Sono a chiedervi di condividere la battaglia che stiamo portando avanti in Sardegna. Secondo studi recenti coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità la Sardegna è tra le regioni con la più alta percentuale di territorio inquinato: 445.000 ettari localizzati prevalentemente nel Sulcis, nel Guspinese e nella zona di Porto Torres, 1/5 del territorio dell'isola. Nei siti inquinati e nelle aree limitrofe la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei cittadini sono in condizioni di rischio permanente, senza considerare anche le aree marine, l'area industriale di Ottana, quella di Cagliari e Macomer dove sono presenti anche due grossi inceneritori e i poligoni militari nei quali si è fatto uso di uranio impoverito.
All'interno di questo quadro conclamato stanno fiorendo una miriade di progetti di grossi impianti per la produzione di energia dalle cosiddette fonti alternative (solare termodinamico, campi di fotovoltaico e distese di eolico, ricerche di geotermia, trivellazioni a terra e in mare, incenerimento di rifiuti e di biomasse) che occupano i nostri terreni agricoli e causano inquinamento dell'aria, dell'acqua, dei terreni, dei prodotti di origine animale e vegetale.
Un'inarrestabile aggressione lanciata dalla lobby “piazza affari-politica” dedita alla caccia degli incentivi statali e da faccendieri e cricche che hanno orientato per anni decisione e scelte fallimentari per lo sviluppo del territorio e dell'economia della Sardegna, escludendo di fatto i cittadini dalla possibilità di decidere il futuro per sé e per i propri figli.
Più di 40 comitati, associazioni e movimenti della Sardegna si sono uniti e stanno portando avanti una marcia da Nord a Sud dell'isola per chiedere al nuovo Presidente della Regione un atto di moratoria che blocchi le procedure di autorizzazione per tutti i nuovi progetti di impianti di produzione di energia da combustione con la revoca delle incentivazioni per quelli esistenti, dei progetti per la produzione di energie rinnovabili non vincolati all'autoconsumo, degli impianti di incenerimento dei rifiuti e di potenziamento di quelli esistenti, in attesa della definizione dei nuovi Piani Rifiuti ed Energia.
noi diciamo NO
all'esclusione dei cittadini dalle decisioni che riguardano l'ambiente, la salute, il lavoro, vogliamo partecipare alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo, ai mega impianti di produzione energetica a combustione, all'incenerimento di rifiuti e biomasse, al consumo indiscriminato del territorio, alle emissioni inquinanti e dannose per la nostra salute, all'accumulazione, alla centralizzazione e al trasferimento fuori dell’Isola della ricchezza prodotta che ci lascia solo macerie ambientali, sanitarie e sociali, al Decreto “Destinazione Italia”, che ha posto le basi per un sostanziale disimpegno degli inquinatori dall’obbligo di bonifica ed espropria la Regione Sardegna delle proprie competenze nel settore ambientale
diciamo SÌ
allo stop immediato di tutti i progetti di impianti di produzione di energia da combustione, dei progetti per la produzione di energie rinnovabili non vincolati all'autoconsumo, degli impianti di incenerimento dei rifiuti e di potenziamento di quelli esistenti; alle energie rinnovabili con progetti ambientalmente sostenibili e commisurati alle nostre reali necessità ; al recupero, riuso e riciclo dei materiali post consumo; a nuovi Piani Energia Rifiuti decisi insieme alle comunità; alla difesa delle prerogative della RAS messe in discussione dal Decreto “Destinazione Italia”.
Stiamo raccogliendo le firme di tutti coloro che vogliono condividere e supportare la nostra battaglia, anche attraverso » una petizione on-line
Vi chiedo di firmarla e divulgarla presso tutti i vostri contatti.
Grazie
Vincenzo Migaleddu