Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce.
(Lev Tolstoj, Anna Karenina, 1877)
Quello che emerge dalla lettura di Dell’ombra la luce di Angelo Andreotti, testo poetico germogliato all’interno di pensieri e sentimenti, è una scrittura di grande densità metaforica e sinestetica.
Luce e ombra, simboli dell’essere e dell’esistere, vengono declinati con stile poetico in pensieri sciolti in immagini o immagini contratte in concetti: non ebbe fine la luce al suo inizio/ fu dopo… quando …si vide occultata, / a se stessa negata …Sentì mancarsi… si fece mondo… fu forma delle cose / mentre l’ombra / che luce non guarda / l’andava amando. (Prologo)
Genesi dell’esperienza interiore di chi, nel silenzio, è stato toccato da quella luce che dà senso alla realtà delle cose, alla realtà del mondo e, anche se genera ombra che luce non guarda, penetra e illumina gli angoli più riposti... poiché l’ombra è una forma di luce…
In silenzio …mentre bacia di vita le cose, dà loro un colore, un sapore tutto nuovo.
Luce inscindibile dall’ombra, come l’essere dall’esistere, la notte dal giorno, il silenzio dalla parola: l’ombra non è simulacro / ma esatta circostanza della luce.
Luce e ombra, come l’essere e l’esistere, dunque, anche se intrinsecamente l’una all’altra appartenenti, si pongono agli antipodi (...Se a notte mare e cielo / si guardano vedendo / l’uno nell’altro / abissi soltanto / potrà la terra sorreggere il peso/ degli enigmi sepolti nell’uomo?
Oppure ...Sia pure questa luce a darti il volto, / a mostrarlo dentro al mondo/ da tutto esattamente differente…)
Con parole dalla trasparenza cristallina Angelo Andreotti accompagna il lettore anche nei luoghi dell’esistere immersi nel buio dove, però, quasi per incanto, sempre torna (la luce) …a guardare con occhi di luna / per alitare forme sulle cose , torna a dare vita a quel mondo intorpidito… dandogli il volo.
Miracolo? Sì, se entra in gioco la luminosità ardente del pensiero e del cuore.
Si susseguono visioni di splendori fuggevoli della natura (…il vento / di ogni spazio va riempiendosi… la pioggia scorre lungo fili d’aria) come a voler presagire che la bellezza del cosmo contenga una realtà più pura, invisibile: …l’invisibile profuma / la sua presenza è portata nel vento.
Dal visibile all’invisibile, dal buio alla luce, dal finito all’infinito, moto proprio del dire poetico, un andirivieni tra qui e l’oltre e viceversa.
Lontana da ogni astrazione intellettualistica, la poesia di Angelo Andreotti presenta venature pittoriche e musicali.
È poesia fedele alla materia delle cose, alla semplicità del gioco linguistico, all’ascolto silenzioso.
Della natura e delle cose il poeta coglie ogni sfumatura, ogni palpito e li racchiude nello scrigno dei versi che si fanno specchio della sua persona e della sua anima.
Dell’ombra la luce è tutto un fluire di pensieri e sentimenti che toccano nel profondo, arrivano al cuore; più che “un canto d’amore” a me sembra un inno alla bellezza della vita che pulsa in tutte le forme dell’essere, dell’esistere, del divenire… incessante… come la danza dell’ombra con la luce.
Giuseppina Rando
Angelo Andreotti, Dell'ombra la luce
Prefazione di Matteo Bianchi
e postfazione di Duccio Demetrio
L'arcolaio, 2014, pp. 95, € 11,00