Firenze – Quando la scuola riapre c'è sempre il caos. Orari dimezzati, mense chiuse, insegnanti che mancano, aule non pronte. E visto che la scuola è iniziata il 15 settembre, perché per quella data non deve essere tutto pronto? Ci vuole tanto a far partire tutta la burocrazia con un anticipo tale per cui alla data di apertura tutto funzioni? Probabilmente ci vuole non tanto, ma tantissimo, visto che ogni anno si rinnova questo calvario in cui le principali vittime sono gli studenti.
Qui racconto un caso nella scuola elementare di mia figlia a Firenze e che, sentendo anche altre storie cittadine, non è neanche tra le peggiori.
La bambina è entrata in quarta e i primi due giorni non c'era la mensa e uscivano alle 12:30 invece che alle 16:30; risposta ufficiale: il servizio mensa non era ancora pronto; domanda: perché?
A tutt'oggi non hanno ancora fatto un'ora di ginnastica. Già è pessimo che si faccia una sola ora di ginnastica alla settimana, ma diventa problematico che anche questa ad oggi non ci sia. Altrettanto accade per la lingua inglese. Ma dove si rasenta il tragico è nella matematica. Il nuovo insegnante non c'è di lunedì e venerdì per propri motivi professionali (insegna anche all'Università) e deve ancora essere nominato il supplente; in questi due giorni gli scolari, quando gli insegnanti presenti hanno esaurito le loro ore di lavoro, vengono smistati in altre classi, sostanzialmente a non fare nulla per un paio d'ore nel pomeriggio, aspettando solo che suoni la campanella per uscire. Se allo scolaro va bene, capita in una classe vivace grazie ad insegnante e struttura, e viene coinvolto nella didattica, ma se va male si ritrova in un'aula angusta, senza banco a disposizione, mentre è incorso una didattica per scolari troppo piccoli o troppo grandi, e magari con un insegnante che sa solo passivamente subire la presenza “esterna”. Ma non potrebbero essere chiamati i genitori e far uscire prima questi scolari? No, non si può. Quindi per la scuola è meglio parcheggiare questi bambini a non far nulla, senza neanche un banco in cui magari fare un po' di compiti che, spesso, dopo devono fare a casa (dopo otto ore di presenza fisica nella scuola).
Il nostro capo del Governo ci ha fatto sapere alcuni giorni fa che l'anno prossimo saranno assunti 150mila precari. Bene, ma intanto le vittime principali di questa situazione permanentemente caotica sono gli studenti che, non a caso, stanno già imparando ad odiare la scuola, perché non li aiuta nello sviluppo ma li tratta come pedine di un gioco a cui non partecipano.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc