Chiedo perdono, stavolta e mai più
all’Oriente buono (non all’altro)
perdono se da questo mio cantuccio
ascolto l’orrore libico (dopo pranzo)
di Gaza l’ignoranza mi pervade
preso il caffè Lampedusa è un’isola magnifica
che mi coccola tra i morti.
Perdono se da questa mia sdraio
oso il lamento
di chi è stanco di ulivi e seminati
arsi, perdono se oso (impagliato)
accendermi al pensiero di una fuga verso
acque e città fertili.
Sterili, non avremo più figli,
pagheremo
questo destino benevolo. Perdono
se pure ¯ e nonostante ¯
ancora penso
d’essere uno sfregiato esule.
Giuseppe Samperi