Aspettavo il tuo freddo
come i muri, che poi si intimidiscono screpolandosi
come i vetri, che si appannano al mattino
così come quelli della casa dei nonni
negli anni settanta
dov’ero io bambina
Abbisognerò di mettere più maglioni
e un calzettone più grosso
e un nuovo romanzo di Dostoevskij da avvicinare sul comodino.
e anche di un abbraccio di lane umane
Le pentole sulle fornella borbottavano
aggiungendo umidità ai vetri di quella cucina,
preparandosi ad essere riscritti
con un sole d’infanzia
E con quella voglia di farsi raccontare ancora una volta
la storia di paura di Pinocchio,
e del muro che manteneva il proiettile che poteva prendere lo zio Gino
quella sera del coprifuoco durante la grande guerra
Mi avevi insegnato a camminare da signorina con la borsetta,
modello di donna Anna Magnani.
E pensa ora ho quella tua viola ancora con me
adatta a tutte le stagioni,
come l’amore vero.
Barbarah Guglielmana
(scritta nella notte del 21 Dicembre 2013)