Zoran il mio nipote scemo di Matteo Oleotto
Tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, una commedia con Giuseppe Battiston, uno dei migliori attori italiani, per la prima volta protagonista dopo decine di ruoli da caratterista di lusso. Interpreta Paolo Bressan, un quarantenne divorziato e incattivito con il mondo che passa il tempo a bere nei locali. Da una parte assilla l’ex moglie, dall’altra offende il nuovo marito di lei e tutti i colleghi di lavoro. La principale preoccupazione della sua vita è non farsi beccare dai vigili quando guida ubriaco. All’improvviso riceve la notizia della morte di una zia slovena, che gli ha lasciato una strana eredità, un cane di ceramica e un nipote di cui non conosceva l’esistenza, un sedicenne cresciuto in un paesino e che parla un italiano bizzarro e forbito: Zoran. Quando scopre la straordinaria abilità del ragazzo nel tirare le freccette, l’uomo cerca di sfruttarla per il proprio tornaconto. Ma Zoran è capace di far centro non solo sul bersaglio e la convivenza cambia il rude protagonista. Zoran il mio nipote scemo è una commedia insolita nel panorama italiano, una storia esilarante ma con alcuni momenti drammatici, divertente ma mai superficiale. Un film che mette di buon umore, con battute e situazioni memorabili, con il travolgente egoismo di Paolo Bressan e con la parlata di Zoran, con la grande attenzione a tutti i protagonisti e una cura estrema per i dettagli. Un ritratto della vita di provincia con i suoi difetti e le bassezze, ma anche con i suoi pregi, a volte nascosti.
Vincitore della Settimana della critica alla Mostra del cinema di Venezia 2013.
Garef, le ultime pietre della Val di Pai di Luca Ruffoni
Un documentario su Pedesina, uno dei più piccoli comuni italiani, e Val Gerola. Tra memorie della Grande guerra con scene ricostruite, sulla grande opera militare conosciuta come “Linea Cadorna”, e l’attualità che emerge dalle interviste condotte con i residenti. Frutto di una lunga ricerca, è il primo lavoro di un giovane valtellinese che ha fatto quasi tutto da solo.
Walter Bonatti. Con i muscoli, con il cuore, con la testa di Michele Imperio e Fabio Pagani
Un ritratto di Walter Bonatti, alpinista, esploratore, fotoreporter, scrittore e uomo fuori dal comune, con la partecipazione anche di Rossana Podestà, sua compagna di vita. Attraverso testimonianze di colleghi, amici e persone che l’hanno conosciuto o hanno condiviso momenti di vita, il film racconta l’alpinista che molto presto ha chiuso la carriera sportiva per continuare a viaggiare e scoprire, soprattutto se stesso.
Alpi 2.0 di Simona Casonato, Aurelio Laino ed Elena Negriolli
Un rifugio alpino nel Parco dello Stelvio in Trentino. Una famiglia che lo gestisce da decenni e un figlio che vuole introdurre migliori collegamenti, anche internet con il mondo, e cambiare l’approvvigionamento energetico, in maniera più compatibile con l’ambiente e le sue differenze d’opinione con il Cai, proprietario della struttura. Una riflessione sul ruolo dei rifugi mentre il modo di vivere la montagna si evolve.
Un viaggiatore ai confini del mondo di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania
Compagno di Bonatti in tante ascensioni, dalle Alpi alla prima assoluta del Gasherbrum IV è stato il lecchese Carlo Mauri, membro di punta dei Ragni e scomparso nel 1982. Sabrina Bonaiti e Marco Ongania gli hanno dedicato Un viaggiatore ai confini del mondo, partendo dalla sua autobiografia Quando il rischio è vita e utilizzando i filmati degli archivi della famiglia Mauri e del Cai. Una docu-fiction che esplora la rocambolesca esistenza di alpinista e viaggiatore di Mauri, autore di imprese al limite dell’impossibile nei cinque continenti ed esperto conoscitore della natura umana. Ricostruzioni originali e filmati d’archivio restituiscono la memoria di un uomo alla continua ricerca di un altrove.
Il migliore dei mondi possibili di Marco Andreini e Paolo Fioratti
Un’enorme barriera di 1.200 km emerge nel cuore dell’Europa: è la catena delle Alpi. Da oltre 5.000 anni l’uomo ne ha modificato le aree più accessibili, tracciando sentieri e reti di collegamento, costruendo città e sottoponendo il territorio a un incessante sfruttamento. Ma le Alpi conservano ancora un’anima selvaggia. Un mondo parallelo al nostro, in cui le specie sopravvivono alle vicende climatiche del passato, allo sfruttamento del territorio e al turismo di massa, si muovono intorno a noi, ci osservano, spesso non lontano dalle nostre tracce. Sono animali e piante che devono il loro successo alla capacità di vivere in condizioni difficili, che per tutte le altre specie sono proibitive, ma che rappresentano per loro il migliore dei mondi possibili. Premio della giuria del pubblico “Sondrio Festival” 2013.
La Passione di Erto di Penelope Bortoluzzi
Erto è uno dei paesi che furono colpiti dall'ondata che nel 1963, tracimando dalla diga del Vajont, si abbatté sulla vallata sottostante. Da secoli gli ertani, la sera del Venerdì Santo mettono in scena la Passione di Cristo: la tragedia della Storia e il rito senza tempo si attraversano senza soluzione di continuità.
Das wolkenphänomen in Maloja di Arnold Fanck
Nel 1924 il regista tedesco Arnold Fanck, pioniere del cinema di montagna che già nel ’22 aveva realizzato il lungometraggio Das Wunder das Schneeschuhs sulla neve e gli sport alpini invernali in Engadina, realizzò sul Maloja un cortometraggio di 12 minuti dal titolo Das wolkenphänomen in Maloja. I “fenomeni nuvolosi sul Maloja” filmati dal cineasta tedesco sono le particolari formazioni che si creano dal passaggio delle correnti che salgono dal lago di Como e dalla Bregaglia e si scontrano con i venti da nord. Il cortometraggio è stato ripreso nel film Sils Maria del francese Olivier Assayas con Juliette Binoche e Kristen Stewart, presentato in concorso al recente Festival di Cannes.