arte del XX secolo mettendolo a confronto con importanti artisti spagnoli come Juan Mirò, Salvator Dalì, Juan Gris, Maria Blanchard, Julio Gonzàlez.

Una rassegna che esalta le grandi tematiche che hanno attraversato l’opera dell’artista che più di ogni altro ha segnato la storia del Novecento: l’arte che riflette sull’arte, il rapporto tra realtà e sopra-realtà e tra natura e cultura, l’impegno dell’artista nella tragedia storica, l’emergere del mostro dal volto umano sino alla metafora del desiderio erotico come fonte privilegiata di creazione e visione del mondo.

La mostra permette inoltre al visitatore di ripercorrere le varie sfaccettature della personalità di Picasso, il suo rapporto strettissimo, spesso indissolubile, tra la propria arte e la propria vita, tra l’opera che va compiendo e il periodo in cui vive, con la Storia che spesso entra in modo dirompente nei suoi quadri.

Picasso e la modernità spagnola” accoglie circa 90 opere della produzione del maestro e gli altri artisti tra dipinti, sculture, disegni, incisioni e un film di Josè Val Omar, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e il Museo National Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. Tra le opere esposte sono presenti capolavori assoluti come Testa di donna (1910), Ritratto di Doria Maar (1939), per la prima volta esposto in Italia è Il pittore e la modella (1963) di Picasso, inoltre Siurana, il sentiero (1917) e Figura e uccello nella notte (1945) di Mirò, Arlecchino (1927) di Dalì e poi i disegni, le incisioni e i dipinti preparatori di Picasso per il grande capolavoro Guernica (1937), mai esposti in numero così elevato fuori dalla Spagna. Organizzata in nove sezioni, la rassegna per la prima volta mostra insieme le poetiche, le costanti estetiche e i principi plastici della volontà creatrice sviluppata da Picasso e dagli altri artisti spagnoli artefici dell’evolversi dell’arte moderna.

Curata da Eugenio Carmona, la mostra ripercorre un periodo cronologico amplissimo compreso tra il 1910 e il 1963 ed esplora i rapporti tra arte e Cultura, stabilendo gli elementi che configurano quella trasformazione della coscienza artistica nella diversità culturale spagnola attraverso poetiche o attraverso estetiche comuni coincidenti, condivise o interrelazionali.

La mostra illustra inoltre in che modo quelle poetiche si sono sviluppate nel tempo e sono state espresse da ogni singolo creatore, nel rapporto con il contesto sociale e con quello storico.

La prima sezione della mostra con il titolo Riferimenti, si interroga sul destino di Picasso come mito e come artista ed è dedicata al tema della metafora del processo creativo, chiarito attraverso una versione de Il pittore e la modella e le acqueforti e i disegni per Le Chef-d’œuvre inconnu di Honorè de Balzac.

La sperimentazione tra generi e tecniche è un altro elemento caratterizzante del concetto picassiano di modernità. Ed è il tema della seconda sezione Variazioni che include opere rappresentative di tutti i suoi principali momenti artistici.

Segue la terza sezione Idea e Forma, sul singolare – e poco conosciuto – contributo spagnolo all’arte della forma concreta e analitica. Ne sono importanti esempi Arlecchino con violino di Juan Gris, Donna con chitarra di Maria Blanchard, Tempo sereno di Pablo Palazuelo. La mostra continua con la quarta sezione: il titolo Lirismo. Segno e superficie, indica il lirismo definito in pittura e scultura da segno, superficie e spazio.

Esempi di questa tendenza si ritrovano in dipinti come Strumenti musicali su tavolo di Picasso e sculture quali Grande Venere di Julio Gonzàles o Donna laboriosa di Ăngel Ferrant. La quinta sezione è dedicata alla dialettica della creazione artistica tra Realtà e sopra-realtà nella peculiare declinazione dell’arte spagnola delle poetiche e delle forme del Surrealismo, incarnati – oltre che da Picasso e Dalì – anche da artisti quali Josè Gutiérez Solana o Antonio Lòpez. Punto culminante dell’esposizione sono le sezioni sesta e settima, sotto il titolo comune di Verso Guernica, suddivise tra Il Mostro e La Tragedia, straordinario nucleo di disegni preparatori, incisioni e dipinti che testimoniano l’ispirazione e il lavoro giorno per giorno di Picasso per la realizzazione del capolavoro Guernica nel maggio del 1937, permettendo di ricostruire i trasferimenti e le contaminazioni tra figure e simboli nell’opera dell’artista. Altro tema peculiare è la fondamentale relazione tra Natura e cultura che si snoda nella sezione ottava con i contributi di artisti quali Alberto Sànchez, Ŏscar Dominguez, Eduardo Chillida. La ricerca dell’identità attraverso i rapporti tra il Paese, il paesaggio e la popolazione è infatti tratto caratteristico dell’esperienza culturale spagnola. Il percorso si chiude con la nona sezione, Verso un’altra modernità, dove si esplicitano i modi in cui gli artisti spagnoli, tra i quali Tàpies, hanno affrontato la svolta verso un’altra nozione di modernità nell’apertura cronologica ed estetica del presente. Negli anni cinquanta cambiarono i ruoli Mirò e Picasso. Mirò divenne l’artista più influente tra gli innovatori spagnoli e Picasso si convertì in un mito vivente, anche se la sua opera iniziò a essere vista come il riverbero di tutta la sua grandiosa traiettoria precedente.

 

Maria Paola Forlani


Foto allegate

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