Giovani Bogani
Amore a ore
Edimond, 2006, pagg. 260, € 12,00
Luca ha quarant’anni, ha avuto quaranta amori, ha quattro amici, ha quattro milioni di libri in una casa di quaranta metri quadri, ha quattro sogni che non dice a nessuno, quattro giorni belli ancora da incontrare, Luca ha quattro segreti, uno è che non è intelligente come ha spesso fatto credere, l’altro è che vorrebbe essere immortale, non ricco, non potente, solo immortale, vivere per sempre, semplicemente questo, vedere la fine dell’universo fino a tutti gli infiniti, uno oltre l’altro, c’è sempre un infinito più in là, tutti gli infiniti del tempo – il terzo segreto è che sogna sempre luoghi bellissimi in cui perdersi, e toccare le dita di Dio. Il quarto segreto è che non lo sa nessuno, ma lui crede nell’amore.
Comincia così, come un bolero triste e malinconico, l’ultimo romanzo di Giovanni Bogani, uno scrittore che sa raccontare l’amore in maniera dolce e struggente, ma al tempo stesso molto letteraria. Amore a ore sembra proprio un libro autobiografico, ma la cosa non infastidisce, perché l’autore racconta con bravura una bella storia, vissuta sulla propria pelle. Luca è l’alter ego dell’autore, perché anche lui è appassionato di cinema, cita in continuazione sequenze da film di Nanni Moretti e Roberto Benigni, e alla fine inserisce tra i protagonisti anche l’amico Carlo Verdone. Luca è un eterno bambino che ha un cattivo rapporto con la madre e si innamora di Viola, una ventenne dai capelli neri che parla poco ma sa ascoltare, indossa jeans lunghi, maglioni larghi e scarpe da tennis. Noi maschi siamo tutti dalla parte di Luca, che ha vent’anni più della ragazza e soffre per la presenza di un terzo incomodo (l’ex fidanzato di Viola). Non anticipo il finale del libro (che vive di grande tensione narrativa) e se volete sapere con chi resta Viola dovete comprare il libro.
Molto bella la colonna sonora del romanzo: Claudio Lolli, Francesco Guccini, Francesco De Gregori e Fabrizio De André. Non solo. Durante un malinconico Natale a base di pranzi casalinghi a casa di una madre che Luca non comprende, ascoltiamo anche Jesahel e ci fa venire un tuffo al cuore per la nostalgia. Quando Luca fa l’amore con Viola, la colonna sonora diventa intensa e lui precipita in una spirale onirica che lo porta a vagare tra visioni cinematografiche e sogni di viaggi lontani. Bogani scrive capitoli che scorrono con leggerezza, ma cura la forma in maniera certosina e affascina il lettore con un linguaggio molto letterario. Amore a ore è un libro molto più profondo di tanti prodotti di consumo pubblicati da importanti marchi editoriali.
Giudicate da soli leggendo la descrizione di Viola.
Viola ha vent’anni, jeans lunghi che le nascondono le gambe, capelli neri come quelli di Dylan Dog, pelle bianchissima e maglioni troppo grandi, scarpe da tennis che raccontano di prati, di case di studenti, pomeriggi infiniti tra chiacchiere, libri, sigarette, una festa da qualche parte. Viola ha un punto interrogativo al posto del cuore, Viola ha amiche che parlano parlano, e lei è silenziosa come un gatto che ti guarda da qualche parte, nascosto nella stanza, Viola ha mani piccole nascoste sotto le maniche enormi del suo maglione, Viola ama la pioggia, Viola ascolta musica più scura dei suoi occhi neri come temporali, Viola ama cantanti magri, dannati, l’esercito delle tenebre sprezzanti. E anche i ragazzi li ama così.
Non sono mai stato un grande lettore di romanzi d’amore, ma quando ne trovo uno intenso e ispirato come questo mi dispiace arrivare alla parola fine. Forse è vero che per scrivere bene di temi come l’amore e la perdita di un amore è necessario fare un’esperienza forte che impone la scrittura di un romanzo. Bogani aveva una storia importante dentro di sé e l’ha saputa esprimere con grande poesia. Amore a ore è un libro sincero e intenso, un libro così bello che vorrei averlo pubblicato io, scriverlo no, ché mica sono capace a scrivere romanzi d’amore. Bogani sì. Lui lo sa fare parecchio bene.
Gordiano Lupi