«Ci sono molti obiettivi importanti, ma quello dell’ingresso della Turchia nell’Unione europea è uno dei più importanti per noi», ha detto Ahmet Davutoðlu, nel presentare, ieri (lunedì 1° settembre, ndr), il suo primo programma di governo davanti al Parlamento turco. L’ingresso della Turchia nell’UE è un punto prioritario del programma del nuovo governo turco, assieme a quello sul processo di pace con i curdi del PKK.
È questo un rilancio del dossier sull’ingresso nell’UE senza precedenti; era almeno dal 2011 che non veniva posto tale obiettivo con tanta evidenza e pregnanza in un programma di governo. Di Unione europea si parla in due capitoli del programma. In quello sulla politica estera, si afferma che l’ingresso nell’UE rappresenta un obiettivo strategico e una scelta irrinunciabile. Nel capitolo 2, quello su «Democrazia avanzata», sulle riforme del paese, è previsto il varo di un «Piano d’azione nazionale», una road map che porterà fino al 2017, e cioè un programma di riforma triennale che conterrà tutte quelle che sono richieste dal processo di integrazione.
Un primo forte segnale del rilancio del dossier UE si era manifestato con la nomina a ministro degli Esteri di Mevlüt Çavuþoðlu, che guidava il ministero degli Affari dell’Unione europea, e che i dirigenti della neonata associazione Turchia in Europa da Subito, assieme a Marco Pannella, hanno incontrato il 22 luglio scorso a Roma perché sia posta la necessità e l’urgenza dell’«oggi» di avere Ankara nell’UE: l’urgenza di salvare le prospettive dell’Europa e del Mediterraneo.
Mariano Giustino
(da RadicalNonviolentNews #34, 2 settembre 2014)