Firenze – Domani 15 settembre in Toscana riaprono le scuole e con tranquillità accompagnerò mia figlia che comincia la quarta elementare. Dopo che oggi ho letto la notizia di tanti nostri governanti che presenzieranno all'ingresso di varie scuole, con timore ho scorso l'elenco di queste presenze e mi sono rasserenato: davanti alla scuola di mia figlia (“Cesare Battisti” di Firenze), non incontrerò nessuno di loro che con sorrisi e ancheggiamenti stringerà la mano a genitori, insegnanti e dipendenti vari. Già so che sarò arrabbiato perché i primi giorni la mensa scolastica non funzionerà (forse gli addetti sono stati avvisati in ritardo dell'apertura di lunedì 15...) e quindi brontolerò con chi mi capita, anche se so che le responsabilità sono più a monte, ma se avessi incontrato uno dei nostri governanti, chissà con quali escandescenze avrei dato spettacolo. Meglio così, per tutti.
Il mio stato di indisponibilità verso chi cerca consensi alle proprie politiche facendosi pubblicità a zero costi, è dovuto al fatto che non riesco a levarmi dalla testa che, oltre alle buone promesse del capo del Governo, al momento non ho visto nulla che stimoli i nostri figlioli ad avere qualche piccolo gesto d'amore verso questa scuola, e non solo odio sfegatato per infrastrutture deficitarie e didattiche spesso ridicole e noiose. E siccome i governanti di oggi sono della stessa parte politica di quelli degli ultimi anni, non vedo perché non dovrei avere risentimenti anche verso di loro: gli anni passano e nulla accade (ripeto: aspetto fiducioso la realizzazione delle promesse dell'attuale capo del Governo, che è lì da poco e sostiene di voler fare cose epocali e rivoluzionarie). Ma intanto non riesco a bendarmi occhi, tapparmi orecchie e bocca e ricordarmi, per esempio, che secondo il Censis 9mila edifici sono senza intonaco, 7.200 avrebbero bisogno di nuovi tetti e coperture; in 24.000 non funzionano impianto elettrico e non c'e' riscaldamento; e aggiungo -pensando alla scuola di mia figlia- la palestra è ridicola, i supporti informatici inesistenti, le aule piccole e quindi spazi soffocanti; certo, sempre il Censis ci ha detto che occorrerebbero 650 milioni di euro all'anno per digitalizzare tutte le scuole... sembrano tanti, ma gli addetti ai lavori sanno che sono bruscolini; e poi il problema eterno dei costi dei libri di testo, con gli editori che mettono i bastoni fra le ruote a tutti i tentativi di farli calare, mentre tutti i nostri bimbi e ragazzi hanno in cartella un qualche supporto informatico che li porta in Internet quando e dove vogliono.
Bene! Domani andrò tranquillo all'ingresso della scuola di mia figlia, borbotterò insieme agli altri genitori e qualche insegnante, ma non avrò tentazioni strane verso chi ci governa.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc