Firenze – La bomba di grandine che ha colpito Firenze ieri 19 settembre è sicuramente un evento eccezionale che ha trovato tutti più o meno impreparati, anche se, nei limiti del possibile specifico, la macchina dei soccorsi ha abbastanza funzionato.
Quello che più colpisce, però, è che ogni volta in questa città c'è un evento atmosferico particolare, e talvolta anche in condizioni di normale quotidianità (la recente morte di Alice e Donatella alle Cascine), ecco che di mezzo c'è sempre uno o più alberi, che rendono tragiche l'ordinarietà e l'eccezionalità. Caso? Cominciamo ad avere sensazioni che, pur nella considerazione di eventi atmosferici eccezionali, al caso venga dato un contributo da parte della poca o scarsa cura dei preposti al patrimonio arboreo che fa respirare un po' meglio questa città.
Sto parlando di patrimonio arboreo pubblico e privato, visto che due grossi alberi crollati in via Salvestrina, erano in un giardino privato con ingresso in via San Gallo. Quindi ci viene il dubbio che forse le norme per questa cura non sono rispettate dalle autorità preposte, le stesse che poi non controllano e monitorano anche gli alberi privati (soprattutto ed essenzialmente quando le loro proporzioni possono rappresentare un pericolo al di là del loro specifico terreno di proprietà).
Sappiamo che questo tipo di domanda non è la prima volta che viene posta, ma il coinvolgimento dei privati e il persistere del crollo degli alberi pubblici, crediamo sia un campanello d'allarme da non sottovalutare. Chiediamo a chi di dovere di verificare l'attualità e l'applicazione delle norme, e chiediamo all'autorità politica di far verificare il tutto da un soggetto esterno all'amministrazione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc