Le dichiarazioni del teologo cattolico Hans Küng a favore del diritto all’autodeterminazione nelle scelte di fine vita fanno emergere il divario tra le coscienze di tanti fedeli e la dottrina ufficiale, che continua a condizionare le nostre leggi.
I sondaggi confermano (ad esempio quello del Gazzettino sul Nordest per cui tra i non praticanti, il consenso intorno all'eutanasia si attesta all'84%, e anche tra coloro che frequentano saltuariamente la messa si mantiene largo -77%-. Più contenuta la quota di favore che è osservabile tra i praticanti assidui -53%-, ma anche in questo caso si supera la soglia della maggioranza assoluta) che persino i cattolici praticanti preferiscono che ciascuno sia lasciato libero di scegliere.
Le parole del teologo, quando dice che «Dal diritto alla vita non deriva affatto il dovere alla vita e l'autodeterminazione fa parte della dignità umana» ricordano quelle di Piergiorgio Welby nella sua lettera al presidente Napolitano: «La morte non può essere “dignitosa”; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita».
Due personalità apparentemente lontane come impostazione culturale e politica sono in realtà unite da un'idea della vita umana che non può essere privata della libertà, e dunque della responsabilità.
Quella di Kung è una lezione di laicità e tolleranza per tutti quei clericali e proibizionisti che impediscono anche nel Parlamento italiano quel dibattito che chiediamo da un anno: infatti, il 13 settembre 2013 l’Associazione Luca Coscioni ha consegnato oltre 67.000 firme certificate e autenticate alla Camera dei Deputati per una proposta di legge di iniziativa popolare per il testamento biologico e la liceità dell’eutanasia che non è ancora stata nemmeno presa in considerazione per un dibattito.
Per rompere l'indifferenza, l’11 e 12 settembre saremo davanti a Montecitorio e Palazzo Chigi insieme alla nostra co-presidente Mina Welby, per abbracciare con il nostro girotondo Governo e Parlamento.
Marco Cappato
p. Associazione Luca Coscioni