Per il quinto anno consecutivo il “popolo No Inc” ha montato le tende all’ingresso di Villaggio Ardeatino, in una vigna curatissima che fronteggia il VII invaso della discarica di Roncigliano nel comune di Albano. Diversa la situazione rispetto a quella degli anni passati, ma quantomai pericolosa ora che le carte del gioco del “Sistema Cerroni” sono state scoperte e i colpi di coda di un tale organismo si fanno sempre più aggressivi e organizzati. Una sorta di calamaro gigante dalle lunghe braccia e tentacoli taglienti, che benché spiaggiato sembra conservare ancora la forza perforante dei suoi infiniti anelli dentellati.
Diversa la situazione, ma immutabile la volontà di contrasto di questa autorganizzazione popolare, sempre in crescita, partita sette anni fa da un gruppo di cittadini consapevoli e ardimentosi non disposti a farsi gasare e incenerire insieme a popolazione e ambiente.
Sono stati la voce di tutti i cittadini ignari e ignavi, e di tutti coloro che nel tempo si sono affiancati al Movimento No Inc per combattere uniti la lotta sacrosanta della legittimità contro l’illegalità.
Un campeggio organizzato presso quel fatidico chilometro 25,600 di via Ardeatina, costantemente presidiato, per racimolare i fondi per le spese legali e per la campagna di comunicazione e d’informazione, mai sospesa in tutti questi anni.
Un campeggio per riprendere fiato ed energia fra un’udienza e l’altra al Tribunale penale di piazza Clodio a Roma, dove è in corso il “Processo Cerroni” che porta con sé il serpentone di accoliti, e tutti se la dovranno vedere con la Giustizia.
Una tre giorni, da venerdì 11 a domenica 13 luglio, in attesa della terza udienza che si terrà lunedì 18 luglio, in cui il Coordinamento No Inc sarà presente come parte civile, rappresentato dai presidenti Paolo Cappabianca ed Amadio Malizia.
Il sunto di questo quinto campeggio così ce lo rende un membro del No Inc:
«Tre giorni intensi e belli, perché ancora una volta è stata un'occasione per stare insieme, fare il punto della situazione, discutere di come proseguire la nostra opposizione allo scempio di Roncigliano. In particolare l'ultimo giorno, domenica, si è svolta l'assemblea a cui hanno partecipato gli altri Comitati della provincia di Roma e insieme abbiamo affrontato le dinamiche che la devastazione ambientale prevede per ogni territorio. Nessuno vuole cadere in una deriva della “sindrome di Nimby” perché farebbe gioco di quanti, imprenditori e politici, portano avanti progetti che speculano sui nostri territori e la nostra salute. Il fatto che molto probabilmente, ma ancora non definitivamente, le due linee di incenerimento che dovevano essere costruite a Roncigliano verranno realizzate a Malagrotta, non ci farà abbandonare la lotta che tutti questi anni abbiamo portato avanti. Perché siamo contro ogni forma di incenerimento, anche e soprattutto di quelli che rappresentano la nuova frontiera del business rifiuti: le centraline biogas/biomassa, che vogliono piazzarci dappertutto come funghi velenosi e che, di quello che dovrebbe essere un processo naturale di decomposizione, fanno l'ennesima combustione che emette diossina e furani. Poi ci sono i cementifici di Colleferro e Guidonia, c'è la forte speculazione edilizia diffusa. In particolare questo era l'argomento dell’assemblea di sabato e si è parlato della colata di cemento, un milione di metri cubi di cemento e dodicimila abitanti in più, che Parnasi, un altro Caltagirone, ha in cantiere di realizzare alle spalle di Santa Maria delle Mole, nel comune di Marino. Tra l'altro è tornato il discorso sui rifiuti con un esempio: a Marino la differenziata è al 20%, quindi se una famiglia produce 500 kg di rifiuti all'anno, ben 400 finiscono nella discarica di Roncigliano! C'è la situazione dei rifiuti a Roma che è drammatica, e che il sindaco Marino pensa di risolvere litigando con i lavoratori Ama e piazzando ispettori che controllino sempre i lavoratori. Ma il problema è questo o la mancanza di un piano basato sulla raccolta differenziata che non vogliono far decollare? Per non parlare, infine, del problema non risolto dell’acqua, in particolare dell’arsenico e altri metalli pesanti. Per chiudere il cerchio si è tornato a parlare delle due linee di incenerimento JFE che da Albano verranno posizionate a Malagrotta e che per incanto consumeranno pochissima acqua: hanno ricambiato il progetto? e le condizioni delle falde acquifere? Noi continuiamo ad avere il settimo invaso quasi colmo e di questo passo, tra Roma perennemente in crisi, Civitavecchia, Monterotondo e i comuni dei Castelli, sarà ben presto pieno. Si deve cercare di bloccare l’invaso e soprattutto far chiudere definitamente la discarica. Trentacinque anni sono troppi! Si è ipotizzato pure un presidio sotto la Regione per settembre/ottobre con tutti i comitati. Per il resto cibo a volontà, “L'armata Brancaleone” proiettato la prima sera, musica e balli e cover di De André. Si va avanti!»
Maria Lanciotti