Di lui si dicono solo cose positive, e senza dubbio è una personalità spiccata e molto attuale, dotato di molte qualità comunicative, di grande convinzione e ottima cultura religiosa teologica e politica. Averne di tipi così!
Ciò che lo rende suo malgrado “pericoloso” è che egli è un sovrano assoluto, l'unico e l'ultimo in Europa. Non ha un governo che si riunisce avendolo come presidente, non può essere messo in minoranza, non ha bisogno di voti di fiducia, non incontra contrasti espliciti, insomma è la personificazione dell'assolutismo politico pre-rivoluzione francese: sotto questo profilo un relitto storico.
Però in una fase nella quale la democrazia si restringe e messaggi autoritari e decisionisti si moltiplicano e affermano, egli li convalida e fa pensare che se c'è un solo uomo al comando, è meglio. Una sciagura.
Sarebbe bene che se ne rendesse conto e facesse qualche mutamento di linguaggio e di comunicazione, altrimenti o perde tutto o semina alienazione. In periodi di crisi la religione, oltre ad essere l'oppio dei popoli (come diceva Marx), tende a diventare il sospiro della creatura oppressa (come pure diceva Marx) e quindi un legame fortissimo e passivizzante. Nonostante tutto ciò che dice contro le ingiustizie sociali e il dominio del denaro, non conduce se non verso una esaltazione della povertà e alla virtuosa assistenza. Così offre il piedistallo e la medicina per la feroce repressione capitalistica in corso. Un bel problema.
Resta vero che l'alienazione religiosa è la più forte e incisiva di tutte le alienazioni e non si può superare se non almeno usando la più assoluta e profonda laicità e fiducia nella ragione e perciò avviando e difendendo una cultura e una formazione tutta terrena, razionale, autonoma.
Siamo lontani/e da ciò, anche se via via nelle nostre giornate e vicende diventa sempre più necessario guardare in quella direzione
Lidia Menapace