Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Adriano Angelini. Perché votare? 
Osservazioni, avvertenze e qualche presagio
04 Aprile 2014
 

L'anima della politica è il vil denaro?! Dal '700 (l'illuminismo) si pensava e ragionava in termini di uguaglianza, fraternità e libertà. Questi valori, già presenti nel Vangelo di Gesù e del suo successore S. Francesco, mettevano virgulti e fronde nell'umanesimo e nel rinascimento, pur tra tanti rovi e successivi roghi, per divenire coscienza di classe e romanticismo: promozione e progresso sociale, libertà individuale e ritorno alla natura.

Le guerre mondiali distruggono questi valori, ne sono l'antitesi, re-instaurando la barbarie della civiltà: disuguaglianza, razzismo e dittature e massacri e mattanze. Durante la resistenza e nel dopoguerra si riaffermano uguaglianza-democrazia, fratellanza-cooperazione, libertà; le parole sono molte, ma i fatti pochi e incerti. Anzi cresce sempre più un potere mistificante e inglobante che equipara il ricco al povero, il padrone all'operaio, l'intellettuale al manuale: tutti cristiani, la differenza tra ricco e povero o tra capitalista e operaio è solo un dettaglio.

Il potere del capitale industriale e finanziario, facce d'una stessa medaglia, assumono e impongono il potere del consumo. Siamo tutti consumatori, perciò uguali; la differenza sostanziale è tolta: si consumano le stesse cose. C'è benessere diffuso, non si sa e non si dice che è a scapito dei paesi del sottosviluppo, quelli del terzo mondo che fanno la fame. Dentro la logica del consumo, chi ne è fuori è un relitto, un perdente: forse un pazzo, o un artista. Nietzsche: “Uomini superiori fuggite il mercato”. Marx: “Si sviluppi una coscienza di classe per ottenere il possesso dello Stato strumento del potere e con la sua relativa e progressiva eliminazione si realizzi una società di uguali per dignità: a ciascuno il suo secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le sue capacità”. Questi due uomini sono le colonne d'Ercole del pensiero occidentale. Non conosco chi le abbia varcate senza finire come l'Ulisse di Dante contro gli scogli della montagna del Purgatorio.

Seneca: “Il più ricco è chi ha meno bisogni”. Sotto il potere del consumo quei valori secolari sono diventati obsoleti, addirittura evanescenti. Eppure la ricchezza è cresciuta e la povertà, pure, è aumentata. I magazzini sono pieni e la gente fa la fame. Chi non capisce questa contraddizione sociale, di classe?

Oggi assistiamo alla nascita di valori sostitutivi: crescita sviluppo ricerca; ma non si precisa verso dove, non ci si pone l'antica ovvia domanda: cui prodest? Per esperienza sappiamo cosa sottintendano e a cosa mirino queste parole d'ordine del potere. Esse infatti vengono applicate al mercato di concorrenza e quindi vogliono dirci che dobbiamo correre, correre, correre di più. Più produttivi, più consumatori moltiplicando i bisogni... se vogliamo salvarci. In regime di disuguaglianza significa mangiare anche per chi non può mangiare, così da pareggiare.

In quel salvarci sta l'equivoco. Se vogliamo salvare il sistema comandato da pochi, le multinazionali, il quale sostiene il loro indiscusso potere economico-sociale, dobbiamo dunque correre, rinunciando alla nostra vita per una vita virtuale, riscattati dal fatto che i mezzi di produzione, compreso il denaro, sono di loro proprietà e di questa si fanno difensori gli Stati che oltre tutto li foraggiano. Il caso Fiat lo dimostra. E così si corre all'impazzata, come la pallina della roulette truccata che fa vincere sempre loro, i capitalisti. Esclusi da questo sadico gioco sono queli caduti nel limbo della carità, le riserve del lavoro.

Perché votare, dunque, una classe politica asservita a quegli interessi che mirando alla globalizzazione non si fanno scrupolo a causare guerre e a dilapidare il patrimonio storico e naturalistico, mettendo sempre in pericolo la salute, pur di avere il controllo mondiale e lauti profitti assicurati? Ebbene, mungendo la barba profetizzo i vecchi valori di uguaglianza fraternità libertà, inoltre metto l'uomo non più al centro, ma in compagnia o in simbiosi con l'animale, il vegetale e il minerale; mentre il dio lo faccio camminare al suo fianco nel sostenere libertà fratellanza uguaglianza. In conclusione è giusto che ci sia crescita, sviluppo e ricerca, ma nel proposito di quei vecchi valori che non mi stanco di ripetere: fraternità, uguaglianza e libertà, tre parole che sostanziate, cioè socializzate, definiscono l'umanità. Il principio dei filosofi infatti definiva l'uomo un animale sociale.

Ma la questione di fondo è sempre: “Che fare?” o “Da dove iniziare?” Indubbiamente da se stessi, facendo coincidere mezzo e fine. Raggiungo la libertà facendomi da subito più libero, e così per gli altri valori. Un passo alla volta; e poi forse verranno i salti. Per chi votare? Per il papa senza la Chiesa. Per il politico senza lo Stato. Per l'operaio senza il padrone. Date all'uomo un altoparlante ed egli si farà dittatore. – Per chi votare? Se proprio si deve, stanchi del gioco delle maggioranze bastone e carota, per una minoranza che si sappia onesta e tale sappia mantenersi coraggiosamente.

 

Adriano Angelini

(da 'l Gazetin, marzo 2014

» ABBONAMENTO 15,00)


Articoli correlati

  Personaggi del bosco
  Fratelli Angelini: La mostra e il teatro, di luglio a Morbegno
  Luciano Angelini. A Dante nell’anniversario della morte
  “Le radici”. Spettacolo in Val Tartano, domenica 20 luglio
  Vetrina/ Adriano Angelini. Per il mio compleanno
  Adriano Angelini. Suicidio di un sedicenne
  Luciano Angelini. “Amnis”, l’orobico di Tarten
  Vetrina/ Adriano Angelini. Suna
  Val Tartano. “Sol Invictus”
  Vetrina/ Adriano Angelini. Alla preistoria: Amnis dalla fiera chioma
  Adriano Angelini. La politica nobile, l'amore del paese
  Adriano Angelini. Protesta giovanile il '68
  “Ul gir de l’an di āf”. Un’impresa da argonauti
  Giulio Brambilla. Giordano Bruno in due dipinti di Angel
  Vetrina/ Adriano Angelini. Sol invictus
  F.lli Angelini. Il simbolo degli Orobi, la religione del Sole
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 2 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy