Firenze ha inaugurato il suo Museo del Novecento, dedicato all’arte italiana del XX secolo.
Suddiviso in 15 ambienti espositivi, il nuovo museo fiorentino ospita una collezione di circa 300 opere, organizzate ‘a ritroso’, in un percorso che dal 1990 risale fino ai primi anni del cosiddetto ‘secolo breve’. Da De Chirico a Morandi, da Emilio Vedova a Renato Guttuso, fino alla sezione fiorentina alla Biennale di Venezia, il Museo del Novecento unisce in sé due nature: di museo civico, attraverso un racconto che lega le collezioni civiche del Novecento alla storia della città, e di museo ‘immersivo’, andando ad integrare il patrimonio cittadino con testimonianze delle vicende artistiche nazionali e internazionali, che hanno segnato il territorio dalla seconda metà degli anni Sessanta.
Sede del Museo è l’antico Spedale delle Leopoldine in Piazza Santa Maria Novella.
Il complesso monumentale è stato recuperato grazie a un lungo e delicato lavoro di restauro che ha aperto al pubblico gratuitamente, offrendo visite guidate, laboratori per famiglie “Io gioco con l’arte” e intrattenimenti musicali.
Il Museo del Novecento di Firenze, realizzato dopo quasi mezzo secolo di proposte e progetti, espone una parte delle collezioni del Comune, unita ad opere e documenti relativi agli ultimi decenni, concessi in comodato da artisti, collezionisti ed enti, che hanno generosamente sostenuto la nascita di questa nuova istituzione. Le sale dedicate alle collezioni comunali mostrano a rotazione le numerose donazioni di artisti e collezionisti pervenuti grazie all’appello fatto dal critico Carlo Ludovico Ragghianti a seguito dell’alluvione del 1966, tra cui la prestigiosa collezione Alberto Della Ragione.
Ordinato in senso cronologico, tematico ed interdisciplinare, in un percorso che affianca alle opere postazioni multimediali, dispositivi sonori e sale video, il Museo Novecento offre finalmente al pubblico la vibrante rappresentazione di quell’irripetibile stagione artistica che per tutto il secolo scorso vide Firenze al centro della scena culturale nazionale ed internazionale.
La presenza della musica, della poesia, del cinema, dell’architettura, il racconto della contaminazione tra artisti, moda e comunicazione di massa che hanno caratterizzato tanta parte del secolo, ricostruiscono l’ambito di produzione delle opere, facilitandone la comprensione in una proposta museologica innovativa ed interdisciplinare.
Lungo il percorso, il format multimediale “Dentro il Novecento” presenta materiali di approfondimento come documenti, fotografie d’epoca, interviste televisive, riviste e brani letterari, ma anche video documentari appositamente prodotti dalla Direzione Culturale del Comune di Firenze per il Museo, offrendo così al visitatore ampie possibilità di approfondimento ed una visita personalizzata in base ai propri interessi.
Dalla partecipazione nel 1988 alla Biennale di Venezia dei giovani scultori fiorentini Antonio Catelani, Daniele Di Lorenzo e Carlo Guaita, risalendo fino al dopoguerra di Ottone Rosai, nelle sale del Museo Novecento si incontrano la prima musica elettronica, la poesia visiva, l’architettura radicale e il cinema d’artista; lo shock dell’alluvione del ’66 e l’appello di Ragghianti a cui rispondono oltre duecento artisti riuniti nella mostra Gli artisti per Firenze (1967), primo nucleo del progetto per un Museo internazionale di Arte Contemporanea; e ancora, à rebours, il Maggio Musicale Fiorentino e le sfilate di Pitti, accanto a molte delle opere più significative della prima metà del Novecento italiano presenti nella collezione donata nel 1970 dal colto ingegnere Alberto Della Ragione.
In questa logica il Museo del Novecento di Firenze si offre al visitatore colto e al visitatore comune nello stesso modo, con pari strumenti. La “macchina del tempo” scorre à rebours, il presente ci consegna ad un dispositivo che si avvolge fino a ricondurci a inizio secolo, ed in questo lasso di tempo si fanno esperienze, si contemplano le opere, ma soprattutto si attraversa un percorso che non rinnega l’impianto espositivo tradizionale, ma lo arricchisce: un ipertesto che si apre verso altre discipline ed altre dimensioni, in una dialettica aperta a tematiche trasversali eppur sempre riconducibili ad una prospettiva cronologica e storico-critica. Se già come riconosceva Aristotile nella Poetica, il piacere dell’incontro con l’opera viene dal riconoscimento, diventa fondamentale, a questo straordinario contenitore, offrire al visitatore una struttura legata al dato temporale e storico, in cui ciascuno possa riscoprire punti di riferimento forti e significativi perché tale riconoscimento avvenga.
Se, come sostiene Hans Gadamer in Verità e Metodo, «è vero che il nostro interesse è diretto all’oggetto, ma l’oggetto acquista la sua vitalità solo mediante la prospettiva in cui viene mostrato», sarà determinante la costruzione del racconto o, meglio, dei racconti. Il Museo del Novecento ultimo dono di Firenze alla comunità e al mondo come prezioso scrigno di crescita culturale “officina di nuovi racconti e di nuove avventure nel mondo della conoscenza e della ricerca”.
Maria Paola Forlani