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Alberto Figliolia: Jean Arp e Osvaldo Licini. Una mostra a Lugano
Osvaldo Licini,
Osvaldo Licini, 'Angelo ribelle e luna bianca', 1952 
29 Giugno 2014
 

“Il più astratto dei surrealisti e il più surrealista degli astratti”, così dalla celebre gallerista francese Denise René fu definito Jean Arp, cui dal Museo d'Arte Lugano è stata dedicata un'ampia mostra (visitabile sino al 20 luglio). Una duplice mostra, tuttavia, dal momento che all'artista nato a Strasburgo nel 1886 si affianca l'esposizione di opere di Osvaldo Licini (1894-1958). E si dipana un dialogo di gran suggestione e imprevedibilità fra due artisti della contemporaneità – una contemporaneità a ogni modo storicizzata –, un confronto che si rivela carico di potenzialità d'interpretazione e lettura nonché di innumerevoli spunti di riflessione, oltre l'indeclinabile caos del presente benefici germi per il futuro. 150 opere complessive, fra diversità, assonanze e affinità.

«L'uomo è il punto zero, centrale della ricerca d'entrambi» è Guido Comis, curatore del Museo d'Arte, a parlare. «Arp però è affascinato dal prima, dalle forme primigenie, dall'evoluzione, curioso di una rappresentazione artistica di forme biologiche, mentre Licini è interessato a ciò che segue all'uomo, un tentativo di fusione fra umano e sovrumano, l'uomo con le stelle». Sono forme volatili, fluide, in una infinità di relazioni, e vale per ambedue.

«Mentre in lontananza rombava il tuono dell'artiglieria, noi incollavamo, recitavamo, componevamo versi e cantavamo con tutta l'anima. Eravamo alla ricerca di un'arte elementare che pensavamo avrebbe salvato l'umanità dalla furiosa follia di quei tempi. Aspiravamo a un nuovo ordine che potesse ristabilire l'equilibrio fra cielo e inferno», Jean, o Hans, Arp l'alsaziano disse. «Un'opera che non sia radicata nel mito, nella poesia, che non partecipa della profondità, dell'essenza dell'universo, è solo un fantasma». Come non concordare?

«L'arte è per noi di natura misteriosa e non si definisce. Confessiamo che la bellezza sfuggirà sempre ai nostri calcoli. Ed è bene che sia così. Come tutte le cose della natura, enigmatica, menzognera, bella, ma con frode. L'importante è che la menzogna sia geniale», Osvaldo Licini da Monte Vidon Corrado dixit. E ancora... «La pittura è l'arte dei colori e delle forme libere, liberamente concepite, ed è anche un atto di volontà e creazione, ed è, contrariamente a quello che è l'architettura, un'arte irrazionale, con predominio di fantasia e immaginazione, cioè poesia». Poesia... ciò che ora disperatamente manca al mondo e di cui invece disperatamente il mondo ha bisogno e va in cerca, anche se fingiamo d'ignorarlo.

Arp, il cosmopolita solitario, l'uomo dai mille arcipelaghi, versatile frequentatore di Parigi, centro artistico del pianeta, fra Max Jacob, Pablo Picasso, Guillaume Apollinaire, Amedeo Modigliani, dadaismo e surrealismo, De Chirico, Max Ernst, Paul Klee e Man Ray. Licini, figurativista fantastico, anticlassico e rigoroso, solitario lui pure ma, nel contempo, sindaco del suo piccolo paese del Centro Italia e con una moglie svedese. Così diversi così legati da un formidabile vincolo: la creatività, la ricerca, l'indagine nel profondo, il disvelamento, se possibile, del mistero o la meraviglia di fronte all'inesplicabile.

Dall'Amalassunta su fondo giallo (Licini, 1954, olio su carta intelata, 22,3 x 28,3 cm) all'Idole des Lapins/ Kaninchen Idol/ Idolo dei Conigli (Arp, 1960-1965, gesso, 42 x 30 x 20 cm), dall'Angelo ribelle e luna bianca (Licini, 1952, olio su tela, 67 x 90 cm) a Composition abstraite/ Abstrakte Komposition/ Composizione Astratta (Arp, 1916-1917 ca., collage, 33,9 x 24,6 cm), da Bouteille et oiseau/ Flasche und Vogel/ Bottiglia e uccello (Arp, 1925-1950, legno dipinto, 52 x 56 x 4 cm) a Figura T3 (Licini, 1932-1945, olio su tela, 19,5 x 25 cm), un viaggio appassionante, fra devozione non formale alla forma, afflati ed empiti, razionalità e lirismo e, sempre, uno straordinario trionfo di umanesimo. E, con gli ossimori esistenziali, l'armonia.

 

Alberto Figliolia

 

 

Jean Arp - Osvaldo Licini, Museo d'Arte Lugano (Riva Caccia 5). Sino al 20 luglio 2014. Orari: martedì-domenica 10-18, venerdì 10-21. Info e prenotazioni: sito Internet www.mda.lugano.ch; e-mail mediazione@lugano.ch.


Foto allegate

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