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Lidia Menapace. Forte Marghera
16 Giugno 2014
 

Chi ci volesse andare (e la visita merita un viaggio) si faccia prima indicare bene quale stradina lungo il canale imboccare per arrivarci, evitando così i percorsi avanti e indietro che ho fatto, ospite in macchina di Elisa Forcato, per raggiungere infine ambedue l'iniziativa che includeva la nostra presenza.

Per uscire dalle allusioni criptiche, ricorderò che a Bolzano il Circolo la Comune, del cui Cda sono componente, ha fatto tempo fa una “lettura scenica”, con apparecchiatura molto essenziale e “povera”, sulle vicende di malamministrazione che giornalisti del manifesto hanno scoperto e denunciato con precisione in Trentino/AltoAdige.

Era una copiatura da un evento precedente, molto ben studiato e preparato da Rosangela Pesenti ed Elisa, più le due straordinarie attrici triestine di Sapore di mele: dico tutti i nomi, perché la citazione è il fondamento etico obbligatorio degli studi detti morali o storici o umanistici, che non possono fondarsi sul ragionamento deduttivo, né sulla verifica sperimentale.

A me sembrò allora che un evento di tal tipo avesse una qualche originalità e incontrasse l'esigenza di trovare un modo di comunicazione veloce e interessante, ma anche agile e trasportabile, insomma una cosa da piacere oggi e che non appesantisca le vicende (tutte documentate), ma nemmeno si accontenti dell'urlo indiscriminato che -come si è poi presto visto- è politicamente vago e generico, tendenzialmente di destra e facilmente assorbibile.

Le tenaci insistenze di Italo Scotoni che generosamente ha attribuito a me sola il testo messo in scena, invero scritto in notevole parte e tutto documentato per opera sua, mi hanno spinto ad accettare che il tutto venisse rappresentato anche a Forte Marghera, e adesso può fare altri giri, la prova della sua efficacia c'è.

Nello spazio che al Forte ospita spettacoli si è dunque rappresentata la vicenda degli scandali al nord, nelle virtuose regioni speciali e pie terre nordiche. Il risultato è stato molto interessante. La presenza di Elisa Forcato, che ha scelto ordinato ed eseguito la musica per arpa che accompagna e sottolinea l'intera lettura, mi ha convinta che quella che chiamo “alfabetizzazione totale” è necessaria, che un solo modo di comunicare (leggere scrivere e far di conto) trattiene sotto la soglia dell'alfabetizzazione necessaria nelle società complesse. Di ciò Forte Marghera con i suoi laboratori di ceramica per bambini e bambine, i suoi begli esperimenti di pittura con uso di plastica coloratissima direttamente intesa come materia espressiva ecc. ecc. è un vivace esempio.

Ma la cosa più straordinaria del Forte è l'uso del territorio, e in esso il riuso di tutto ciò che vi è contenuto ed esiste. A questo punto bisogna citare a lettere d'oro Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale del Veneto e tutti i e le volontarie che si organizzano intorno e con lui, le associazioni coinvolte, i gruppi addestrati, le avvertenze adottate, insomma tutto ciò che serve per poter usare con libertà ed efficacia, sicurezza e libertà e grande bellezza ciò che fu pensato eseguito e usato fino alla fine della seconda guerra mondiale come Forte, una struttura militare, la polveriera che l'Imperoaustroungarico costruì in posizione “strategica” ovviamente e che anche il passaggio di Napoleone arricchì di costruzioni e parchi a scopo di mimetizzazione (il tempo va da mura e costruzioni cinquecentesche, al massimo di impegno dopo la seconda metà del XVIII e nell'Ottocento). Insomma un mondo militare molto efficiente, che ospitò bombe e cannoni ancora visibili e conservati, ma anche una ricca flora di tigli magnolie nespoli melograni ecc. ecc.

Ciò che oggi il Forte è appare come un mirabile esempio di uso della sovranità popolare sul territorio, a norma del secondo comma art1cost., là dove dice: “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita secondo la legge”: solo che la legge non c'è ancora e invece la sovranità viene usurpata da forti e corruttori poteri economici che invadono i territori con Tav Tac Muos ponti Mose ecc. spesso irreversibili strazi di terreni: delitti che non possono avere remissione.

Per ora mi fermo qui, avendo dato un breve e insufficiente resoconto, ma ci tornerò.

 

Lidia Menapace


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