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Lidia Menapace. Neutralità, Nato, Caschi blu
10 Agosto 2014
 

Mi occupai alcuni secoli fa, nella preistoria politica della mia lunga vita, di riforma delle N.U., sottolineando che la Carta fondativa (cioè la “Dichiarazione universale dei diritti umani”) conteneva e contiene al primo articolo, quasi un preambolo generale, la solenne affermazione che “La guerra è un crimine”. Parole di pesante giudizio, non pronunciate da qualche timida verginella o da un simposio di filosofi metafisici, ma dai reggitori dei popoli che dalla guerra mondiale seconda uscivano vincitori e che ne avevano viste comandate e fatte di ogni colore: quindi gli uomini (donne a quel livello non ve ne erano, stavamo solo tra chi era scampato al macello – per nostra fortuna di genere) erano in grado, quando la loro dura cervice fosse stata colpita da un tale ammasso di tragedie rovine orrori disperazioni lutti orfanezze fame sete solitudine e morte violenta, di dire parole profetiche e solenni e giuste e di piena razionalità: insomma la ragione, anche quella maschile, serve ed è necessaria perché non si producano mostri, tenendo come motto quello di Goya: “il sonno della ragione produce mostri”. Giusto.

Perché però i mostri continuano ad essere generati e le madri che producono i mostri e i non meno pericolosi stupidi, sono sempre incinte?

Lascio per una successiva mandata o seguito, la discussione se siano più o meno o egualmente pericolosi/e i mostri e/o gli/le stupidi/e, enunciando soltanto una mia convinzione profonda, secondo la quale ciò che è “unico” è sommamente pericoloso e che perciò il maggior pericolo mentale, per dir così, è il monoteismo, non necessariamente nel senso religioso del termine. Forse qualsiasi assoluto uccide la razionalità, che invece si accompagna volentieri e quasi di necessità, al dubbio obiezione domanda disaccordo discussione opposizione ecc. ecc. ecc. Non -cioè- se al posto degli uomini comandano solo le donne, la situazione migliora: una donna sola al comando non è meno pericolosa che un uomo solo al comando, forse sarebbe più frequente di ora l'omicidio per avvelenamento, invece che per accoltellamento, ma insomma si tratta di varianti tecniche non decisive.

Come potevamo dunque aspettarci che quella solenne dichiarazione, dettata da una tragica esperienza reale vissuta, rimanesse addormentata e quasi soffocata e infine cancellata nella labile memoria dei potenti (incluse le potenti, sia pure meno numerose)? E senza che i famosi intellettuali (e non meno le intellettuali, che -una volta immesse le donne nei canali scolastici esistenti- vincendo alla grande ogni tipo di concorsi stanno diventando abbastanza numerose) dicessero nemmeno bah? No.

Invece nemmeno la campana a martello del processo di Norimberga è servita. La memoria di chi è alfabetizzato/a è molto inferiore a quella di chi non lo è, ma non andate ora dicendo che la Menapace ha fatto l'elogio dell'analfabetismo, sarebbe una conclusione non necessaria.

Invece abbiamo avuto spedizioni ovunque, di guerra “umanitaria”, “difensiva” con una invenzione di espressioni ipocrite degna di miglior causa, fino a che ora abbiamo quel che si sa in Palestina, e in Ucraina e in Egitto e in Siria e in Turchia e in Iraq e ovunque anche senza che ne veniamo a conoscenza, dato che l'informazione, timorosa del potere e ad esso “liberamente” ossequiosa, -spesso- tace o nasconde o copre o vela o attenua, insomma tutto fa, tranne che informare.

L'ultima -finora- è la notizia, data da Obama in persona, che manda potenti mezzi militari aerei Usa in Iraq, a difesa contro i soliti “terrorristi” e poiché sono sotto violenza popolazioni cristiane, il papa non obietta alcunché e si muove a difesa di cristiani (chi non lo fosse, potrebbe essere mandato all'inferno direttamente?), annuncia che lui Obama non fa la guerra, mai no, non vuole aiutare il genocidio in corso, e quindi non chiama guerra e per di più di aggressione ciò che fa, cioè mandare mezzi militari suoi nella terra altrui, e non fa un genocidio perché bombarda selettivamente (quante volte durante la seconda guerra mondiale abbiamo visto e sentito e subito bombardamenti “selettivi”, cui ci era richiesto di sottrarci “sfollando”) a Milano Torino Bologna Napoli ecc. e ovunque...

Qui ci sono due cose da osservare, che la guerra non la comanda la Nato e forse ciò significa che Obama non è riuscito ad ottenerne l'appoggio e l'approvazione, buona cosa, e una cattiva: che cioè, in barba a qualsiasi potere internazionale esistente, gli Usa sono tornati ad assumere per sé il ruolo di gendarme nel mondo (noi ne siamo i più servili e pronti servi), e che perciò anche senza volerlo esplicitamente, sono in grado di far scoppiare per caso la terza guerra mondiale, cioè tecnicamente la fine del mondo.

Leviamoci almeno la soddisfazione, per non sembrare più scemi di quanto siamo, oltre a rimettere in moto e in piazza ovunque il movimento per la pace, anche di chiedere che ad Obama sia levato il Nobel per la pace, che detiene da quando incominciò i suoi mandati, e che che forse si è persino dimenticato di avere. Alla buonora! BASTA!!

 

Lidia Menapace

 

 

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(Marco Perduca, blog su L'Huffington Post, 8 agosto 2014)


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