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Bernardo Gabriele Ferrari. Chemtrails – scie chimiche. Alzate la testa e guardate il cielo
18 Settembre 2014
 

Confesso che ho vissuto, ma una estate come questa non l’avevo mai vista! Non mi sarei meravigliato se fosse caduto un piccolo meteorite o esploso un vulcano, tipo Krakatoa, perché le loro polveri avrebbero oscurato il cielo impedendo al Sole di riscaldare la Terra, creando l’effetto “inverno nucleare”. Ma il cielo sopra Tirano era sereno e vedevo aerei alti senza nessuna scia, poi altri aerei con una corta scia di condensa che si dissolveva in pochi minuti. Poi vedevo aerei sotto le nubi che lasciavano una scia bianca persistente, che poi si allargava assumendo forme strane e si diradava facendo diventare il cielo bianco lattiginoso, dove il sole a stento penetrava. Articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana: «Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure (...)».

 

Cosa buttano gli aerei

Come padre e come nonno mi chiedo: cosa bruciano i motori degli aerei a reazione? Kerosene avio o anche altri additivi? Indubbiamente è una scia chimica di gas di combustione. Chi ha fatto fare analisi in laboratori specializzati sulla neve di Piancavallo (PN), Parma, parla di quantità abnorme di ossido di alluminio, sali di bario, calcio, potassio, magnesio, torio, silice, rame. Sarà vero? Andate in Internet e cercate: scie chimiche 2014 – 2013 – 2012 e il blog “Cieli liberi”, con centinaia di foto e articoli che sviscerano il problema. La storia come tutti sanno è maestra di vita e mi ricordo che durante la guerra in Vietnam c’erano numerosi aerei che sorvolavano la pista di Ho Chi Minh e irroravano le piante con il liquido Orange (defoliante) per rendere visibili i Vietcong e mitragliarli con comodità. Poi spargevano sulle nubi della polvere di ioduro di argento per condensare l’umidità facendo piovere, trasformando la pista in un pantano per rallentare l’invio di armi e truppe. Vi ricordate i nativi Americani, i Pellerossa, che facevano la danza della pioggia? Si potrebbe proprio dire: niente di nuovo sotto il sole! La belva umana, coadiuvata da “apprendisti stregoni” è capace di tutto e di più: pensate ai gas tossici a Ypres in Belgio, nel 1914 (da qui il nome di iprite) poi ai gas nervini e virus nei laboratori segreti, poi alle bombe atomiche nel 1945, poi alle decine di esplosioni in atmosfera, sottoterra, e nell’acqua.

 

Cosa buttavano dagli elicotteri

Sabato scorso su Rai 1 hanno mandato in onda un appello: tutti coloro che hanno dubbi sulla loro nascita possono chiedere un test gratuito del DNA, se hanno una età fra i 30-38 anni. Si riferivano al fatto che i militari a bordo di elicotteri buttavano nel mare i dissidenti, in Argentina. Ma non le madri incinte perché essendo un paese di origine cattolica avevano un concetto sacro della vita; per cui prima le facevano partorire, poi le uccidevano. E i loro figli venivano dati in adozione anche agli stessi militari. Un dato mi ha impressionato e mi è sembrato esagerato, ma non ho dati statistici per confutarlo: oltre il 50% degli Argentini discende da oriundi italiani.

 

Cosa buttavano nei fiumi

Chi ha studiato un po’ la storia, come il sottoscritto, saprà che i militari nazisti erano più pratici. Andavano su un ponte, legavano con del fil di ferro le mani a due persone alla volta, poi sparavano un colpo in testa. Un colpo di grazia in tutti i sensi perché poi venivano buttati in acqua e l’altro affogava. Però i proiettili costano, anche se ne usi uno per ammazzarne due, fanno rumore e i soldati trovano dei rimorsi di coscienza sul fondo del barile. Quindi gli apprendisti stregoni hanno sviluppato il gas Zyklon B preciso al 100%, silenzioso e tutti passavano per il camino.

 

Cosa chiederò al Presidente

Il 28 di settembre verrà eletto il nuovo Presidente della Provincia di Sondrio e chiederò di installare telecamere sul cielo valtellinese per vedere ciò che succede sopra le nostre teste, per sapere quali e quanti aerei ci sorvolano. Questo ai fini statistici, come facciamo per il traffico di autotreni che attraversano il fondovalle. Chiederò inoltre che faccia eseguire a chi di dovere i controlli chimici sulla neve delle nostre montagne e sull’acqua piovana, per sapere esattamente cosa beviamo. Siamo lontani da città industriali come Milano, Brescia, Bergamo, Lecco, per cui spero che l’inquinamento sia minimo e sotto i limiti di legge. Seneca scriveva in De Otio: «è questo che si richiede all’uomo, che giovi ad altri uomini; se è possibile, a molti, se no, a pochi, se neanche questo può avvenire, giovi a chi gli è più vicino, se non è possibile a sé stesso. Perché, quando si rende utile agli altri, svolge un servizio pubblico».

 

Cosa buttano nel sottosuolo

In Finlandia, a 300 kilometri da Helsinki, stanno costruendo un gigantesco deposito di scorie radioattive con il progetto Onkalo. Stanno scavando la roccia per 500 metri di profondità e faranno gallerie lunghe 6 kilometri per alloggiare 330.000 metri cubi di fusti. Poi il tutto verrà sigillato nel 2100 per 100.000 anni! Neppure loro sanno cosa può succedere in centomila anni, terremoti, alluvioni, glaciazioni, perché mai l’uomo ha costruito qualcosa di così vecchio. Le piramidi in Egitto non superano i 5.000 anni (10.000 secondo altri) per cui si pone il problema dei profanatori di tombe e di spiegare in tutte le lingue attuali del mondo e con simboli grafici che chi “toccherà” tale tesoro, morirà di radioattività. Il nostro regalo al futuro dell’umanità. A voi tutti, pazienti lettori, dedico una canzone di Pierangelo Bertoli, morto a Modena nel 2002:

«E l’acqua si riempie di schiuma, i cieli di fumi, la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi, uccelli che volano a stento malati di morte… un’isola intera ha trovato nel mare la tomba, il falso progresso ha voluto provare la bomba, poi pioggia che toglie la sete alla terra che è viva, invece le porta la morte, perché radioattiva…»

 

Alzate la testa e guardate il cielo!

 

Il Cittadino Tiranese

Bernardo Gabriele Ferrari


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